Fernando Betto
Adrean Bloomard
Patrizia Bonati
Lucia Davanzo
Elisabetta Dupre
Anna Fornari
Maria Rosa Franzin
Simonetta Giacometti
Lisa Grassivaro
Eugenia Ingegno
Rita Marcangelo
Maurizio Stagni
Fabrizio Tridenti
Barbara Uderzo
Stefano Zanini
Mirella Cisotto Nalon
Nell'ambito della settima edizione di Pensieri Preziosi, la mostra presenta 15 artisti italiani che permettono di scoprire e conoscere le nuove tendenze del gioiello contemporaneo nel nostro Paese.
A partire dal 19 novembre, nell’Oratorio di San Rocco – Padova, e fino al 22 gennaio, si
tiene la settima edizione di Pensieri Preziosi, una rassegna internazionalmente
affermatasi e punto di riferimento della gioielleria d’arte europea.
Dopo aver indagato diverse scuole europee e singoli artisti, l’esposizione di quest’anno
costituisce un ulteriore omaggio di Padova al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che
suggerisce il tema ispitatore alla mostra dal titolo Gioielli “d’Italia” - linguaggi e tendenze
nel gioiello contemporaneo italiano.
La mostra, in collaborazione con AGC (Associazione Gioiello Contemporaneo), presenta
15 artisti italiani che permettono di scoprire e conoscere le nuove tendenze del gioiello
contemporaneo nel nostro Paese.
Si tratta di Fernando Betto (1961), Adrean Bloomard (1966), Patrizia Bonati (1964), Lucia
Davanzo (1954), Elisabetta Duprè (1967), Anna Fornari (1965), Maria Rosa Franzin (1951),
Simonetta Giacometti (1956), Lisa Grassivaro (1978), Eugenia Ingegno (1981), Rita
Marcangelo (1965), Maurizio Stagni (1958), Fabrizio Tridenti (1962), Barbara Uderzo
(1965), Stefano Zanini (1964), provenienti da Roma, Cremona, Perugia, Vasto, Trieste,
Udine, Vicenza e Padova.
“Pensieri Preziosi 7” – dice l’Assessore alla cultura del Comune di Padova Andrea
Colasio – “con l’indovinata proposta di indagare i linguaggi del gioiello contemporaneo
italiano, è uno degli eventi di punta del RAM – Ricerche artistiche Metropolitane il
contenitore culturale che si propone, appunto, di approfondire le forme espressive della
contemporaneità. Una mostra che consolida un percorso e un primato di Padova
riconosciuto a livello internazionale”.
Per Mirella Cisotto Nalon, curatrice della mostra, “approcci metodologici e tecniche di
lavorazione differenti danno vita ad un’esposizione di 120 opere che dialogano
avvalendosi di codici stilistici ed espressivi accomunati dalla ricerca artistica,
dall’innovazione del concetto di ornamento, dalla sperimentazione di nuovi materiali e
tecnologie.”
I materiali impiegati dai 15 artisti presenti, ciascuno dei quali presenta otto opere, di cui
tre recenti, sono i più disparati: dai metalli classici dei gioielli tradizionali come oro e
argento, a metalli meno usuali e pregiati quali acciaio, ottone, rame, ferro; accanto corallo,
smalti, zirconi, perle, ma anche plexiglas, poliuretano espanso, vetro, silicone, pigmenti,
cuoio, materiale plastico, tessuti fino ad arrivare all’utilizzo di objet trouvé quali nidi di
vespe, legno, caucciù, terra e persino una pianta grassa e il cioccolato.
Betto sostiene che le sue opere sono sperimentazione quotidiana, che qualsiasi materiale
può dar vita ad un gioiello. La personale tensione introspettiva passa ai suoi gioielli che
rivelano un’identità imprevista, in cui risalta un atteggiamento di fedeltà verso la materia
per trovare una nuova dimensione segnica di cui è possibile il superamento e la
negazione; per l’artista «il gioiello deve poter vivere da solo».
Bloomard guarda al gioiello come ad un potente condensatore di significati, non soltanto ornamentali o
materici, ma soprattutto, magici e mentali, dove la memoria ha tracciato, nei ricordi, la propria fisionomia.
Egli racchiude nel gioiello la propria esperienza emozionale. Fa rivivere il passato, la stratificazione di una
storia collettiva e personale attraverso l’oro finemente lavorato in lamine slabbrate che dialogano con rame,
argento, smalti.
