Istituto Italiano di Cultura
Prague
Sporkova 14 - Mala' Strana
+420 257090681 FAX +420 257531284
WEB
Renato Mambor
dal 16/9/2012 al 5/10/2012
lun-gio 9-13 e 14-16, mer 9-13 e 14-20, ven 9-14

Segnalato da

Massimo Riposati


approfondimenti

Renato Mambor
Gianluca Ranzi



 
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16/9/2012

Renato Mambor

Istituto Italiano di Cultura, Prague

Nei pressi dell'origine. Il progetto fonde insieme pittura, scultura e installazione, pensate e disposte per favorire il dialogo con l'architettura dell'antico palazzo, con gli affreschi e la sua ricca decorazione.


comunicato stampa

a cura di Gianluca Ranzi

Renato Mambor è una delle voci più significative della cultura figurativa italiana della seconda metà del XX Secolo. Nato e formatosi artisticamente a Roma alla fine degli anni Cinquanta quando per la prima volta sperimenta una visione dell’arte che dalla bidimensionalità della pittura alle successive e più recenti sagome in legno verniciato, riduce l’opera a principio mentale ed elegge l’essere umano e le modalità percettive del suo relazionarsi al mondo come il suo oggetto di indagine. Questa caratteristica accompagna il lungo percorso dell’artista dai primi cicli pittorici degli anni Sessanta fino alle ultime installazioni, oggetto di numerose mostre internazionali tra cui ricordiamo le Biennali di Venezia del 2007, 2009, 2011 e nel 2012 la mostra presso la Halle 3 dell’Hamburger Bahnhof di Berlino e la Biennale dell’Havana a Cuba.

Il progetto messo a punto da Renato Mambor per la prestigiosa sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga fonde insieme pittura, scultura e installazione, pensate e disposte per favorire un dialogo inedito quanto originale con l’architettura dell’antico palazzo, con gli affreschi e la sua ricca decorazione. “Il dialogo tra arte contemporanea e sublimi architetture del Rinascimento italiano è l’epitome della missione che mi sono prefisso di compiere a Praga sin dal mio arrivo nell’ottobre 2011” ha dichiarato il Direttore dell’Istituto, Paolo Sabbatini. “Le opere di Mambor, per la loro modernità metafisica, si accostano con levità e rispetto a questa immensa tradizione. È un atto fisico che sottintende il culmine di un processo spirituale che considera evangelicamente e kantianamente ‘l’altro’ come interlocutore e non come estraneo. Con le installazioni di Mambor il chiostro dell’Istituto di Cultura si anima di presenze aeree, di suggestioni immateriali quanto mai appropriate ad un luogo in cui ancora vivono le memorie di quattro secoli di italianità”.

Prende quindi corpo un progetto complessivo che si traduce in un percorso espositivo che opera sullo spazio dell’architettura attraverso la mobilità dello sguardo dei visitatori, che si posa sulle figure e sui mandala dipinti dall'artista, penetra attraverso le aperture a rosone che si aprono nelle due nuove sagome lignee posizionate da Mambor nella cappella barocca e da esse si diffonde all’ambiente incrociandosi e mischiandosi con le immagini delle stesse sagome quali appaiono nei loro sei cartoni preparatori. “Conosci te stesso in rapporto alla moltitudine che ti circonda” è una dichiarazione di Renato Mambor che rende perfettamente le ragioni di questa mostra e della sua ambientazione così speciale, ecco quindi che nello spazio della cappella Mambor ambienta anche “Tutti sullo stesso piano”, l'installazione che gioca ironicamente con l'uso di un pianoforte e con un verità profonda che rimanda all’insieme delle relazioni che lega l’uomo, l’ambiente e la materia, contro ogni illusione di separazione. In questa catena di connessioni stanno anche i “Raccoglitori di Pioggia”,

posizionati nel giardino come sculture che connettono cielo e terra, vettori d’acqua e di vita, esempio per ognuno a rendersi consapevoli dell’eterno ripresentarsi del ciclo vitale e del potente ma elementare spettacolo della rinascita e del divenire delle cose. Nell'imponente sala longitudinale a peristilio viene invece ricostruita una installazione presentata nel 2009 alla Biennale di Venezia che si compone di opere su tela disposte intorno all'installazione “Ombra immutabile”, composta da una serie di oggetti scultorei in cui una sagoma bianca è accostata a una sagoma nera inclinata, quasi a costituirne l’ombra, per suggerire in una stessa unità la compresenza dei suoi stessi estremi: immutabilmente corpo e ombra è e sono allo stesso momento e nello stesso luogo, confini tra l’interno e l’esterno, sogno e realtà fusi insieme. Il legame che unisce l’individuo al tutto è anche l’oggetto del trittico dell’“Uomo Torre” che cita al suo interno le forme di un Mandala frazionato e scomposto, e quindi condiviso e aperto al mutamento.

Il catalogo della mostra è pubblicato da Maretti editore

Organizzazione a cura dell’Art Time Milano srl e dell’Istituto Italiano di Cultura di Praga

Inaugurazione lunedì 17 settembre ore 18 (ingresso su invito), con Paola Pitagora

Istituto Italiano di Cultura di Praga
Šporkova 14, Praga 1 – Mala Strana
Orario di apertura al pubblico: dal lunedì al giovedì ore 9-13/14-16, mercoledì 9-13/14-20 il venerdì ore 9-14
Ingresso libero

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