Velan - Centro d'Arte Contemporanea (sede2)
Torino
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Domenico Mangano
dal 22/5/2012 al 6/7/2012
gio-sab 15.30-19.30

Segnalato da

Velan - Centro d'Arte Contemporanea




 
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22/5/2012

Domenico Mangano

Velan - Centro d'Arte Contemporanea (sede2), Torino

Fit. L'esposizione documenta il recente passaggio dell'artista dalla Sicilia all'Olanda attraverso una serie di lavori che riflettono sul tema dell'adattamento e dell'adeguamento.


comunicato stampa

a cura di Francesca Referza

Domenico Mangano (Palermo, 1976), dopo l’esordio torinese nella collettiva Exit del 2002 presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a cura di Francesco Bonami ed una personale due anni dopo, presso la galleria Alberto Peola, a cura di Marcello Smarrelli, torna presso il Velan Center di Torino con FIT, una mostra personale che documenta il recente passaggio dell’artista dalla Sicilia all’Olanda attraverso una serie di lavori che riflettono sul tema dell’adattamento/adeguamento. Prendendo spunto da uno scatto realizzato nel 2010 nel suo paese d’origine, Termini Imerese, vicino Palermo, in cui compare il logo della Fiat, incidentalmente privo della lettera A, l’artista compie una riflessione a tutto campo sull’idea di cambiamento forzato che costringe, appunto, ad un ‘adattamento’, traduzione letterale del sostantivo inglese fit.

Lo stabilimento Fiat sorse a Termini Imerese nel 1970 grazie ad un contributo della Regione Siciliana, erogato alla casa automobilistica torinese, per ottenerne l’insediamento nel territorio. Negli anni Ottanta gli addetti allo stabilimento erano 3200 addetti, poi dimezzati dagli anni Novanta fino ad oggi, in seguito a successive riorganizzazioni aziendali. Lo stabilimento Fiat di Termini, considerato economicamente poco competitivo, poiché i pezzi per produrre le auto arrivano dal Nord Italia facendo così lievitare i costi di produzione, attualmente è inserito tra gli stabilimenti da chiudere. Io con quella fabbrica ci sono cresciuto – ha spiegato l’artista. In particolare ricordo la costruzione di una superstrada che portava direttamente allo stabilimento. Quella superstrada fu costruita dove c'erano un lungomare e le barche dei pescatori locali. Dalle memorie dei miei genitori e dagli abitanti del paese so che i terreni dove sorse la fabbrica originariamente erano carciofeti ed agrumeti. Da lì il passaggio socioculturale da contadini ad operai che condizionò l'intera comunità. Dal generale al personale e viceversa, in una osmosi continua, com’è nelle corde della ricerca di Domenico Mangano, la mostra, a partire dalla piccola immagine di FIT, parla di adattamento/adeguamento sociale, culturale e linguistico, analizzato attraverso la costante lente del paradosso.

L’ ironico e paradossale legame tra la Sicilia delle origini e l’Olanda della quotidianità di Mangano, che attualmente vive ad Amsterdam, viene stabilito da Nederlands op straat (2012). Giocando sugli stereotipi di entrambi i luoghi, Domenico Mangano li mette in cortocircuito immaginando un corso di olandese accelerato per aspiranti spacciatori di droga. Il risultato è una divertente interpretazione verbale dell’artista in cui, nella successione delle incomprensibili parole olandesi, si riconosco parole tipiche di un certo gergo malavitoso, frammiste ad altre che all’estero rappresentano l’italianità per antonomasia come pizza e mozzarella. E’ importante sottolineare - precisa l’artista - che si tratta di tutte frasi note, prese dalle reali intercettazioni fatte da polizia e carabinieri dagli anni Ottanta ad oggi.

Con Un giuramento sigillato con il burro è un giuramento che si dimentica presto (2010), rimanendo sul piano della riflessione socio - linguistica, Domenico Mangano ha analizzato e liberamente interpretato una serie di proverbi olandesi che, coerentemente con la tradizione alimentare dei Paesi Bassi, hanno per protagonista assoluto il burro. Otto espressioni, che ad un non olandese evidentemente suonano piuttosto criptiche, che traducono attitudini e comportamenti, attraverso l’evocazione diretta della parola burro. Utilizzando la carta originale usata in Italia negli anni Cinquanta per conservare il burro dall’Ente Comunale di Consumo di Roma, Domenico Mangano interpreta, graficamente e pittoricamente, otto proverbi olandesi sul burro, in una sintesi, tutta personale, tra certa italianità e olandesità. Anche in questo caso si può parlare di ‘adattamento’. Trattasi tuttavia di un adattamento visivo morbido, sicuramente meno traumatico di quello sottinteso dall’immagine di FIT e meno grottesco di quello generato dall’audio di Nederlands op straat.

