Una mostra di lavori recenti dell'artista che si concentra su opere dipinte, frutto della sua ricerca nel campo della fisica della luce.
L'effetto astratto e visivamente elettrico dei dipinti sorprendenti di Travagli arriva da un processo sia
chimico sia fisico ottenuto in un arco di tempo di anni. Il primo atto della lavorazione, in genere su tela e
pannelli di legno, è la preparazione della base, fatta con pennellate importanti, per l'applicazione delle
foglie metalliche. Queste foglie, descritte dall'artista come "cellule", hanno subito un processo di
ossidazione (per dirla con l'artista di “acquisizione di informazioni dall'ambiente”) che è iniziato anni
prima, nello studio dell'artista o nella sua scuola d'Arte di Firenze.
Oro, argento, alluminio, rame, ottone,
materiali usati da Travagli, assumono un aspetto diverso nel tempo. Le foglie, conservate una sopra l'altra
in contenitori aperti, assumono colorazioni in forme astratte, attraverso una mutazione che è determinata
da fluttuazioni di temperatura, luce ed umidità.
Ciò si traduce in un archivio di cellule che nel corso del tempo hanno progressivamente cambiato aspetto,
assorbendo informazioni dallo stesso ambiente vissuto dall'artista. Queste sono poi selezionate da Travagli
per creare opere, in un processo di applicazione che egli stesso paragona alla creazione di mosaici
attraverso l'accurato posizionamento della singola tessera colorata.
Le superfici sono costruite da dialoghi che emergono tra le varie cellule. Qualcuna si frammenta e
consente di scorgere un'altra superficie alternando ossidazioni a superfici intonse, forse suggerendo
un'altra dimensione. I dipinti cominciano ad assumere le loro caratteristiche individuali, ciascuno
assolutamente unico e non ripetibile, anche se contenenti materiale genetico simile l'uno all'altro.
L'atto finale è l'applicazione di una vernice che arresta il processo di ossidazione, congelando il tempo al
suo stato attuale, e fermando il cambiamento. La realizzazione dei dipinti Travagli è dunque solo il
capitolo finale di un processo iniziato anni prima con la conservazione delle foglie: la chiusura di un ciclo.
Patrizio Travagli (n. 1972, Firenze) si è laureato presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1993, e dal 1995 ha
regolarmente insegnato pittura e scultura presso istituti d'arte in giro per l'Italia. Nel 2003 ha fondato, e
ne è tutt'ora il Direttore, dell'Accademia d'Arte Ad'A a Firenze. Dal 1996 ha esposto le sue opere a livello
internazionale in mostre collettive e personali, nel 2011 ha esposto durante la 54° Biennale di Venezia
("Bulk" Nel Padiglione del Costa Rica), e ha partecipato ad in un'installazione commemorativa
dell'Ospedale degli Innocenti a Firenze ("Aleph - Figli d'Italia "). Il suo lavoro si trova in collezioni private e
corporate in Svizzera, Italia, Austria, Olanda, Russia ed Emirati Arabi.
Anteprima giovedi' 27 settembre, ore 18-21.
Edward Cutler Gallery
via Dell'Orso 12, Milano secondo cortile interno
Dal Lunedì al Venerdì 10.30 - 19.00
Sabato su appuntamento