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Soffici Rosai De Pisis
dal 9/7/2000 al 31/7/2000
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9/7/2000

Soffici Rosai De Pisis

Galleria Poggi, Ravenna

Ambienti e figure fra luce e tenebre. La Galleria Patrizia Poggi si collega direttamente all'insieme di manifestazioni di "Ravenna Festival" con una mostra, a cura di Luigi Cavallo, dedicata a tre protagonisti del Novecento: Ardengo Soffici (Rignano sull'Arno 1879 - Vittoria Apuana 1964), Ottone Rosai (Firenze 1895 - Ivrea 1957), Filippo De Pisis (Ferrara 1896 - Milano 1956), che hanno segnato con i loro percorsi creativi, con le loro vicende di poetica e di stile capitoli importanti dell'arte italiana.


comunicato stampa

Ambienti e figure fra luce e tenebre.

La Galleria Patrizia Poggi si collega direttamente all'insieme di manifestazioni di "Ravenna Festival" con una mostra a cura di Luigi Cavallo, dedicata a tre protagonisti del Novecento: Ardengo Soffici (Rignano sull'Arno 1879 - Vittoria Apuana 1964), Ottone Rosai (Firenze 1895 - Ivrea 1957), Filippo De Pisis (Ferrara 1896 - Milano 1956), che hanno segnato con i loro percorsi creativi, con le loro vicende di poetica e di stile capitoli importanti dell'arte italiana.

Il sottotitolo dell'esposizione, "ambienti e figure fra luce e tenebre", dà in breve l'estensione della scelta critica che individua alcune qualità, il riguardo per il luogo e la forma delle cose umane e dell'uomo, nello spirito che fa da asse centrale per tre pittori con temperamenti e formazione diversi: maestri che hanno in comune l'alta considerazione di quell'insieme, realtà-natura, da cui scaturiscono elementi filosofici, di civiltà, di congiunzione fra lavoro d'arte e condizione umana, fra momento di illuminazione nella pienezza del creato e constatazione delle tenebre che la complessità dell'uomo umano contiene.

Il "realismo sintetico" di Soffici, la "verità umana" di Rosai, il "naturalismo lirico" di De Pisis non sono soltanto definizioni di comodo; costituiscono punti di riferimento per linguaggi di grande libertà di ampiezza, che comunque tornano spesso a quei termini, quasi ognuno volesse riconfermare le proprie radici espressive e le angolature di osservazione che ne hanno disegnato i caratteri.

Otto dipinti per ciascun autore illustrano l'andamento "fra luce e tenebre" che si è inteso sottolineare: la Natura morta, 1933, La potatura, 1962, di Soffici, hanno luce tremula, ma effusiva; il Fanciullo dal fiore, 1928-29, è impaginato invece in una stanza scura. Il Rosai delle Quattro figure, 1948, ammanta di buio, un inchiostro drammatico, l'enigma dell'esistenza. Anche De Pisis nelle due versioni di Natura morta marina, del medesimo anno, 1941, stende una coltre d'ombra sulla visione, ma poi come nel brillare di una lama rialza la luce nel dipinto Il circo del 1941 e in una Natura morta del 1949. Così il Rosai del periodo chiaro brucia nel bianco della Strada, 1955, le sue robuste ipotesi plastiche.

La mostra resterà aperta fino al 31 luglio 2000 ed è accompagnata da un catalogo edito dalla Galleria con la riproduzione di tutte le opere esposte e illustrate da un saggio di LUIGI CAVALLO, in italiano e inglese.

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