Habitat. L'esposizione rientra ne Il mestiere delle arti, un progetto triennale di formazione avanzata che prevede la realizzazione completa da parte di ciascun allievo-artista di una mostra personale. Relazionandosi con una ex-fornace di laterizi, sede del museo, l'attenzione dell'artista e' stata rivolta agli scarti di demolizioni che spesso caratterizzano i paesaggi in via di nuova urbanizzazione.
Testi di Massimo Marchetti e Elena Pirazzoli
La mostra di Emanuela Ascari rientra nel quadro de "Il Mestiere delle Arti", un progetto triennale di formazione avanzata sostenuto dal Ministero della Gioventù e dalla Regione Emilia Romagna – Assessorato al Progetto Giovani, ed attuato dal GA/ER (Associazione Giovani Artisti dell’Emilia Romagna) e dal Comune di Ferrara. Ultima fase del programma è la realizzazione completa da parte di ciascun allievo-artista di una mostra personale: dalla concezione espositiva all’allestimento, fino alla comunicazione e gestione dell’evento. Domenica 4 dicembre inaugura "Habitat", mostra personale di Emanuela Ascari, in dialogo con il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna. Come in altri suoi lavori l'artista elabora un progetto a partire dalle specificità del luogo. Relazionandosi con una ex-fornace di laterizi, sede del museo, l'attenzione è stata rivolta agli scarti di demolizioni che spesso caratterizzano i paesaggi in via di nuova urbanizzazione.
A lato del museo, attorno al vecchio forno abbandonato del complesso industriale Galotti, si distende un paesaggio di macerie in attesa, di materia frantumata e senza forma, che diventa risorsa per altre forme possibili del pensiero e del desiderio. Con questa mostra Emanuela Ascari prosegue un progetto di destrutturazione del paesaggio, che viene scomposto, prelevato e riconfigurato per dar forma a una riflessione sui processi di trasformazione del territorio e della materia. Un percorso tra gli scarti, un lavoro di selezione e recupero del “rimosso” della città per il quale è necessario un cambiamento dello sguardo e del sentire. Dal ritrovamento nell'area di alcune lapidi memoriali scaturisce inoltre una riflessione su ciò che resta di un paesaggio umano, residui di una storia che a tratti scompare. Come quella della strage perpetrata dalla banda della Uno Bianca al campo nomadi, o quella di Massimo Venturi, ragazzo assassinato e rinvenuto in quel preciso luogo. Un lavoro di rielaborazione di un paesaggio temporaneo, frammentato, fatto di continue trasformazioni e rimozioni.
Emanuela Ascari si laurea al DAMS, Arti Visive, dell'Università degli Studi di Bologna, e successivamente consegue il Master "Paesaggi Straordinari" presso il Politecnico di Milano. Recentemente, ha realizzato "Materia Primaria", mostra personale per “Area Progetto Off”, organizzato dalla Galleria Civica di Modena e da Giovani d’Arte, presso la Biblioteca Civica Delfini di Modena. Tra le varie partecipazioni a mostre e progetti collettivi, si ricordano: nel 2011, "Green Desire / Desiderio Verde", Associazione Sassetti Cultura, Quartiere Isola, Milano; "Un altro mondo è ancora possibile?", Sala della Dogana, Genova; "Cuore di Pietra", Pianoro (BO); "Premio Artivisive San Fedele", Galleria San Fedele, Milano; nel 2010, "Premio Mario Razzano", Benevento; "Cesare Viel, Sabrina Torelli, Emanuela Ascari", Casabianca, Zola Predosa (BO); "Il Mestiere delle Arti. Here we are. Il luogo è sempre specifico", PAC Ferrara. Nel 2009 vince il Premio “Iceberg”, sezione Arte Pubblica, Bologna.
Museo del Patrimonio Industriale
via della Beverara, 123 (Ex Fornace Galotti) - Bologna
Dal martedì al venerdì, ore 09.00-13.00 Sabato, ore 09.00-13.00 e 15.00-18.00
Domenica, ore 15.00-18.00 Lunedì chiuso
Intero € 4,00, ridotto € 2,00 Gratuito ogni primo sabato pomeriggio del mese