Luogo selvaggio. L'artista scende nel profondo, evocando immagini che appartengono a tutti, attraverso la sua accurata tecnica pittorica a olio su tavola fatta di velature e graffiature.
a cura di Giacomo Lodetti
Gabriele Buratti “Buga” nasce a Milano nel 1964, laureato al Politecnico in Architettura del Paesaggio, sviluppa negli anni interesse per i carattere fisici, antropici, storici e strutturali del territorio che influenzerà profondamente la sua opera di pittura, scultura e fotografia.
Dal linguaggio rupestre a quello delle macchine, la semiologia, ha fatto un salto che allontana l'uomo dal mistero del sacro. Se gli uomini delle caverne inventarono il primo linguaggio per esigenze tribali-sacrali, quello odierno dei codici (a barre) è il simbolo della prevaricazione dalle leggi di mercato su quelle dell'etica.
L'artista scende nel profondo, evocando immagini che appartengono a tutti, attraverso la sua accurata tecnica pittorica a olio su tavola, fatta di elature e graffiature producendo atmosfere rarefatte e conturbanti che rendono l’atmosfera particolarmente interessanti.
A differenza del passato, oggi, l’uomo domina la natura con la sua prepotente tecnologia e così spesso la deturpa. Un monito sul rischio che stiamo correndo sulla strada della globalizzazione planetaria.Le immagini delle metropoli con il loro skyline di grattacieli in cui l’uomo sembra assente... a volte compare rappresentato da una figura di omino che guarda verso l’alto e nella solitudine testimonia il proprio tempo, a volte compare come animale esprimendo così una sorta di "appartenenza" /alienazione nei confronti della città.
Giovedì 25 ottobre 2012, ore 18.30
SpazioBoccainGalleria - Libreria Bocca
Galleria Vittorio Emanuele II, 12 - Milano
Orario: lun/sab 10-19 dom 11-14
Ingresso libero