Bonati crea basandosi sull’idea di trasformazione e sull’aspirazione al movimento. Tale concetto caratterizza
i suoi gioielli che assecondano questa dichiarazione d’intenti e, agli occhi dell’osservatore, mutano, si
evolvono: da una collana o un anello si ottiene un bracciale creando così dei monili interscambiabili. Il suo
linguaggio infatti risente delle influenze derivate dalla corrente artistica giapponese wabi sabi, dottrina che
insegna a guardare ciò che circonda l’uomo come un qualcosa di transitorio, non duraturo. L’esito materico è
dato da superfici grezze, slabbrate, non nitide, accanto ad esiti geometricamente lineari.
Davanzo dimostra come la sua poetica consideri la forma geometrica il mezzo e lo strumento concettuale
atto a rappresentare l’idea, solidificato nel tempo dall’esperienza e dalla memoria, che tende ad opporsi ai
mutamenti spaziali e temporali della vita. Per l’artista la materia non è soltanto il mezzo con cui si
esplicitano le sensazioni, ma una sostanza sensibile, una memoria, qualcosa della nostra interiorità. Ecco che
le sue opere nascono dal rapporto che s’innesta tra il pieno e il vuoto da cui si originano forme geometriche,
costruzioni plastiche, forme concrete: dal punto nasce la linea, dalla linea i piani, dai piani i volumi in un
continuo processo creativo.
Duprè si serve di un lessico formale scarno, di pochi ed essenziali elementi in cui il rigore esecutivo ed il
limitato cromatismo sono il linguaggio dal quale prendono vita i suoi gioielli.
Il suo operare trova origine dal suprematismo da cui coglie lo spunto di liberare l'arte dai fini pratici ed
estetici e di lavorare sulla pura sensibilità plastica e giungere all'unione, per l’artista imprescindibile, tra
lavoro artigianale e lavoro artistico.
Fornari persegue da anni un filo immaginativo legato all’evoluzione di soluzioni espressive originali e
personalizzate. Oggetti e materiali rinvenuti per caso, attraverso un’elaborazione fantastica, dopo essere stati
riscoperti e studiati, trovano una nuova forma mantenendo nel contempo anche parte dell’identità iniziale
pur divenendo gioielli.
Franzin applica in modo personale la disciplina geometrica alle sue creazioni senza mai tuttavia separarsi da
una propria autonoma interpretazione di forme e materiali, esaltando la semplicità delle linee con una
particolare attenzione al disegno. Ciò che interessa maggiormente l’artista sono le qualità cromatiche dei
materiali prescelti a cui conferisce una squisita sensibilità pittorica con diversi trattamenti delle superfici. I
suoi gioielli scaturiscono da un confronto tra il pensiero, la sua espressione segnica e la sua effettiva
traduzione in oggetti tridimensionali.
Marcangelo si avvale di forme lineari, quasi primitive, primordiali; la loro, solo apparente rigidità, è mediata
da un uso sapiente del colore che rende i suoi gioielli veicoli di espressività e contemporaneità e così il
gioiello creato diventa quasi rifugio, sfogo, esplosione di sentimenti. Predilige e adotta materiali che possono
subire un cambiamento rispetto all’aspetto iniziale, che hanno cioè il potenziale di diventare altro
trasformando un materiale in maniera tale che diventi quasi irriconoscibile.
Ingegno pensa ai gioielli come portatori di messaggi, che raccontano storie di persone: sono senza sempre di
qualcuno, il regalo di qualcuno, sul corpo di qualcuno. Nel suo operare l’artista privilegia la tecnica della
fusione e quindi l’utilizzo di stampi che risponde all’azione concettuale di aderire alla realtà, a ciò che di essa
possiamo o vogliamo cogliere
Stagni concepisce il gioiello secondo tre diverse accezioni ovvero come un oggetto artigianale che esprime
equilibrio ed abilità manuale e che mette in risalto caratteristiche di bellezza; come un “prodotto”
proveniente da un percorso personale e creativo e quindi originale, attento però ai costi nella produzione e
nella distribuzione e infine come un manufatto che esprime liberamente, coerente ed eticamente un viaggio
emozionale. Ironia, gioco, realtà e percezione sono gli aspetti indagati dall’artista nel suo percorso creativo
dando vita nei lavori più recenti a gioielli seri nell’eleganza cromatica ma al contempo divertenti
nell’inganno percettivo.
