Sliding Slides. L'artista mescola soggetti di matrice pop con icone di un patrimonio artistico collettivo, accostati a un testo che scorre, trascinando con se' la composizione. In mostra dodici tele di due formati.
a cura di Carlo Ducci
L’esposizione prevede l’installazione di dodici tele di due formati, che si alternano su tre file, una accanto all’altra, per creare, su un’unica parete, l’effetto visivo di un grande schermo. E’ una “riflessione” sulla visione e sulla percezione che abbiamo delle parole e delle immagini quotidiane e del nostro immaginario. La scelta di mescolare soggetti di matrice pop con icone di un patrimonio artistico collettivo, accostati a un testo che scorre, trascinando con sé la composizione, enfatizza un processo perverso ma affascinante, al termine del quale non possiamo evitare di compiere delle scelte.
Icone. Segni. Colori. E Parole. Mix di forte impatto visivo per una personalissima interpretazione del contemporaneo, insieme report e analisi del Mondo, fatto di tanti mondi sovrapposti e complementari, paradigma di quel “globale” che è realtà quotidiana. Nelle formelle di “Sliding Slides”, si legge una visione unica, speciale, a tratti spiazzante, certo adatta a vari piani di lettura, scelta voluta e consapevole. Infatti, se ad occhi superficiali può apparire un insieme frammentato e disarmonico, quasi un melting pot casuale, in seconda battuta rivela il suo sotteso ma evidente filo conduttore, quel seducente far riflettere l’osservatore sul se e sul quanto sia conscio del proprio ruolo nell’oggi sociale: oggi, in assenza di regole imposte, è questione decisamente necessaria. E, si sa, la libertà di scelta presuppone consapevolezza di sé e dei propri desideri. In “Sliding Slides” non c’è giudizio ma racconto, non c’è critica ma lettura, realistica quanto positiva. E c’è, in più, l’utilizzo della riconoscibile abilità pittorica, volutamente messa al servizio del messaggio, dell’incipit provocatorio e della domanda finale. L’insieme risulta coeso grazie alle parole, alle frasi in sequenza ma che vivono di vita propria. Un tratto distintivo nell’opera di Cristina Ruffoni, che con pervicace coerenza non ha mai abbandonato a vantaggio di stilemi diversi magari più leggibili o seduttivi, ma che, oltre a non appartenerle, ne avrebbero senza dubbio appiattito il messaggio. Quasi una sfida, la sua, senza dubbio un atto di intima forza che, in “Sliding Slides” si somma alla sfida propria dell’opera: quella di far riflettere sul tema, personalissimo ed eterno, della consapevolezza nel tempo che si sta vivendo.
Carlo Ducci
Note biografiche sull’artista
Cristina Ruffoni (www.cristinaruffoni.eu) nasce a Stresa (Vb) il 1962, vive e lavora a Milano, ha studiato Pittura all’Accademia di Brera.
Alcune mostre personali:
1989 – “Al Mercato del Sale” – due personali: Leonora de Barros e Cristina Ruffoni a cura di Ugo Carrega
2000 – “Satura Art Gallery” Genova – “Film ad immagini e parole statiche” interpretazione di Casa “La vita” di Alberto Savinio a cura di Maria Teresa Colonna
2003 – “Torre del Lebbroso” – Antologica: “Altre voci altre stanze” a cura di Martina Corgnati
2011 – “Viaggio di andata e ritorno nel disturbo bipolare” installazione e recitazione del testo in occasione del Festival Follemente al Teatro Verga di Milano
Alcune mostre collettive
1988 –“Collaborazione all’installazione di Ken Friedman alla rassegna Milano Poesia all’Ansaldo
1995 – “Museo Balaton” di Budapest – Rassegna sperimentale di Visual Poetry
1995 – “Mai più ripararsi dietro le virgole” – alla biblioteca Nazionale Braidense di Milano
2010 – “Reality, what Reality?” – Onishi Gallery di New York a cura di Stefania Carrozzini
2002 – Con Micaela Solbiati pubblica il romanzo “Gli anni chiusi” collana Aquiloni, Edizioni Archinto
2005 – Con Micaela Solbiati e Duccio Locati pubblica il romanzo “Gayland”, Croci Editore
catalogo in Galleria
inaugurazione: giovedì 1 marzo ore 18. in contemporanea prosegue ‘Funamboli’ di Mavi Ferrando
Quintocortile
viale Bligny, 42 - Milano
orario: da lunedì a venerdì dalle 17,00 alle 19,00