Il peso fa paura (haptikos). Sculture metalliche astratte, di forma amorfa, create al solo scopo di essere percepite come materiale comunicante una sensazione o uno stimolo tattile.
Particolarissima mostra quella di Antoine Zgraggen alla Galleria l’Affiche il primo marzo.
Scultore svizzero ormai presente nel panorama artistico elvetico e tedesco, Zgraggen è alla
terza mostra all’Affiche (la prima, lui sconosciuto, era del 1999). In questi anni ha esposto, tra
l’altro, alla Kunsthalle Schirn di Francoforte (2007), al Museo Tinguely di Basilea (2008), alla
Flower East Gallery di Londra (2008) e al Museum der Dinge di Berlino (2009-2010).
Nel piccolo catalogo pubblicato in occasione di questa mostra, Heinz Stahlut, curatore della
sezione Fine Art della Berlinische Galerie, definisce le opere presentate all’Affiche come
“sculture metalliche astratte che a prima vista ricordano quelle amorfe in pietra o piatte
dell’artista dadaista e surrealista Hans Arp”.
Dice invece Zgraggen: “questi oggetti, di forma generalmente amorfa, sono stati creati al solo
e unico scopo di essere percepiti – consapevolmente o inconsciamente – come materiale
comunicante una sensazione o uno stimolo tattile. In quanto tali, devono incuriosire e risultare
piacevoli al tatto. Dal punto di vista estetico, l’aspetto visivo è chiaramente subordinato a
questa funzione primaria. Sul piano tecnico i Touchers nascono dalla fusione di metalli come
l’alluminio, il bronzo o l’acciaio inox, e sono pensati per essere installati in luoghi di passaggio,
su muri o pilastri”.
Meno di cento “fusioni”, quindi, di peso da qualche grammo a qualche quintale (sic!), sono
presentate nei piccoli spazi della galleria, a volte inserite in cornici tridimensionali in ferro.
Scrive il dottor Urs Argast, psichiatra: “è davvero un’esperienza diversa toccare, accarezzare,
far scivolare le mani sulla superficie di queste sculture. Zgraggen le chiama Handscmeichers,
cioè oggetti che carezzano le mani, ed è proprio questo che fanno. Colpisce la sensazione
fresca e perfino fredda che lasciano sulla pelle. La mano cerca qualcosa che la guidi in questo
deserto di lucentezza, e trova realmente dei luoghi che hanno conservato parte della loro
rugosità, sporgenze che suggeriscono ricordi di altre protuberanze, quelle che una volta erano
sostegno e nutririmento e che ancora oggi ci invitano al gioco. La percezione oscilla tra il tatto,
la ricerca e lo sguardo, nei giochi di luce che percorrono la superficie liscia e brillante di questi
corpi.”
Catalogo in galleria con testi di Heinz Stahlut e Urs Argast.
Immagine: Antoine Zgraggen. Senza titolo, 2011. Ghisa ramata sospesa. 40 x 28 x 27 cm. 70 Kg
Inaugurazione: giovedì 1 marzo dalle 18.30
Galleria l’Affiche
via dell’Unione 6 Milano
Orario: da martedì a sabato, ore 16-19
Ingresso libero