Marta Czok
Carlo Cane
Francky Criquet
Carmine Ciccarini
Barbara Codogno
Italo Bergantini
Gianluca Marziani
Roberta Semeraro
'About Us' e' una mostra di dipinti di Marta Czok dedicata agli uomini, ai luoghi, ai tempi e ai personaggi della storia; Carlo Cane con 'Ghiaccio Nove' si ispira al testo omonimo di Kurt Vonnegut; Francky Criquet presenta la performance 'Quando l'arte muove gli dei' e Carmine Ciccarini con 'Brain Maps' vuole individuare le interrelazioni tra i diversi sistemi nell'arte attraverso la lettura dei 18 dipinti esposti.
Marta Czok
About Us
A cura di Barbara Codogno
6 aprile – 29 aprile
Vernice ore 18.00
Si inaugura giovedì 5 aprile 2012 alle ore 18.00 a Palazzo Zenobio, Venezia, Dorsoduro 2596, “ a cura di Barbara Codogno. Dopo il successo ottenuto dalla pittrice a Viterbo e a Padova, ora i dipinti di Marta Czok saranno esposti nell'incantevole cornice veneziana di Palazzo Zenobio: una personale ancora una volta dedicata agli uomini, ai luoghi, ai tempi e ai personaggi della storia.
Marta Czok incarna con talento il meglio di quella tradizione figurativa classica che sa però dialogare con la scena contemporanea. Dal punto di vista pittorico la ricerca tecnica vorticosa, unita a una dinamica freschezza, diventa in Marta Czok scoperta di materiali e strumenti pittorici sempre nuovi, tecniche che rivedono in chiave decisamente attuale gli elementi fondamentali dell'arte figurativa.
About Us affronta quei temi universali particolarmente cari all'artista: la storia, la religione, la guerra. Temi che Marta Czok narra con ironia e provocazione, com'è sua abitudine, facendone un alto momento di riflessione esistenziale e civile. Czok rompe da sempre gli schemi del politically correct. Nel suo coraggioso ripercorrere un tema – anche piuttosto abusato – come la storia, Marta vi apporta però freschezza, ironia e leggerezza, ponendo sullo stesso identico piano della storia sia il mito che la favola. Czok mescola i tempi storici a quelli mitici e favolistici con una grazia e una eleganza senza pari. Un agire, un pensare, estremamente femminile quello di Marta Czok. Per Czok il potere non è mai un deterrente, anzi, lo smaschera attraverso una sua “inedita” analisi storica, rivelandone il tratto grottesco e volgare.
Come scrive la curatrice: “Se è vero che le opere di Marta Czok riflettono e descrivono la frammentarietà del tempo moderno è vero anche che ci suggeriscono, allo stesso tempo, la possibilità di un cambiamento in positivo. ABOUT US ripercorre e rappresenta il percorso sia individuale che storico-universale della coscienza. Czok, indagando impietosamente sulle nostre paure, dà anche viva voce alle nostre speranze. Perché in ogni suo quadro, ci indica sempre una possibilità altra: frutto della fiducia nel futuro”.
Breve nota biografica:
Di origini polacche, Marta Czok è nata a Beirut (Libano) nel 1947. L’anno successivo si è trasferita con la famiglia a Londra dove ha terminato gli studi accademici alla St Martin’s School of Art, partecipando ripetutamente alla Royal Academy Summer Exhibition. Negli ultimi 25 anni ha esibito le sue opere in Europa e America collaborando anche al progetto “Alitalia per l’Arte”. Nel 2000 Alitalia le ha commissionato un trittico che è stato poi donato a Giovanni Paolo II per il suo ottantesimo compleanno. Nello stesso anno è stata invitata dall’Ambasciata Francese presso la Santa Sede a realizzare un’opera sul tema del Giubileo che è stata esposta nell’ambito della mostra Roma Jubilans. Nel 2008 la televisione nazionale polacca le ha dedicato un documentario nel quale si evidenziava il rapporto tra il suo lavoro e la seconda guerra mondiale. Tra le sue mostre più recenti meritano una particolare segnalazione la mostra antologica che si è tenuta nel 2005 presso i Musei di San Salvatore in Lauro a Roma, la personale presso l’Abbazia di Pomposa (FE) del 2006 e la mostra tenutasi a Palazzo Ferrajoli (Roma) a gennaio 2009 e al Museo Civico di Albano, a gennaio 2010, dedicata ai Bambini nella guerra e nella Shoah. Lo scorso luglio ha vinto il premio della stampa con il suo dipinto in gara al Giffoni Film Festival nell’ambito del progetto Artabù – Icone della trasgressione.
