I Pappa boys e l'orrore della guerra. Un'installazione di orsetti distesi su una coperta rossa e con il ventre squarciato e ricucito con filo di sutura a simboleggiare i bambini vittime di ogni guerra.
a cura di Federica Barcellona
L'orrore della guerra in un gioco di parole
Una montagna di orsetti di pelouche, sedici, per la precisione. Un'immagine che susciterebbe tenerezza, se non fosse che i pelouche protagonisti dell'installazione di Paolo Lorenzo Parisi “Pappa boys” non sono innocenti come tutti gli altri orsetti di tutti gli altri bambini del mondo. Quegli orsetti, di vario colore e varia grandezza, distesi su una coperta rossa e con il ventre squarciato e ricucito con filo di sutura e al posto di una soffice imbottitura guanti chirurgici di lattice (vero e proprio oggetto di culto del lavoro concettuale dell'artista), simboleggiano i bambini vittime di ogni guerra. L'installazione, di sicuro una delle più forti ed espressive dell'artista genovese, verrà esposta in una mostra personale alla galleria ArtWindow di Barcellona dal 3 al 22 maggio prossimi curata dalla visual-artist genovese Federica Barcellona. “Pappa boys” nasce nel 2004 ed è già stata ospitata alla Galleria Passo blu (Genova, 2004), al Flash art show (Milano, 2005) e alla Galleria Il Cancello (Genova, 2007).
Il titolo dell'installazione è parte integrante e importante dell'opera ed è arte esso stesso. Come in altre opere dell'artista, esso si fonda su un gioco di parole che produce un contrasto: «“Pappa boys” – spiega Paolo Lorenzo Parisi – è giocato sul doppio senso della parola “pappa”, sia come verbo (pappare, inghiottire) sia come nome proprio (la pappa dei bambini) mentre boys, naturalmente, fa riferimento ai bambini, ai ragazzi: ad ispirarmi alcune fotografie e video di guerra che ho deciso di rielaborare artisticamente per riflettere e far riflettere con l'ironia».
Un’immagine del telegiornale: Medioriente, da una casa distrutta esce un uomo con un bambino in braccio. Dentro la casa resta un orsetto di pelouche. Paolo Lorenzo Parisi prende un primo “Teddy” (collezione privata, 2004) lo sventra, lo svuota e lo riempie di guanti in lattice in memoria di quel bambino, realizzando un’opera che disegna il meccanismo assurdo della guerra: causare un problema per cercare una soluzione che porterà inevitabilmente il sacrificio di vite umane. La guerra continua creando dolore e ferite che il chirurgo è chiamato a ricucire; l’artista, proprio come un chirurgo, “opera” su un orso di peluche per ogni bambino che continua a morire: la montagna sarebbe molto, molto più alta, ma Parisi si è fermato simbolicamente a sedici.
«Ogni orsetto – conclude Parisi – porta attaccato un cartoncino con un nome proprio (Igor, Wassily, Andrew, Linda, Alì...) tradizionale dei continenti teatro di guerra e violenze negli ultimi anni: il messaggio dell'opera è universale, non solo legato al Medio Oriente».
Seguono: scheda, biografia dell'artista e critica di Lorenzo Mortara
Altri allegati: alcune fotografie dell'installazione e di Paolo Lorenzo Parisi
Per ulteriori informazioni e per intervistare Paolo Lorenzo Parisi:
Ufficio stampa
dott.ssa Alessandra De Gregorio
339-8906436
www.alessandratralerighe.it
Titolo dell'installazione: “Pappa boys”
ArtWindow
calle Balmes 52, Barcelona
lun-ven 10,30 - 13,30 e 16,30 - 20,30