Kunsthalle
Noci (BA)
via Sant'Agostino 63b

Ex-vuoto
dal 20/6/2003 al 17/8/2003
080 4055504

Segnalato da

vito intini



 
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20/6/2003

Ex-vuoto

Kunsthalle, Noci (BA)

Cristiano De Gaetano sviluppa, con l'ironia e l'impertinenza dell'artista contemporaneo, un tema classico, quello della Vanitas che dalla fine del 1500 fino ad oggi, nei modi e con simbologie diverse non ha mai smesso di interessare e stimolare gli artisti. Una mostra di 200 ritratti ad olio su pacchetti di sigarette.


comunicato stampa

Personale di CRISTIANO DE GAETANO

A cura di: Vito Intini

Sabato 21 giugno 2003 alle ore 19 si inaugura presso l'associazione culturale arti visive ONLUS Kunsthalle di Noci (BA), EX-VUOTO, una mostra di 200 ritratti ad olio su pacchetti di sigarette, curata da Vito Intini.

Così scrive di lui il curatore nel testo di presentazione:

O Vanitas
Ernst Junger nel suo Trattato del ribelle ci ricorda che "la paura assume sempre la maschera, lo stile dei tempi. L'oscura cavità dei cieli, le visioni degli eremiti, le creature larvali dei Bosch e dei Cranach, gli sciami di streghe e demoni del Medioevo sono tutti anelli dell'eterna catena di angoscia da cui l'uomo è legato come Prometeo al Caucaso."

Ma l'arte è il farmakos, il rimedio migliore, il più antico, il più efficace o, perlomeno, quello che preferiamo, contro gli spettri che passano nell'ora più buia della notte e bussano alle nostre porte.

L'arte nasce dal gioco, dalle sue articolazioni e dalle sue determinazioni. Ma sarebbe forse meglio dire che l'arte è il Gioco, quello supremo, il più perfettamente inutile, il più rischioso, quello che costa e ci costa di più, quello che ci avvicina a Dio. (Da questo punto di vista, ma solo da questo, il più criminale fra gli artisti è più vicino a Dio più di quanto lo possa essere l'individuo più circonfuso di santità). L'arte, nel caso di Cristiano De Gaetano, nasce dal gusto impertinente e ribelle della scommessa e dell'azzardo. E, nuoce gravemente al quieto vivere, dal momento che ci fa pensare, oltre che godere con gli occhi.

A ciò si aggiunga che è un'arte raffinata per i riferimenti culturali alla storia dell'arte ed insieme popolare per la sua immediatezza e per l'efficacia oltre che per il medium-supporto prescelto: l'odiato-amato pacchetto di sigaretta, quello che si accartoccia nel pugno dopo averne esaurito, (è il caso di dire fino all'ultimo respiro) il contenuto: le sigarette. