Percepire il reale. E' esposta la serie di scatti unici dal titolo "cantiere navale" in cui l'artista rende astratte e remote cose familiari, e dove l'intensita' cromatica rende labile il confine tra fotografia e pittura.
a cura di Manuela Scozzafava
Vito Finocchiaro è un fotografo autodidatta italiano, nato nel 1965 a Mascali, paesino alle pendici dell’Etna.
Figlio d’arte, cresce giocando con la macchina fotografica e trascorre i suoi giorni in camera oscura con il padre, fin dalla tenera età.
Inizia il lavoro di fotografo professionista molto giovane, è un artista molto sensibile a tutto ciò che lo circonda; la vita stessa è il suo tema, la sua raffinata ricerca fotografica diviene interpretazione matura dell’immagine, linguaggio di universale impatto emotivo al quale l'autore dà voce regalando scatti unici in cui il confine tra pittura e fotografia diviene labile.
Forte dell’esperienza in camera oscura col padre, hanno contribuito alla sua formazione fotografica workshops che permettono all’artista di venire in contatto con lo stile e il pensiero di diversi fotografi di fama nazionale ed internazionale e lo portano ad una profonda e continua ricerca interiore ed ad uno stile assolutamente personale ed inconfondibile.
Dopo un iniziale scetticismo, vede il passaggio dall’ “analogico” al “digitale come un nuovo modo altrettanto affascinante, con tecnologie capaci, se usate opportunamente , di seguitare a far vivere emozioni altrettanto coinvolgenti, senza mai sostituirsi alla creatività e alla capacità di dominare la luce naturale, competenza specifica di un vero Fotografo, di chi studia la composizione dell’immagine fin dallo scatto, perché in quel momento l’immagine è già creata nella mente dell’autore capace di valorizzare il soggetto nei suoi aspetti più profondi. Usa i nuovi software squisitamente per riprodurre quei procedimenti acquisiti in camera oscura, luogo privilegiato ed unico di una vera immagine, dove con maestria ha visto per anni la fotografia prendere forma tra negative, sali d’argento e di bromuro, acidi e viraggi. La ricerca dell’armonia , la composizione meditata di un’immagine e la simbiosi con la luce sono elementi che appartengono solo a chi quotidianamente ricerca espressioni artistiche sempre più elevate.
Vito Finocchiaro per la sua personale espone la serie di fotografie dal titolo “cantiere navale”.
Con questa sceglie una certa visualizzazione per suscitare certe reazioni mentali, le fotografie rappresentano ciò che Finocchiaro vorrebbe comunicare con esse; è diverso da ciò che è mostrato, e così uno stesso soggetto viene rappresentato con tonalità differenti suscitando opposte reazioni. Ciò che è mostrato, il soggetto, viene spersonalizzato dal nostro rapporto con il mondo, come un binocolo usato al rovescio, il fotografo rende astratte e remote cose familiari. E’ l’estetizzazione della realtà.
L’intensità cromatica è la qualità che più si evince dal frame del fotografo, che in alcuni scatti diventa quasi pittura. Gli oggetti sono immobili ma stillano nell’osservatore emozioni vivide. L’artista riesce a leggersi dentro a mettersi in comunicazione col proprio “io” con le emozioni e i sentimenti più intimi ed autentici, rivive l’esperienza della solitudine, del freddo, della fatica, colti in una frazione di secondo grazie alla sensibiltà di un artista che intuisce intelligentemente la realtà che lo circonda e trasferisce il suo sentire in immagini che rende reali attraverso il mezzo fotografico; e la fredda pressione dell’indice sul pulsante si trasforma in pathos.
Vale per ogni fotografia ciò che Wittgenstein diceva delle parole: il significato è l’uso.
Vernissage giovedì 26 febbraio ore 19
RAVALgallery
via dei Marsi, 50 (San Lorenzo) Roma
Aperta dal lunedì a sabato dalle 17.00 alle 22.00
Ingresso libero