Sette carte e una piccola tela. La mostra presenta una serie di lavori su carta che raccontano il definirsi di una stagione post-figurativa fino alle visioni cosmiche dell'artista.
Segni della memoria
usomagazzino, con segni della memoria, esula solo apparentemente dai suoi programmatici schemi, tenendo insieme corrispondenze e giacenze, ma anche deiezioni, e raccontare di incontri ed esperienze vissute che la matericità e la concettualità dell’arte rendono tangibili fuori del tempo nell’autonomia da ogni resoconto personale, per quanto fortemente autobiografico è il procedere su percorsi selettivi ed espositivi connotati da memorie e prospettive progettuali individuali.
Sono memorie legate ad un territorio regionale, quello abruzzese, i segni lasciati da familiari frequentazioni che ho avuto l’opportunità di vivere grazie a mio padre (Giuseppe Rosato) che nel suo mestiere di scrittore non ha mai trascurato, per una passione innata diventata presto ragione di approfondimento, altre espressioni del linguaggio come la pittura e la scultura nelle loro manifestazioni più vere in ambito sia figurativo che concettuale. Ho incontrato, anche senza volerlo, uomini che nel novecento si sono impegnati con passione tecnica ed etica all’esercizio dell’arte percorrendo ambiti diversi, non necessariamente a tutti i costi innovativi, restando autentici nella costante ricerca di un progetto autonomo (espressione comunque di un sentire collettivo) di modificazione degli equilibri del mondo.
A questi uomini è dedicata la rassegna segni della memoria che prevede appuntamenti monografici dedicati a maestri del novecento abruzzese (Federico Spoltore, Alfredo Del Greco, Michele Cascella, Elio Di Blasio, Giovanni Pittoni, Guido Montauti, ecc.), così come a maestri che all’Abruzzo e alla nostra casa si sono accostati, direttamente o indirettamente, per un felice incontro (Paola Levi Montalcini, Isao Schimizu, Emilio Sobrero e altri)
Federico Spoltore
Il primo appuntamento è dedicato a Federico Spoltore (Lanciano 1902 –1988) a centodieci anni dalla nascita. Pittore di chiara fama internazionale, soprattutto come ritrattista dei personaggi della storia del primo novecento (da Mussolini a Stalin, da Pio XII a Truman), sul finire degli anni cinquanta si avvia ad un progressivo ritiro, nel segreto del suo studio lancianese, certo di volersi sottrarre alla produzione del consenso e indagare “all’interno delle cose visibili per coglierne al di là della dichiarata parvenza l’essenza segreta”(GR).
Sette carte e una piccola tela
Ricordando Federico Spoltore non posso prescindere dal fascino che le visite nel suo studio lancianese provocavano in me sin da bambino: una visita rituale che prevedeva un lento salire nella bella e vecchia casa di fronte a Santa Maria Maggiore; passando per i saloni di rappresentanza del primo piano da lui stesso affrescati nel tempo, con la speranza di essere ammessi nella sala delle armi, si accedeva al secondo piano per sostare in piacevoli conversazioni davanti al grande camino in una delle sale domestiche in attesa di continuare a salire e finalmente raggiungere lo studio collocato nella torre piena di luce a sovrastare i tetti della chiesa. Di quella luce portano testimonianza le opere del suo secondo periodo ed evidenti ne sono le tracce su queste carte che raccontano il definirsi di una stagione post-figurativa: dal 1960 al 1986, dagli embrioni di una nuova forma dell’emozione fino alle visioni cosmiche.
(Lúcio Rosato)
Vernissage: venerdì 3 febbraio 2012 ore 19.00
usomagazzino PER ALTRE ARCHITETTURE
via Silvio Spaventa 10/4 PescaraSud
orario di apertura: dal martedì al sabato dalle 18.00 alle 20.00
Ingresso libero