Ethnorizoma. Come nelle reti rizomatiche composte da radici sotterranee, nel web i flussi informativi attraversano i nodi delle conoscenze condivise, in un tessuto di relazioni nomadiche e democratiche. In esposizione opere in tecnica mista (acquarello, collage, cuciture) e due grandi installazioni in fibra.
Si inaugura venerdì 9 dicembre alle ore 17 presso il Museo di San Casciano Val di Pesa la mostra Ethnorizoma di Marina Faggioli, che prevede l'esposizione di opere realizzate in tecnica mista (acquarello, collage, cuciture) e due grandi installazioni in fibra.
C’è solo da chiedersi quanto fossero lunghi gli enormi rizomi che ancoravano le Calamites al terreno. Collegati da queste radici sotterranee, centinaia di alberi costituivano singoli organismi, forse i più grandi esseri viventi mai esistiti nella storia della terra...
Oliver Sacks, L’isola dei senza colore
Tema conduttore della mostra il concetto di rizoma, metafora organica che interpreta e rivela le connessioni e le analogie tra i processi culturali, come si strutturano nell'era del cyberspazio, e i modelli genetici in natura: come nelle reti rizomatiche composte da radici sotterranee, nella rete sociale del web i flussi informativi attraversano i nodi delle informazioni e delle conoscenze condivise, in un tessuto di relazioni nomadiche e democratiche.
Il rizoma come figura della complessità del moderno, dunque: comporta la crescita in ogni direzione, ammette strappi, buchi, zone discontinue e frammentarie, sovversioni e nascondimenti; rende immaginabile una cartografia mobile e in continuo divenire, liquida come liquido è il fluido che anima gli esseri viventi, dove ciò che non è ancora segnato corrisponde alla terra di nessuno dove è (per ora) ancora possibile immaginare mondi nuovi.
Irrinunciabile è per l'artista, in questo contesto, la ripresa di una certa lezione delle avanguardie storiche – dall'insegnamento di Paul Klee alle intuizioni di Kafka, quando dice: «Le cose che mi vengono in mente non mi si presentano attraverso la loro radice, ma per un punto qualunque situato verso il loro mezzo...» – che propone una genesi formale mimetica, germinante, anarchica, affine ai processi spontanei in natura. Fibre, tessuti, fili, strappi e cuciture, ma anche carte geografiche e fragili architetture di carta, sono i materiali nell'opera di Marina Faggioli, attraverso i quali si costruisce una botanica immaginaria, lirica e talvolta gioiosamente pagliaccesca.
Una profonda simpatia si avverte, dunque, in queste opere, verso le forme naturali: i rizomi, sì, ma anche l'andamento proliferante di funghi e di muffe e degli utili lieviti. E siccome i tempi e i modi della natura possono tornare ad essere quelli dell'uomo, l'artista ha scelto, per le sue installazioni, una tecnica antica, quella dell'uncinetto – utilizzata normalmente per confezionare le vesti –, che possiede una grande plasticità e coniuga l'elasticità e l'adattabilità simili alla facoltà autorganizzativa naturale con il carattere antropologico – lento, paziente ma anche ludico – del lavoro artigianale. D'altronde, la metafora tessile è assai presente nella nostra lingua quando si parla di comunicazione così come di scienze naturali: il tessuto e l'intreccio narrativo, la trama della storia, il filo del discorso, la rete internet, ma anche: tessuto connettivo, rete neurale, fibre muscolari.
E così... si chiude il cerchio: il moderno calcolatore, il computer, nasce storicamente dalla trasformazione del telaio.
Inaugurazione 9 dicembre ore 17
Museo di San Casciano (ex Museo di arte sacra)
via Lucardesi (Chiesa di Santa Maria del Gesu') - San Casciano Val di Pesa (FI)
lunedi e giovedi 10-13, sabato e domenica 10-13 e 15-18