Giacometti percorre un iter artistico variegato: dai gioielli degli anni ottanta che appartengono chiaramente
ad un approccio mediato dalla pratica orafa ai giorni più recenti in cui fa uso di materiali di riciclo con un
riferimento al mondo naturale che è un’imprescindibile fonte d’ispirazione formale e cromatica del suo
lavoro. L’idea prende forma dalla materia stessa, dalla sua lavorazione.
Grassivaro domina l’assoluta libertà inventiva, ricerca di autenticità e singolarità in quanto l’artista è primo
ideatore ed artefice. Tali caratteristiche sfociano in uno stile inconfondibile, caratterizzato da essenzialità
delle forme, precisione del segno, rigore geometrico, rarefatta eleganza e raffinata esecuzione tecnica che
rappresentano stilemi propri dell’artista.
Tridenti rinnega l’aspetto essenzialmente accessorio attribuito tradizionalmente al gioiello, predilige
l’utilizzo di materiali poveri, di scarto, elevandoli a preziosi strumenti di traduzione della propria
progettualità ideativa. Le sue creazioni vivono in una dimensione in cui traspare un senso di sottile attesa, di
aspettativa, di sospensione intellettuale.
Uderzo si concentra fondamentalmente sull’aspetto concettuale dell’opera; l’idea progettuale diventa un
oggetto che si relaziona in maniera giocosa e provocatoria al corpo. Il gioiello è per l’artista esperienza
percettiva e sensoriale, luogo di partenza di eventi in trasformazione, scenario narrativo in cui dialogano
oggetti in miniatura tolti alla quotidianità e conglobati con disinvoltura in plastiche coloratissime e metalli.
Zanini trae fonte di ispirazione nella natura in tutte le sue forme aderendo al movimento internazionale «Art
in nature» di cui condivide la filosofia operativa. I più recenti lavori vedono ad esempio la riproduzione di
rocce nella loro forma originaria o magmatica primitiva, terra spaccata, fangosa o brulla. L’artista dà forma a
gioielli fortemente plastici per adornare il corpo.
15 artisti orafi, 15 diverse interpretazioni, 15 linguaggi, tutti accomunati dalla ricerca per la creazione di
opere d’arte da indossare.
Il catalogo, edito da Imprimenda, presenta contributi di Mirella Cisotto Nalon, Luisa Bazzanella Dal Piaz, Alessia Castellani, Serena Favaro, Elena Giora, Alessandra Possamai Vita
Sponsor: Vividus, Marcolongo pubblicità, Enoteca La Moscheta
Ufficio Stampa e promozione - Studio Lavia - Pd, tel. 049.8364188 || info@studiolavia.it
Info: Comune di Padova - Settore Attività Culturali
Servizio Mostre tel. 049 820 4527 – 39 – 63, 049/8753981
Serviziomostre@comune.padova.it
http://padovacultura.padovanet.it
Sono previste attività didattiche per ragazzi e di età scolare (Prenotazione cell. 348 3502269, Associazione Fantalica)
Immagine: Barbara Uderzo, Blob ring mare nostrum
Inaugurazione 19 novembre ore 11
Oratorio di San Rocco
via Santa Lucia Padova
Orari: 9.30 - 12.30 / 15.30 - 19. Chiuso i lunedì non festivi, 25, 26 dicembre 2011 e 1 gennaio 2012
Tessera RAM:
Intero € 5
Ridotto € 3 (gruppi da 10 a 30 componenti; ultra 65 anni; studenti universitari fino a 26 anni; ragazzi dai 7 ai 17 anni; famiglie di almeno 3 componenti; touring club; Arci; Fiaf; Unpli, Cral Ospedale, Cts; Uno Magazine; Aci; Endas; Italia Nostra; Club Enel; Carta d’argento; Amici dei musei di Padova; scolaresche; portatori di handicap, possessori di PadovaCard, carta Giovani, carta Famiglia e Musei tutto l’anno, family card; scolaresche e gli eventuali ulteriori accompagnatori della scolaresca (oltre i due già concessi per ogni scolaresca)
Ingresso alle mostre + ingresso Fiera Arte Contemporanea ArtePadova
La tessera dà diritto al biglietto ridotto alla mostra: Biennale Internazionale di Architettura