Quasar. L'artista incide, leviga, brucia, corrode la materia realizzando cosmogonie senza titolo, ma classificate da sequenze numeriche necessarie per poterle rintracciare nel suo firmamento. La mostra e' suddivisa nella sede della galleria di Pietrasanta e di Verona (a partire dal 5 maggio).
A cura di Ivan Quaroni
I Quasar sono tra gli oggetti celesti più misteriosi e affascinanti, si tratta di galassie lontanissime che emettono un enorme quantità di energia così come queste opere in cui dalle superfici grigie e brune del ferro, del bronzo e del rame, fuoriescono nuovi cromatismi squillanti: aranci, rossi, azzurri e verdi brillanti. La mostra prosegue il percorso iniziato con le personali Dharma (legge cosmica), Lîlâ (gioco cosmico), Zenit e Constellation, Sternenstaub-Polvere di stelle, che rappresentano ciascuna, gli elementi di un disegno più ampio di costruzione di un vero e proprio spazio cosmico.
Le sue opere infatti sono cosmogonie senza titolo ma classificate da sequenze numeriche necessarie per poterle rintracciare nel suo firmamento fantastico.
Come un alchimista, Pan incide, leviga, brucia, corrode la materia realizzando opere che hanno al loro interno qualcosa di magico, una dimensione profonda in cui lo sguardo si perde.
Il colore, assume il ruolo di energia, di forza primaria verso il quale l’osservatore è attratto tanto da esserne ammagliato e catturato in quella resina che tutto invischia.
Le opere di Robert Pan potrebbero non compiersi mai, imbevute di resina colorata e poi lasciate ad asciugare, levigate e nuovamente imbevute di un altro colore così per moltissime stratificazioni. Il meticoloso e faticoso processo di lavorazione delle resine costituito da continue applicazioni e successive sottrazioni di materia e fresature, rappresenta la componente invariabile sulla quale giocano le innumerevoli variazioni dei colori enfatizzate dall’effetto della luce e del tempo.
In questo continuo espandersi in strati che possono reiterarsi all’infinito, si scorge l’idea della continua espansione dell’universo, del continuo movimento e caos del cosmo e lascia trasparire la vocazione ossessiva alla creazione, intesa come ripetizione e serialità. Non proprio dei dipinti, le sue opere assumono valenze volumetriche, sconfinando sul piano scultoreo; tutto si mescola, si sovrappone e si sedimenta in un acrobatico linguaggio artistico in cui la luminosità non investe solo la visione ma l’emozione. La luce non si posa solo sulla superficie dell’opera, liscia e preziosa come un’ambra antica, ma sprofonda nell’anima, porta con sé i riflessi di mille colori in un giocoso disordine di mescole caotiche, in un divertito rincorrersi di immagini che senza sosta si affacciano al bordo della superficie e sprofondano nelle viscere della materia.
Inaugurazione sabato 28 aprile ore 18.30
Marcorossi artecontemporanea
Piazza Duomo 22, Pietrasanta
mercoledì - domenica, 11.00-13.00 16.00-20.00
Ingresso libero