Ogni stanza della galleria ospita una sola opera di Paolini, che attraverso il suo titolo ne evoca un'altra esposta in galleria precedentemente. Nella prima stanza 4 cornici dorate presentano un'inquadratura fotografica dello studio dell'artista, nell'ambiente successivo Eco propone un disegno sviluppato su due pareti, nel terzo spazio sono esposti calchi di gesso e tessuti di seta, nell'ultima sala Circo Massimo propone il profilo di un personaggio in abito da cerimonia.
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Per la sua sesta esposizione personale alla Galleria Massimo Minini, Giulio Paolini ha realizzato quattro lavori inediti di grande formato. Ciascuna stanza accoglie una sola opera, che attraverso il suo titolo ne evoca un’altra, esposta dall’artista in precedenza nella stessa galleria. “Quanto d’inedito e inatteso queste nuove immagini propongono è però anche traccia antica e sedimentata della nostra comune memoria”, scrive Paolini nella lettera a Minini riprodotta nel foglio-invito della mostra che ripercorre la lunga amicizia tra il gallerista e l’artista.
Nella prima stanza, intitolata L’ospite, quattro cornici dorate presentano un’inquadratura fotografica dello studio dell’artista, che a sua volta inscrive un’immagine dell'ambiente medesimo in cui il lavoro è esposto e nel quale Paolini ha allestito nel 1989 la mostra omonima. Tutt’intorno, altre cornici amplificano sulla parete la prospettiva suggerita dalle fotografie.
Nell’ambiente successivo, Eco propone un grande disegno sviluppato su due pareti adiacenti, che attraverso una serie di riquadri evoca la sequenza dei nove elementi costitutivi dell’opera dallo stesso titolo esposta a Brescia nel 1976.
Nel terzo spazio quattro cubi di plexiglas sono accostati a formare un piano di appoggio per alcuni frammenti di calchi in gesso e tessuti di seta, che si fanno eco dell’opera Casa di Lucrezio esposta da Paolini in galleria nel 1981.
Nell’ultima sala, infine, Circo Massimo propone il profilo di un personaggio in abito da cerimonia, delineato sulla parete in grandezza al vero, che tiene davanti a sé la riproduzione fotografica di un teatrino, animato da particolari di opere di artisti esposti in galleria nel passato, mentre intorno altre cornici disperdono ulteriori elementi di immagini apparse nel tempo nella stessa sede espositiva.
La ricerca artistica di Giulio Paolini (1940) verte su tematiche che interrogano la concezione, il manifestarsi e la visione dell’opera d’arte. Dalle prime indagini intorno agli elementi costitutivi del quadro l’attenzione si è orientata in seguito sull’atto espositivo, sulla considerazione dell’opera come catalogo delle sue stesse possibilità, così come sulla figura dell’autore e sul suo mancato contatto con l’opera, che gli preesiste e lo supera.
Dalla sua prima personale nel 1964, Paolini ha tenuto innumerevoli mostre in gallerie e musei internazionali. Tra le maggiori antologiche si ricordano quelle al Palazzo della Pilotta a Parma (1976), allo Stedelijk Museum di Amsterdam (1980), al Nouveau Musée di Villeurbanne (1984), alla Staatsgalerie di Stoccarda (1986), alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (1988), alla Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum di Graz (1998), alla Fondazione Prada a Milano (2003) e al Kunstmuseum di Winterthur (2005).
È stato più volte invitato alla Documenta di Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997).
Inaugurazione sabato 14 gennaio ore 18, fino al 10 marzo 2012
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For his sixth solo show at Galleria Massimo Minini, Giulio Paolini has created four new large-scale works. Each room houses a single piece, its title evoking another one previously exhibited by the artist at the same gallery. “The new, unexpected elements in these images nonetheless incorporate the accumulated traces of our shared history,” Paolini writes in a letter to Minini (reproduced on the invitation) which looks back over the long friendship between the gallerist and the artist.
In the first room, titled L’ospite (“The Guest”), four gilded frames hold a photographic view of the artist’s studio, which in turn contains an image of the very space where the work is displayed and where Paolini presented the show by the same name in 1989. All around, other frames on the wall amplify the perspective suggested by the photos.
Next door, Eco (“Echo”) is a large drawing that stretches across two adjacent walls, with a series of squares evoking the sequence of nine elements that made up the work with the same title that was exhibited in Brescia in 1976.
In the third space, four Plexiglas cubes are placed next to each other to form a pedestal for several fragments of plaster casts and pieces of silk, echoing the work Casa di Lucrezio (“House of Lucretius”), which Paolini exhibited at the gallery in 1981.
In the last room, Circo Massimo (“Circus Maximus”) the profile of a figure in formal dress is traced on the wall life-size, holding out the photograph of a toy theater animated by details of artists’ works shown at the gallery in the past; around this, scattered frames present other elements of images that have appeared over the years in the same venue.
The key themes in the artistic career of Giulio Paolini (b. 1940) revolve around the conception, manifestation and vision of the artwork. After early explorations of the basic elements that compose a painting, he came to focus on the act of exhibition, on the work as a catalogue of its own possibilities, on the figure of the artist, and on the gap between the latter and the work, which exists before, after, and beyond him.
Since his first solo show in 1964, Paolini has had countless exhibitions in galleries and museums around the world, including Palazzo della Pilotta in Parma (1976), the Stedelijk Museum in Amsterdam (1980), the Nouveau Musée in Villeurbanne (1984), the Staatsgalerie in Stuttgart (1986), Galleria Nazionale d’Arte Moderna in Rome (1988), the Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum in Graz (1998), Fondazione Prada
in Milan (2003), and the Kunstmuseum in Winterthur (2005). He has repeatedly been invited to take part in Documenta in Kassel (1972, 1977, 1982, 1992) and the Venice Biennale (1970, 1976, 1978, 1980, 1984, 1986, 1993, 1995, 1997).
Opening Saturday 14 January at 6 pm, on view until 10 March 2012
Galleria Massimo Minini
Via Apollonio 68 – Brescia
Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19.30; sabato dalle 15.30 alle 19.30.
Ingresso libero