L'autore si e' specializzato nel produrre personali ritratti di gruppo, aziendali o informali, sempre piu' ampi, sempre piu' onnicomprensivi di persone e luoghi, non senza una certa leggerezza ed umorismo. In mostra una serie di fotografie panoramiche, appartenenti ad una collezione privata, state scattate durante i suoi viaggi in Sud America, Russia, Stati Uniti, Hawaii, Egitto.
Negli spazi ristrutturati la galleria Cons Arc inizia la stagione 2011-2012 presentando un autore americano,
Eugene O.Goldbeck (1892-1986), già conosciuto in Ticino grazie alla mostra a lui dedicata nel 1999 dalla
Galleria Gottardo di Lugano e accompagnata dal bel catalogo di Actar(Ed.1999)
In mostra il gruppo di fotografie panoramiche, appartenenti ad una collezione privata, sono state scattate
da Eugene Omar Goldbeck durante i suoi molti viaggi: in Sud America, Russia, Stati Uniti, Hawaii, Egitto.
La particolarità di questa mostra sta nel fatto che tutte le stampe esposte sono originali, presumibilmente
stampate dallo stesso autore e in alcuni casi autografate, con il timbro dello studio di San Antonio in Texas
riportato in evidenza davanti all’immagine.
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Nato con un piede nell’Ottocento, ma con l’altro proiettato, con pieno slancio, verso il secolo seguente,
Eugene Goldbeck é stato un autore in parte misconosciuto, a lungo confinato nell’aneddotica ed alla
curiosità della fotografia panoramica.
Eppure egli prese con sé la parte più viva di un desiderio tipico del diciannovesimo secolo della scoperta
(di cui é figlia anche la fotografia), incarnandone mirabilmente le attese e la fiducia in un progresso mai
messo in discussione.
Ben presto, nei primi anni del Novecento, al giovane Goldbeck parve chiaro l’interesse per la fotografia: si
specializzò nel produrre personali ritratti di gruppo, aziendali o informali, sempre più ampi, sempre più
onnicomprensivi di persone e luoghi; non senza una certa leggerezza ed umorismo. Consensualmente ad
essi, produsse, per tutta la sua lunga carriera, panoramiche dei luoghi più affascinanti al mondo (dalla
piazza Rossa a Mosca alle cascate del Niagara, ed ancora, il Cairo nel 1971 ed il Machu Picchu, un anno
più tardi).
Tutto ciò ritratto grazie ad un apparecchio fotografico panoramico, Cirkut, capace di cogliere a 180 gradi
una porzione della realtà divenuta improvvisamente una larga tela, un campo da gioco da dominare, un
precipizio od una vertigine tutta orizzontale.
Qui la fotografia non supera l’occhio umano solo nel dettaglio ma anche nell’angolo di visione, dilatandone
lo spettro, scavalcandone i limiti.
Spesso, per giungere ai suoi spettacolari risultati, Goldbeck costruì punti di vista sempre più rialzati, scale
e torri, che gli permettessero di arrivare ad una prospettiva a volo d’uccello. Come quando nel 1947 ritrae
più di ventimila persone a formare l’insegna del corpo militare – fotografia riprodotta dal più grande
magazine dell’epoca, Life.
Applicò un personale taylorismo non tanto alla produzione (difficile e spesso impervia) quanto alla vendita
fotografica – con l’obiettivo fiducioso di vendere una stampa ad ogni persona ritratta.
E di queste persone colpiscono infatti gli atteggiamenti, colti nella piacevole consapevolezza di essere
parte di un tutto. Si tratta di volti anonimi ma non certo alienati, composti e gioviali. Ancora inseriti in un
ipotetico orizzonte comune e di senso, non atomizzati in mille frammenti di individualismo.
Ordinate lungo la vasta linea orizzontale della terra, verso un confine da raggiungere in una prospettiva
insindacabile di crescita e riuscita, le immagini di Goldbeck raccontano un’epoca, una cultura ed
un’ideologia senza il dovere di raccontare altro di sé, se non il proprio spettacolo grafico.
Segnalato da Massimo Vitali, che ne mutua alcune caratteristiche di ripresa, in tempi più recenti anche
Andreas Gursky sembra quasi rendere omaggio al fotografo texano: come Goldbeck, il fotografo tedesco
riprende le rigorose composizioni scenografiche umane del regime totalitario della Corea del Nord. Quasi a
sottolineare, ancora una volta, la potenza dell’occhio meccanico dall’Ottocento fino ad oggi.
Gian Franco Ragno
ott. 2011
Eugene O. Goldbeck (1896-1986). Figlio di emigranti tedeschi di prima generazione, nato e spentosi a San
Antonio in Texas, é un fotografo noto per l’impiego delle panoramiche a grande formato, prima otto per
dieci pollici e poi fino ai dieci pollici per cinquanta – positivo a cui corrisponde una stampa a contatto.
Fotografo di gruppi e di paesaggio, e “non ufficiale” dell’esercito (di fatto usa spesso come soggetto le
truppe militari tra la prima e la seconda guerra mondiale e poco oltre) per spettacolari foto di gruppo, fino a
scenografie umane che costruiscono, attraverso le tonalità delle divise, l’emblema della compagnia.
Per molto tempo conosciuto limitatamente agli Stati Uniti, a partire dagli anni Ottanta ha conosciuto una
viva riscoperta critica anche in Europa. Si ricordano alcune importanti esposizioni che ne hanno riassunto
l’opera i Rencontres di Arles nel 1998, poi, a cura di Kitti Bolognesi e Luca Patocchi, alla Galleria Gottardo
nel 1999.
Parte del suo immenso archivio – che conta più di 60’000 negativi – si trova oggi al Henri Ransom
Humanities Resarch Center di Austin, presso l’Università del Texas, accanto a quello dello storico della
fotografia Helmut Gernsheim.
Bibliografia:
Marguerite Davenport, The Unpretentious Pose: The Work of E. O. Goldbeck, A People’s Photographer,
1981
Clyde W. Burleson and E. Jessica Hickman, The Panoramic Photography of Eugene O. Goldbeck, Austin,
University of Texas Press, 1987
Richard Pearce-Moses, Photographic Collections in Texas: A Union Guide, College Station, Texas A&M
University Press, 1987.
Kitty Bolognesi, Luca Patocchi (a cura di), Goldbeck, Lugano, Galleria Gottardo, 1999 (Catalogo della
mostra)
Immagine: 3rd Annual Bathing Girl Revue, Galveston Tex. – May 14th, 1922. Dettaglio tratto da stampa originale di cm22.7×71 su carta baritata ai sali d’argento di cm 24×72
Inaugurazione: domenica 4 dicembre 2011 ore 11 > 13
Galleria Cons Arc
via Gruetli - CH-6830 Chiasso
Orari: lu-ve 9-12/14-18.30 sa 9-12
chiuso domenica e festivi
dal 24 dicembre all’11 gennaio 2012