A Venezia l'artista esporrà alcune nuove opere, ancora inedite, di grande fascino che potrete vedere in anteprima sul sito www.martaczok.com e su www.volpeuva.com
La Volpe e L'Uva - Ingranaggi d'Arte
Email volpeuva.arte@gmail.com
Sito web www.volpeuva.com - www.martaczok.com
www.ingranaggidarte.com
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ROMBERG Arte Contemporanea
presenta
Carlo Cane
Ghiaccio Nove
5 aprile - 6 maggio 2012
a cura di Italo Bergantini e Gianluca Marziani
“Ghiaccio Nove” è un famoso libro del 1963 dello scrittore americano Kurt Vonnegut. Racconta di Felix Hoenikker, uno dei "padri" della bomba atomica, uomo votato alla scienza, estraneo alla vita sociale, incapace di amare la moglie Emily e di fare da padre ai suoi tre figli. Da qui la rivelazione narrativa di una sua invenzione, nata in risposta alle richieste di un generale della Marina che cercava il modo per solidificare il fango, così da non costringere i marines a combattere nella melma. L'idea era venuta ad Hoenikker proprio il giorno dello sgancio della bomba: una microparticella in grado di cristallizzare e congelare l'acqua (punto di fusione a 114°F) e potenzialmente in grado di creare una reazione a catena su tutto il pianeta.
Le visioni di Carlo Cane nascono in maniera autonoma rispetto alla storia appena riassunta. Non ci sono legami diretti eppure le opere rivelano l’impatto delle figurazioni ultimative sul paesaggio contemporaneo. Senti la presa netta di una coscienza urbanistica, la veggenza sul pianeta in mutazione, percepisci l’energia visionaria che applica alcune utopie letterarie al disegno di elementi architettonici.
Ma la cosa che più richiama il mondo di Vonnegut è il senso di imperscrutabile passaggio tra stadi liquidi e solidi, forza ed evanescenza, linearità e curvatura. Le opere vivono in un limbo sospeso, coscienti del presente architettonico nonché dell’ingombro spaziale, delle incoerenze ambientali, dell’impatto critico sul contesto. Cemento armato, vetro e leghe metalliche iniziano a sciogliersi, perdono consistenza volumetrica. Le fondamenta rivelano la propria coscienza liquida, diventano laghi d’inchiostro profondo, dilagano lungo i flussi gravitazionali dello spazio. Architetture del presente globale che somatizzano lo stato febbrile della patologia planetaria.
Il paesaggio contemporaneo svela il suo “ghiaccio nove”, ovvero, la sua ambiguità morale, il punto interrogativo sul domani, la versione non finita del presente. Un mondo dove l’uomo decide il proprio destino attraverso scelte drastiche, talvolta estreme, comunque pericolose. Scelte che edificano luoghi per riversarsi sul futuro collettivo, sulla possibilità stessa di un futuro. Scelte che ci riportano al capolavoro di Vonnegut attraverso le visioni pittoriche di un artista ‘Carlo Cane’.
Info: Romberg T. +39 0773 604788 / M. +39 3347105049 / e.mail: info@romberg.it / sito: www.romberg.it
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Francky Criquet
Quando l’arte muove gli dei
a cura di Roberta Semeraro
5 / 29 aprile - 2012
Vernissage ore 17:00
Per la prima volta nel Salone da Ballo di Palazzo Zenobio, pregevole esempio del tardo barocco a Venezia, il 5 aprile del 2012 dei e semidei scenderanno dall’Empireo richiamati dalla performance “Tre argomenti artistici” dell’artista/shamano Francky Criquet.
