Le immagini di "Migrant workers journey" mostrano la condizione degli immigrati che lavorano come stagionali nei campi della Basilicata, della Calabria e della Puglia, ma anche e soprattutto la loro devastante disperazione.
Mostra a cura di Gigliola Foschi e Andrea Dall'Asta S.I. in collaborazione
con Prospekt Photographers e OnOff Picture
Un tempo sarebbero stati chiamati schiavi, oggi vengono definiti clandestini
o lavoratori stagionali. Ma lo sfruttamento è rimasto lo stesso e non hanno
nessuna voce, nessun diritto. Neanche quello di ammalarsi o di farsi curare
in ospedale perché, se privi di permesso di soggiorno, rischiano fino a
quattro anni di carcere. Ogni giorno devono procurarsi un lavoro nei campi,
spostandosi dal Sud al Nord Italia. Raccolgono meloni, pomodori, olive e
arance per 25 euro al giorno, poi devono sparire dentro abitazioni di
fortuna e cercare di sopravvivere malgrado tutto. Nonostante le botte dei
caporali che gli danno o gli tolgono il lavoro, nonostante i tuguri dove
sono costretti a vivere, nonostante la sporcizia, l¹avvilimento, la
solitudine e lo sconforto.
E' questo che ci mostrano le immagini nitide e
dirette di Michele Palazzi e Alessandro Penso: la condizione degli immigrati
che lavorano come stagionali nei campi della Basilicata, della Calabria e
della Puglia, ma anche e soprattutto la loro devastante disperazione. Una
disperazione che emerge con forza, immagine dopo immagine, proprio perché
nell¹approfondita ricerca di questi due autori non c¹è nessun pietismo,
nessun tentativo di ostentare il loro dolore, di sottolineare la
drammaticità delle condizioni di vita di queste persone considerate non
persone. Le loro immagini si limitano a mostrare, con serietà e rigore, dove
vivono e lavorano questi immigrati irregolari. E proprio per questo ci
rivelano la nostra crudeltà, le nostre responsabilità collettive protese a
non sapere, non capire, non immaginare. Perché l¹unica domanda che ci
facciamo è sempre: "Ma quanti saranno gli stranieri immigrati in Italia?". E
invece non ci chiediamo mai: "Chi sono, come li obblighiamo a vivere a causa
delle nostre leggi, da dove vengono e perché hanno voluto o dovuto lasciare
il loro paese?".
Gigliola Foschi, storica e critica della fotografia
Galleria San Fedele
piazza San Fedele, 4 - Milano
16,00 19,00 dal martedì al sabato,
al mattino su richiesta
Ingresso libero