Spazio Oberdan
Milano
viale Vittorio Veneto, 2
02 77406302 FAX
WEB
Il ''Novecento'' milanese
dal 17/2/2003 al 5/5/2003
02 77406361
WEB
Segnalato da

Pina Merisio




 
calendario eventi  :: 




17/2/2003

Il ''Novecento'' milanese

Spazio Oberdan, Milano

La rassegna comprende oltre 90 opere e ricostruisce le vicende del nucleo milanese del ''Novecento Italiano'', importante movimento artistico dell'Italia Anni Venti. Composto inizialmente da 7 artisti: Sironi, Funi, Bucci, Dudreville, Malerba, Marussig, Oppi, il ''Novecento'' si forma a Milano intorno al critico Margherita Sarfatti. La sua pittura persegue una moderna classicita', cioe' un ripensamento dei grandi Maestri antichi filtrato da un nuovo senso di essenzialita', in sintonia con quanto stava avvenendo nel Ritorno all'Ordine in Europa. In mostra tutti i piu' emblematici capolavori novecentisti e la ricostruizione della sala del ''Novecento'' alla Biennale di Venezia del 1924


comunicato stampa

a cura di Elena Pontiggia, Nicoletta Colombo e Claudia Gian Ferrari

La Provincia di Milano/Cultura e beni culturali, in collaborazione con Fondazione Antonio Mazzotta, presenta dal 19 febbraio al 15 maggio 2003, presso lo Spazio Oberdan, la grande mostra Il ''Novecento'' milanese. Da Sironi ad Arturo Martini.
La rassegna, curata da Elena Pontiggia, Nicoletta Colombo e Claudia Gian Ferrari, comprende oltre novanta opere e ricostruisce le vicende del nucleo milanese del ''Novecento Italiano'', il movimento artistico più importante dell’Italia degli Anni Venti.
Composto inizialmente da sette artisti (Mario Sironi, Achille Funi, Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Emilio Malerba, Piero Marussig, Ubaldo Oppi) il ''Novecento'' si forma a Milano intorno al critico Margherita Sarfatti, e qui espone per la prima volta ottant’anni fa, nel 1923, alla Galleria Pesaro. La sua pittura persegue una moderna classicità, cioè un ripensamento dei grandi Maestri antichi filtrato da un nuovo senso di essenzialità, in sintonia con quanto stava avvenendo nel Ritorno all’Ordine in Europa.
Scioltosi nel 1924, poco dopo aver partecipato senza Ubaldo Oppi alla Biennale di Venezia di quell’anno, il gruppo si rifonda nel 1925 in forma molto più vasta, radunando artisti di tutta Italia.
La mostra dello Spazio Oberdan si concentra sulla componente milanese, il vero ''cuore pulsante'' del gruppo, che oltre ai sette fondatori si allarga alla metà degli Anni Venti a Carlo Carrà, Arturo Tosi, Arturo Martini, Adolfo Wildt, Francesco Messina, Alberto Salietti, Zanini, Raffaele De Grada e molti altri.
Mario Sironi e Arturo Martini, presenti con un rilevante nucleo di opere, sono i due centri ideali di questa rassegna.
Sono esposti in mostra tutti i più emblematici capolavori novecentisti: dai paesaggi urbani di Mario Sironi al monumentale Il re (1930, Milano, CIMAC) di Adolfo Wildt, dal grande gruppo della Trilogia dei re (1926) di Arturo Martini, strutturato come un racconto fiabesco (La principessa, San Giorgio e il drago, Lo sposalizio dei principi), al sensuale nudo Donna al sole (1930) sempre di Arturo Martini. E’ poi ricostruita per la prima volta la sala del ''Novecento'' alla Biennale di Venezia del 1924, con opere come: L’architetto di Mario Sironi, Una persona e due età di Achille Funi, Autunno di Piero Marussig (dal Mart di Rovereto), la grande pala I pittori di Alberto Bucci.
Numerose sono però le opere inedite o non più viste da decenni, tra cui un inedito Ritratto di Margherita Sarfatti di Mario Sironi, Ritratto di donna (1925) di Emilio Malerba a lungo considerato disperso, l’inedito Ritratto di signora (1922) di Achille Funi, l’ironica Cleopatra di Alberto Bucci, esposta solo nel 1927, Il monticino di Carlo Carrà, mai esposto a Milano dopo il 1942.
La mostra vuole essere anche l’occasione, tramite una serie di organiche visite guidate, per far conoscere alcune grandi opere novecentiste disseminate sul territorio e poco note al pubblico, come il monumentale Amore. Discorso primo (1921-1924) di Leonardo Dudreville, una tela lunga circa metri 4x3, ora della Banca Intesa, BCI; Et ultra di Adolfo Wildt esposto alla Mostra del Novecento Italiano del 1929 e ora al Cimitero Monumentale; il S. Ambrogio sempre di Adolfo Wildt, che fa parte del ''Monumento ai Caduti'' di Giovanni Muzio.
Accompagna la mostra un ampio catalogo Mazzotta, con saggi di Elena Pontiggia, Nicoletta Colombo, Claudia Gian Ferrari, Guido Canella, E. Francesco Grisanti, Franco Ragazzi, Lorella Giudici e apparati critici particolarmente nutriti, che tra l’altro ricostruiscono per la prima volta, dopo una capillare ricerca condotta in biblioteche e archivi di tutta Europa, la fisionomia di tutte le mostre internazionali (oltre una ventina, da Amburgo a Lipsia, da Madrid a Buenos Aires a Stoccolma) tenute dal ''Novecento Italiano'' fra il 1926 e il 1931-32.
In occasione della mostra, sono stati anche ripubblicati i principali testi teorici di Margherita Sarfatti e del movimento (Il Novecento Italiano. La poetica, a cura di Elena Pontiggia, Abscondita, Milano 2003).

Immagine: Mario Sironi, paesaggio urbano

Informazioni al pubblico: Spazio Oberdan tel. 02.7740.6300/6302.

Spazio Oberdan (Viale Vittorio Veneto 2)
Orari: 10-19.30, martedì e giovedì fino alle 22, lunedì chiuso
Ingresso: intero euro 6,20; ridotto 4,10; gruppi scolastici euro 2,50
Catalogo Edizioni Gabriele Mazzotta
Inaugurazione: martedì 18 febbraio 2002, ore 18

IN ARCHIVIO [482]
Invideo
dal 27/10/2015 al 31/10/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede