47. La performance dell'artista per la rassegna 'Corpus.Arte in azione' riscopre le vecchie litanie di venerazione delle ossa e rispecchia la sua fascinazione per il singolare rapporto dei napoletani con la morte. Il numero 47 nella tradizione della smorfia napoletana coincide con 'il morto che parla'.
a cura di Adriana Rispoli ed Eugenio Viola
La ricerca di Francesca Grilli è incentrata sulle metafore del linguaggio. Il costante interesse per il suono, declinato in tutte le sue
forme e registri, interseca lo spazio d’azione dello spettatore per costruire con metodi alternativi una comunicazione più
sensoriale che verbale. Il risultato performativo dei suoi lavori è l’esito di una metodologia processuale che scaturisce dal rapporto
sinergico che l’artista stringe con le realtà storico – antropologiche in cui insiste.
47 rispecchia la fascinazione di Francesca Grilli per il singolare rapporto dei napoletani con la morte, un evento che finisce per
essere accettato come parte integrante della vita, quasi un momento rigenerativo. Un legame enfatizzato dal caratteristico culto
dei morti, le cosiddette “anime del Purgatorio” associate spesso a trapassati anonimi i cui resti terreni, fin dall’antichità, sono
conservati negli ossari e nelle cripte e diventano oggetto di devozione collettiva. Un rito a metà tra sacro e profano che esplica la
preghiera nel canto, una antica tradizione orale la cui trasmissione si è via via persa nel tempo.
47 riscopre le vecchie litanie di venerazione delle ossa, un atto di ricollocazione delle radici e allo stesso tempo un’invocazione alla
città. La scelta di ambientare 47 (che nella tradizione della smorfia napoletana coincide con “il morto che parla”) nella grande sala
affrescata da Francesco Clemente all’interno del Museo MADRE non è casuale: questo ambiente è caratterizzato da una verticalità
data dal balcone che si affaccia sul piano sottostante, come a riprendere l’andamento della città di Napoli. La stessa verticalità
della sala richiama la stratificazione geologica della città e metaforicamente richiama, in un gioco di rispecchiamenti, la dualità
del mondo terreno e di quello celeste, tramite la spinta ascensionale del canto.
La performance si svolgerà in tre atti – tre distinte interpretazioni votive – che rispecchiano allo stesso tempo le tre età (fasi) del
ciclo della vita. Alle 16:47, alle 17:47 e alle 18.47 il pubblico, invitato ad immergersi in un’atmosfera rarefatta, sarà accompagnato
dallo “strumento vocale” in un viaggio nella tradizione popolare affinché ricordi alle Aneme tutte che A morte aspetta a tutte....
Performer
Emiliana Cannavale
Angela Fico
Marisa Merolla
Assistente di produzione: Vittorio Visciano
La perfomance sarà fruibile da 25 persone alla volta, per tanto è suggerita la prenotazione al numero 081.193.13.016
Si ringrazia il Teatro Diana.
Museo MADRE
Via Luigi Settembrini, 79 80139 Napoli
Ingresso: € 7,00