Il video War Game (2012), realizzato appositamente per la mostra torinese, è emblematico di quell’innaturale adattamento che tutti noi, nel corso di una vita, privata, lavorativa o sociale che sia, siamo costretti a subire. In questo caso si tratta della consuetudine, tutta olandese, di allertare la comunità, attraverso un allarme sonoro che viene diffuso in tutta l’Olanda ogni lunedì del mese. Dall’iniziale motivazione del pericolo della guerra, durante il secondo conflitto mondiale, il segnale è rimasto fino ad oggi, a ricordare agli olandesi la loro condizione di pericolo potenziale, dovuto al fatto che vivono da sempre sotto il livello del mare, con tutte le possibili conseguenze negative che questa condizione comporta. Domenico Mangano ha riflettuto, in questo caso, sul progressivo adattamento che gli olandesi hanno acquisito rispetto al segnale acustico. L’iniziale funzione di comunicazione di una situazione di pericolo, a lungo andare è venuta meno fino a rappresentare, ad oggi, una forma acustica di scansione del tempo sociale, piuttosto fastidiosa e tuttavia tollerata dalla maggior parte degli olandesi adulti. Questo allarme acustico, nel video, funge da sottofondo sonoro ad una serie di cartoline, o tableau vivant come le ha definite l’artista, di un’Amsterdam quotidiana, vissuta lontana dagli stereotipi per i quali solitamente è conosciuta. Dunque condomini popolari che si affacciano su un tranquillo cortile interno con albero, aree attrezzate per il gioco dei più piccoli, balconi di case dalle tipiche facciate in mattoni rossi illuminate da un timido sole primaverile, ma anche un cimitero di tombe dall’aria abbandonata e vagamente romantica ed una trasandata capanna in legno vicino ad un corso d’acqua.

Dalla dimensione personale a quella collettiva, il lavoro di Domenico Mangano vive di una leggerezza speciale, derivatagli credo in parte dalla sua sicilianità, che gli consente di affrontare tematiche di interesse comune, spesso complesse e contraddittorie, a partire dall’attenzione per dettagli minimi del contesto o per aspetti apparentemente secondari di un evento a cui assiste. Sono una persona molto curiosa – ha dichiarato l’artista, la cui prerogativa migliore è la capacità di coniugare l’istintiva curiosità con una sorprendente capacità di analisi, resa tuttavia ogni volta leggera grazie alla combinazione di ironia, disponibilità al gioco, senso della concretezza e, più raramente, malinconica rassegnazione.

Nederlands op straat (2012) è un lavoro audio presentato per la prima volta in Olanda all’inizio del 2012 presso il SoundArtMuseum di Middelburg, all’interno del progetto di mostra itinerante Landscape on the Move a cura di Lorenzo Benedetti. Questo lavoro audio è un corso di lingua speciale. Un corso per criminali che aspirano a diventare spacciatori di droga nei Paesi Bassi, ispirato dal noto traffico di stupefacenti siciliano.

Il video War Game (2012), realizzato appositamente per il Velan Center di Torino, mostra una serie di tableau vivant di un’Amsterdam non convenzionale e non stereotipata, ‘musicata’ da un sistema di pubblica sicurezza esteso in tutti i Paesi Bassi che si manifesta il primo lunedì di ogni mese. Nato durante la seconda guerra mondiale, l’allarme venne usato successivamente a partire dagli anni Ottanta come prevenzione del pericolo ‘guerra atomica’ relativa alla ‘guerra fredda’.
Adesso questa ‘prova’, secondo i comunicati odierni, è in uso in caso di catastrofi naturali o ambientali (ad esempio esplosione di una centrale nucleare, ecc). Durante questa ricerca – sottolinea l’artista - ho trovato spiazzante la sensazione di pericolo in condizioni di non pericolo. Un doversi adattare ad una situazione forzatamente implosa in frangenti di normale quotidianità. L’esercitarsi alla probabilità del pericolo.

Un giuramento sigillato con il burro è un giuramento che si dimentica presto (2010). Si tratta di una serie di otto disegni ad olio su carta da burro (45 x 35 cm ciascuno), realizzata nel 2011 per la mostra Ente Comunale di Consumo, a cura di Claudio Libero Pisano. Questo lavoro prende forma dopo uno studio di paremiologia su alcune frasi olandesi che hanno come soggetto il burro. Partendo proprio dal concetto di proverbio come ‘saggezza popolare’ o ‘filosofia popolare’ questi vengono usati come metafore e similitudini attraverso l' elaborazione di una ricerca che ha come intento l’idea di riformulare un percorso di ‘tracce’ che indichino un percorso della memoria da difendere e preservare perché ci riporta al cammino dei nostri antenati. L’idea è quella di utilizzare la carta oleata dell’ECC come supporto per realizzare dei ‘finti manifesti’ dipinti a mano, come quelli che si facevano una volta per identificare una lotta di classe o un gruppo ideologico. Traendo spunto da una serie di poster pubblicitari, vignette satiriche olandesi del periodo equivalente alla nascita dell’ECC e relative all’argomento burro come bene di consumo primario, ho elaborato delle composizioni che mescolano ideali, diverse culture ed epoche passate e le ho riscritte in chiave moderna. Questa serie di ‘manifesti’ sono una sorta ironico bricolage compositivo, un processo di consapevolezza nei confronti dell’immagine, ma senza nessun portato ideologico che decontestualizzate e riformulate attivano nuovi codici e nuove testimonianze. I proverbi utilizzati sono: burro al patibolo (un compito impossibile), cadere con il culo nel burro (fare inaspettatamente una buona riuscita), non imburra tra di loro (non vanno d’accordo), avere il burro sulla testa (essere ipocrita), cadere con il naso nel burro (fare inaspettatamente una buona riuscita), burro con il pesce (pagare in contanti), piccolo burro all’albero (una buona situazione), un giuramento con il burro è un giuramento che si dimentica presto.