La curatrice Roberta Semeraro presentando la mostra in occasione della quale l’artista darà una dimostrazione di pittura live mentre un musicista suonerà e delle ballerine danzeranno, spiega che: “Le percezioni simultanee e gli atti del suonare, del danzare e del dipingere rimangono separati come se fossero sensazioni diverse e prive di rapporto tra loro generando spontaneamente poliritmia. Il paradiso della musica poliritmica è l’Africa. Noi partiamo dall’ascolto, i Negri dal movimento. Il movimento dal punto di vista fisiologico è contrazione del muscolo che esprime uno stato d’animo o una percezione involontaria del corpo. Ne deriva che la musica, la danza e la pittura sono linguaggi del cuore.” Nella scultura di Criquet riaffiora quella stessa influenza del primitivismo che si era diffusa tra gli artisti modernisti del XX secolo. Le belle teste espressioniste di Criquet sia per gli inserti del colore che per i loro tratti somatici, rievocano le tipiche maschere dell’arte africana.
Ma a dispetto dell’anatomia, dell’azione specifica, è l’immediato senso plastico che rapisce nella art nègre così come nella scultura di Criquet. Criquet riconduce sempre la visione e la percezione della visione ad uno stato di contemplazione del creato ed è per questo che alla sua arte si può riconoscere un potere taumaturgico. Criquet si può definire così un’artista shamano. La pittura di Criquet con i suoi tocchi rapidi del pennello e i suoi magici colori mette in moto quell’energia cosmica che anima il mondo e che nella mitologia era rappresentata come soffio di vita degli dei.
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Carmine Ciccarini
Brain Maps. Entropia dei sistemi nell’arte
a cura di Roberta Semeraro
5 aprile- 31 maggio 2012
Vernissage ore 18:00
Individuare le interrelazioni tra i diversi sistemi nell’arte è una delle prerogative dell’artista/oculista Carmine Ciccarini.
Il maestro d’origine abruzzese con un’analisi attenta fondata sul campo cinetico visivo va tracciando nelle sue scenografie metropolitane, un’immaginaria mappa del cervello dell’uomo contemporaneo dove è possibile acquisire la conoscenza di quelle motivazioni fisiche che sono alla base del suo drammatico senso di alienazione e solitudine .
Attraverso la lettura dei diciotto dipinti in mostra nelle sale del piano nobile di Palazzo Zenobio e raffiguranti megalopoli di tipo americano, Ciccarini indaga e rappresenta l’ordine e il disordine che definiscono il moderno concetto di entropia nell’arte e nella vita.
Visioni di un dinamismo elettrizzante e di un lirismo metafisico, immagini di una superficialità retinica e profondità esistenziale che raccontano il segreto vincente dell’arte di Ciccarini che è quello di essere un’arte figlia dei nostri giorni, piena di contraddizioni ma con un cuore pulsante e di un’energia vitale. Spiega la curatrice che : “Ciccarini nella sua pittura metropolitana aggancia l’occhio dello spettatore per catapultarlo in una sorta di visioni simultanee dove lo spettatore osserva la realtà che lo circonda seduto accanto a lui in un’automobile o in un aeroplano.”
Durante il periodo espositivo sarà presentato per la prima volta al pubblico il cortometraggio “Dall’alba al tramonto Carmine Ciccarini pittore, il signore della città” con la regia di Marco Agostinelli premiato per la carriera nell’ambito del Festival dei Films sull’Arte a Montreal e la sceneggiatura di Roberta Semeraro.
Immagine: Marta Czok
Vernice giovedì 5 aprile
Palazzo Zenobio
Dorsoduro 2596 – Venezia
ore 10.30-17.00 - chiuso il lunedì
ingresso libero