Galleria d'Arte Moderna - GAM
Torino
via Magenta, 31
011 4429518, 011 4429595 FAX 011 4429550
WEB
Due mostre
dal 14/3/2012 al 9/6/2012
mar - dom 10-18, la biglietteria chiude un'ora prima

Segnalato da

Daniela Matteu



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Audio intervista:
Riccardo Passoni



 
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14/3/2012

Due mostre

Galleria d'Arte Moderna - GAM, Torino

Strangers e' una rassegna che attinge alla collezione del museo, esso mantenne una natura fortemente radicata al territorio almeno fino agli anni '20 e solo nel secondo dopoguerra si apri' a una visione internazionale. Da questo periodo parte l'analisi per la scelta delle 60 importanti opere in mostra. Nella Wunderkammer: 'Giuseppe Mazzola e l'eleganza neoclassica' con i disegni dell'artista (Invozio di Valduggia 1748 - Milano 1838) su temi sacri, soggetti mitologici e letterari.


comunicato stampa

Strangers

a cura di Riccardo Passoni

La volontà della GAM di Torino di valorizzare le proprie collezioni, concretizzata negli ultimi due anni con l’esposizione del patrimonio secondo un ordine tematico a rotazione, prosegue idealmente con la mostra temporanea dal titolo Strangers, ordinata da Riccardo Passoni negli spazi dell’Exhibition Area del primo piano del museo. Oltre ad offrire ai visitatori l’opportunità di scoprire un importante segmento per lo più sconosciuto della ricca collezione del museo, la rassegna permette di approfondire la storia della politica di acquisizioni, in questo caso di arte “straniera”, che negli anni ha permesso di annoverare la GAM tra i primi musei d’arte moderna e contemporanea in Italia e tra i più conosciuti in Europa.

Il museo, che mantenne una natura fortemente radicata al territorio almeno fino agli anni Venti del Novecento, solo nel secondo dopoguerra si aprì ad una visione internazionale, grazie all’intensificarsi di una campagna di acquisizioni rivolta non solo all’arte nazionale. Ed è proprio da questo periodo che parte l’analisi per la scelta delle 60 opere in mostra, perché da quel momento ha inizio un vero e proprio svecchiamento delle collezioni GAM.

Tra il 1951 e il 1961 vengono organizzate a Torino 7 mostre dal titolo Pittori d’Oggi. Francia Italia, e da queste rassegne confluiscono in collezione importanti lavori di artisti internazionali. Con la fine della guerra riprende inoltre la consuetudine di acquisire opere alle Biennali di Venezia, e da importanti gallerie e collezionisti privati, che in quegli stessi anni si inseriscono in un tessuto culturale in continuo fermento.
Il primo acquisto davvero ardito del museo alla Biennale risale al 1954: Scultura di silenzio “Corneille” di Hans Arp del 1942, che apre la mostra in una sala a lui dedicata e nella quale il pubblico potrà trovare esposte anche 5 serigrafie del 1959.

Le altre sezioni della mostra presentano i linguaggi artistici internazionali che dalla metà degli anni Cinquanta e fino agli anni Settanta hanno caratterizzato le annessioni alla GAM. Si tratta della consistente presenza Informale (con, tra le altre, opere di André Masson, Wols, Roger Bissiere, Hans Hartung e Pierre Soulages), delle ricerche ottico-geometriche di Beverly Pepper fino al nucleo di arte Pop americana, giunto in museo grazie ai notevoli acquisti degli anni Sessanta (e grazie ai quali confluì anche l’unica opera alla GAM di Pablo Picasso) che comprende il capolavoro di Andy Warhol Orange Car Crash del 1963 e undici serigrafie di autori americani come Roy Lichtenstein, James Rosenquist, Tom Wesselmann, o inglesi come Allen Jones, e Peter Phillis, tutte in origine contenute in un’unica cartella acquistata dal museo nel 1967 dalla galleria Sperone.

La fitta politica di esposizioni temporanee che caratterizza gli inizi degli anni Settanta coincide con l’arrivo in museo di una serie di autori non solo italiani, chiamati a esporre in rassegne personali. Molto spesso la mostra si concludeva con l’acquisizione di una o più opere, ed è per questo che oggi troviamo in collezione opere di Anna Eva Bergman e Gerard Schneider o le fotografie di Irving Penn, stampe originali ai sali d’argento donate dal fotografo alla GAM. In anni recenti il patrimonio della GAM ha continuato ad accrescersi, anche grazie al notevole impegno, ormai decennale, della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, che ha permesso negli anni Novanta di colmare diverse lacune presenti in collezione, ad esempio Jean Fautrier, o comunque di arricchire nuclei di opere già presenti (come Karel Appel e Asger Jorn), fino ai recentissimi acquisti di artisti contemporanei, che pur non trovando luogo negli spazi della mostra possono essere ammirati nelle sale dedicate all’esposizione permanente. Tra tutte ricordiamo le installazioni di Hermann Nitsch e le imponenti opere di Anselm Kiefer, esposti entrambi nel corridoio dedicato all’Anima.

Artisti in mostra:
Josef Albers, Karel Appel, Hans Jean Arp, Anna Eva Bergman, Roger Bissiere Norman Bluhm, Lynn Chadwyck, Eduardo Chillida, Allan D’arcangelo, Jim Dine, Isao Domoto, Jean Fautrier, Hans Glattfelder, Hans Hartung, Auguste Herbin, Allen Jones, Asger Jorn, Gerald Laing, Roy Lichtenstein, Walther Linck, Alfred Manessier, André Masson, Louise Nevelson, Irving Penn, Beverly Pepper, Peter Phillips, Pablo Picasso, Mel Ramos, Alain Resnais, James Rosenquist, Gerard Schneider, William Scott, Pierre Soulages, Pierre Tal Coat, Rufino Tamayo, Sofû Teshigahara, Joe Tilson, Marc Tobey, Cy Twombly, Maria Helena Vieira Da Silva, Andy Warhol, John Wesley, Tom Wesselmann, Fritz Winter, Wols.

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dal 15 marzo al 20 maggio 2012
Wunderkammer: Giuseppe Mazzola e l'eleganza neoclassica

a cura di Piera Giovanna Tordella

La Wunderkammer della GAM, lo spazio dedicato all’esposizione del patrimonio grafico del museo, presenta a partire dal 15 marzo 2012 i preziosi disegni di Giuseppe Mazzola (Invozio di Valduggia 1748–Milano 1838). La selezione dei fogli, tutti appartenenti al Gabinetto Disegni e Stampe della GAM, pone in risalto gli esemplari di maggiore bellezza, rappresentativi dei filoni cui l’artista si è dedicato: temi sacri, soggetti mitologici e letterari. L’esposizione a cura di Piera Giovanna Tordella, docente di Storia del disegno e dell’incisione grafica presso l’Università di Torino, presenta i risultati di un’indagine che, seguendo una direttrice da tempo portata avanti dalla curatrice, pone l’attenzione sulla relazione tra stile e tecnica; ovvero su come la cifra linguistica determini in Mazzola, anche attraverso la selezione degli strumenti esecutivi, la dimensione espressiva. Cosa abbia significato, ad esempio, l’adozione di un certo medium grafico o ancora l’uso di una particolare preparazione della carta. Un’attenta analisi è dedicata inoltre all’andamento del tratto e a come esso si sia modificato dopo il 1804 quando, a causa dell’amputazione dell’avambraccio destro, l’artista iniziò ad utilizzare la mano sinistra. Ad accomunare i quindici fogli esposti in Wunderkammer è la ricerca volta ad un’ideale di bellezza che trae linfa dalla tradizione classica, coniugando grazia e armonia. A questi precetti è ispirato il delicato profilo che impronta lo Studio per il volto della Vergine o ancora il Cupido Studio per un Cupido in riposo che richiama alla memoria il dipinto con gli amori di Venere e Marte eseguito dall’artista per la collezione del principe Borghese (ora Vercelli, Museo Borgogna).

Giuseppe Mazzola aderì alla cultura neoclassica nella particolare declinazione che di essa offrì Anton Raphael Mengs, di cui l’artista fu brillante allievo oltre che erede dei suoi scritti teorici. Stimolato dalla stretta amicizia e dallo scambio intellettuale con Winckelmann, Mengs teorizzava la necessità di dar vita ad un nuovo classicismo raccordando i vertici della grande tradizione italiana: l’ideale bellezza incarnata dalle opere di Raffaello e la nobile eleganza dei maestri del classicismo seicentesco. A preparare il giovane Mazzola a quel gusto furono i primi studi presso l’Accademia di Parma, avviati nel 1770, a cui seguì un più impegnativo e lungo soggiorno a Roma. Qui, grazie ai buoni uffici del cardinale Alessandro Albani e alle credenziali di Lorenzo Pécheux, l’artista fu introdotto nello studio di Mengs. Negli anni che seguirono la scomparsa del suo maestro, avvenuta nel 1779, Mazzola raggiunse Torino per divenire pittore di corte presso Vittorio Amedeo III. A distanza di oltre dieci anni, solo il precipitare degli eventi politici e l’avvio dell’occupazione francese (1798) posero termine al suo servizio presso la corte sabauda. Seppe comunque riaffermare le sue doti artistiche pochi anni dopo, nella Milano napoleonica: appartiene infatti a questi anni uno dei più noti tra i fogli esposti in mostra, l’elegante doppio profilo femminile Studio di teste per Sant’Elena ed un’ancella, che tratta il soggetto cristiano attraverso una colta idealizzazione neo-greca. Nel 1804 nonostante l’amputazione dell’avambraccio destro dovuta ad un’errata terapia, l’artista riuscì a riprendere la pratica artistica. Protetto da Napoleone, che aveva vivamente apprezzato una sua pala raffigurante la Sacra Famiglia con San Giovannino e Sant’Anna (Milano, Galleria d’Arte Moderna), fu nominato professore all’Accademia di Brera e vicedirettore della Reale Galleria. Morto novantenne, Mazzola mantenne intatta, nella sua lunga parabola artistica, l’adesione ai canoni della cultura neoclassica, una cultura in cui il disegno assolveva funzioni essenziali: sia come pratica ineludibile nella formazione artistica, sia, in seguito, come strumento al servizio della composizione, attraverso cui affinare pose e caratteri dei personaggi raffigurati.

L’acquisto degli splendidi disegni in mostra è avvenuto nel 1990 grazie alla Fondazione De Fornaris: una decisione che ha permesso di mantenere unito il fondo appartenuto ai discendenti in linea materna dell’artista. Un nucleo che, accanto a quello oggi conservato nella Pinacoteca di Varallo, permette di restituire buona parte dell’attività grafica dell’artista valsesiano. L’appuntamento in Wunderkammer intende quindi essere anche un omaggio alla lungimirante e generosa attività promossa dalla Fondazione De Fornaris nei suoi trent’anni di attività, un impegno che ha permesso di continuare ad arricchire anche il patrimonio grafico del museo. E per proseguire lungo questa linea è opportuno segnalare che la Fondazione ha disposto un generoso contributo per il biennio 2011-2012 destinato a sostenere il progetto, curato da Virginia Bertone, di costruzione e apertura al pubblico del Gabinetto Disegni e Stampe della GAM.


Immagine: Eduardo Chillida, Elogio del fuoco, 2012

Ufficio Stampa:
Daniela Matteu - Tanja Gentilini tel. 011 4429523 daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it - ufficio.stampa@fondazionetorinomusei.it

Anteprima per la stampa: 15 marzo alle ore 12.00
Inaugurazione 15 marzo alle ore 18.30
Saranno presenti il Presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Braccialarghe e il Direttore della GAM Danilo Eccher.

GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino
via Magenta, 31 Torino
Orario: martedì - domenica 10-18, chiuso lunedì; la biglietteria chiude un’ora prima
Ingressi: intero € 10, ridotto € 8, gratuito fino ai 18 anni

IN ARCHIVIO [245]
Luigi Ontani
dal 14/12/2015 al 14/12/2015

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