Domenico Mangano utilizza come modalità processuale di ricerca la registrazione in presa diretta di esperienze vissute, che traduce poi in immagini video e fotografie per lo più presentate in serie sequenziali. La sua indagine unisce, senza distinzione, pubblico e privato, contesti lontani e luoghi vicini, gente sconosciuta e persone a cui è legato da rapporti affettivi. La sua attenzione si rivolge spesso ad una realtà fatta di normale straordinarietà. Protagonisti dei suoi lavori sono solitamente persone comuni, antieroi con il loro carico di verità e di poesia. Sia che egli si soffermi ad analizzare le abitudini, a lui familiari, della gente del Sud, sia che osservi le esistenze nomadi di extracomunitari che vivono ai margini della società, sia che metta a confronto, come nei lavori più recenti, i meccanismi socio culturali di certa italianità e certa olandesità, il suo sguardo e la sua malinconica ironia lo portano a leggere la quotidianità attraverso lavori complessi (ma di semplice lettura), carichi di realismo e lirismo insieme, che consentono quasi sempre di individuare l’identità di un luogo o l’appartenenza dei protagonisti ad una storia, a metà tra verità e finzione.

Nato a Palermo nel 1976, Domenico Mangano attualmente vive e lavora ad Amsterdam. A partire dal 2000 ha partecipato a numerose mostre tra cui: Landscape on the move, De Kabinetten van De Vleeshal, Middelburg, Netherlands (2012), Social identity, Italian Video Art Today, between Ethic and Esthetic, Crane Arts, Philadelphia (2011), Pigs Case, supermarket Art Fair in Stockholm, a cura di Lo And Behold (2011), Biennale giovani monza 2011, Serrone della Villa Reale di Monza (2011), Others, Le Biennali d’Arte di Marrakech, Instabul, Atene a Palermo e Catania, Fondazione Puglisi Cosentino, Catania (2010), YOU-WE + ABLO video dalla collezione Sandretto Re Rebaudengo, Rotonda di Via Besana, Milano (2010), Languages and experimentations, Young artist in a contemporary collection, Mart Rovereto (2010), Twinkle twiddle, Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia, Roma (2009), II Athens Biennale, Heaven, Greece (2009), Passaggi in Sicilia: La Collezione di Riso e oltre, RISO Museo d’Arte Comtemporanea di Palermo (2009), Italics: Italian Art Between Tradiction and Revolution, 1968- 2008, Museum of Contemporary Art of Chicago and Palazzo Grassi Venice (2009), Over the blurring shine, Museo Endrik C. Andersen, Roma (2008), Worlds on video - international video art, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina (2008), Videocracy, Video Exhibition, site-specific and performance projects, Tina B. Prague (2008), Happy ending, Magazzino d’Arte Moderna, Roma (2007), Art unlimited video section, Art | 37 | Basel (2006), XIV Quadriennale, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (2005), Paesaggio italiano, videozone 2 - The Second International Video Art Biennial in Israel, Tel Aviv (2004), Torino Film Festival. Sezione Falsi Raccordi. Torino (2003), Biennale di Praga, Veletrzni Palac (2003), Fame, leggi in inglese read in italian, Premio Querini Stampalia – FURLA per l’arte, Quarta edizione, Venezia, Fondazione Querini Stampalia (2003), 2002, EXIT: Nuove geografie della creatività italiana, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2002), The (research) room, Manifesta 4, Europaische biennale Zeitgenossischer Kunst, Frankfurt/Main (2002), La folie de la villa medicis: Domenico Mangano, Villa Medici Accademia di Francia, Roma (2001). Tra le residenze segnaliamo: Others resident in Athens, in Association with Athens Biennale, Museo RISO Palermo, Fondazione Brodbeck Catania (2010), Revolving boundaries: Artist-in-residence-program promoted and sponsored by the GALLERIA DELL'ARCO Shanghai (2008), ISCP: International Studio & Curatorial Program, New York City (2007), ART/OMI INTERNATIONAL ARTISTS' COLONY, New York (2004).

Si ringrazia la galleria Magazzino d’Arte Moderna, Roma.

Si ringrazia per il contributo: Regione Piemonte

Didascalia immagine: Domenico Mangano, FIT (2010), stampa lambda, cm 26,89 x 37,95

Inaugurazione: mercoledì 23 maggio 2012 ore 18.30

VELAN Centro d’Arte Contemporanea
Via Saluzzo 64 – 10125 Torino
Orari: da giovedì a sabato ore 15.30-19.30
ingresso libero

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