Materiali e geometrie spaziali. In mostra circa 30 opere di piccolo formato degli ultimi due anni della produzione dell'artista, quadri-scultura realizzati con acciai speciali nei quali feritoie e buchi si amalgamano in figure geometriche.
Antonio Saporito ha ormai alle spalle un curriculum critico che certifica la sua instancabile attività e soprattutto la sua invidiabile capacità di inventare sempre nuove occasioni per proporre le sue opere. Opere sorrette da una base poetica che si avvale di una solida preparazione tecnica nella lavorazione e nell’uso dei metalli: materiali difficili, a volte freddi, spesso contrassegnati da una rigidità intrinseca che non accetta di piegarsi al progetto armonioso che è alla base della visione dell’artista. Ma la mano dell’artifex porta l’acciaio tra i parametri di un pentagramma formale sul quale la materia si fa specchio, amplificando i riverberi del metallo fino a mutarsi in luce.
Il passaggio dall’idea all’azione è effettuato con quella spontaneità che caratterizza Saporito uomo, senza appesantimenti retorici, ma con la volontà di andare in direzione dell’osservatore, spingendolo a osservare oltre il velo dell’apparenza.
E così l’artista ci accompagna nel suo viaggio tra le forme e i contrasti, tra il sovrapporsi e lo sfiorarsi dei piani sottili che evocano strutture di tradizione astrattista, che però viene reinterpretata con scelte sempre molto personali.
La linea poetica che governa il lavoro creativo di Saporito si innesta in una direttiva formale che ricerca continuamente un proprio punto di riferimento nell’idea di equilibrio. Rastremando il suo progetto in direzione di punti di fuga che celebrano la giustapposizione dei piani e la formalizzazione di risonanze cromatiche mai stridenti, l’artista affida all’acciaio il compito di trasformarsi in una sorta di anello di congiunzione tra spazi reali e immaginari, tra passato e presente, tra quanto appare e quanto effettivamente è.
Feritoie, teorie di buchi che si amalgamano in figure geometriche, linee senza interruzione, trafilature e tante altre tipologie d’intervento diretto sui materiali, lasciano spesso intravedere l’ombra o il colore del supporto sottostante, suggerendo una tridimensionalità che induce l’osservatore ad andare oltre quanto traspare a prima vista.
Il risultato è un tracciato che consente alle più ardite formulazioni grafiche di trovare corpo e voce in spazi dominati da una forte autonomia e da un’indubbia limpidezza poetica.
Saporito riesce senza così a creare delle suggestioni che lasciano il segno nell’immaginario del fruitore, coinvolgendolo in una sorta di illusione ottica in cui l’apparenza si miscela all’evocazione simbolica, che è per l’artista l’humus più fertile sul quale elaborare la sua ricerca. Una ricerca senza fine, infatti il suo lavoro si muove in un campo formale sconfinato: le molteplici soluzioni che consentono i materiali e i sistemi tecnici utilizzati, hanno la prerogativa di aprire continuamente nuovi universi, nei quali l’artista trova spazio per dare modo alla sua irrefrenabile creatività di esprimersi liberamente.
Massimo Centini
Il discorso di Antonio Saporito si colloca nell'area di una puntuale ricerca di materiali, che gli consentono di trasmettere le proprie sensazioni attraverso rigorose composizioni geometriche.
Profili di strutture architettoniche, lamiere policrome, lavori in rilievo, costituiscono gli aspetti di un alfabeto che da sempre gli appartiene, perchè i singoli elementi concorrono a creare il senso di un continuo dialogo tra l'artista e l'opera, tra progettazione e design, tra l'essenza di una scrittura che diviene documento di una personale visione della realtà.
Il percorso artistico di Saporito si è sviluppato attraverso una iniziale adesione alla lezione figurativa dei maestri del Novecento: da Morlotti a Calabria, da Rognoni a Nespolo, ora presidente del Museo del Cinema di Torino.
Una stagione, la sua, sfociata successivamente in un ciclo di lavori astratti che rappresentano la vera e insostituibile misura espressiva di un artista sempre più impegnato in una personale spazialità.
E nell'atmosfera si collocano quelle forme che hanno fatto dire a Vittorio Sgarbi: « Se la sua sperimentazione visiva appare improntata a un rigore che sembra non voler lasciare spazio alla fantasia, in realtà questo artista esprime emozioni e pensieri che diventano segni e materia...».
La sequenza dei quadri-scultura che sembrano alberi immersi nell'atmosfera, i gestuali e materici interventi pittorici, l'uso dell'alluminio, ritagliato e modulato, gli permettono di elaborare opere dai fondi monocromatici, dai quali emergono le trame calibrate e armoniche di un dettato simbolico.
Segni, contenitori in plexiglass, dati cromatici, vengono elaborati con la volontà delineare un proprio universo di impressioni, di lacerazioni, di ordinate soluzioni tecniche e stilistiche.
Saporito, quindi, affida alla materia il senso di un modello esistenziale che travalica i riferimanti con la quotidianità, per approdare all'espressione di interiori meditazioni trascritte nello spazio della memoria, dell'avventura umana,
di una volumetria elegante che attinge al design la propria identità.
Angelo Mistrangelo
La mostra è presentata in catalogo da Massimo Centini e Angelo Mistrangelo.
Inaugurazione mercoledì 7 Dicembre alle ore 18,00.
Galleria Accademia
via Accademia Albertina 3, Torino
Oari:13,00-12,30/16,00-19,30. Lunedì chiuso.
Ingresso libero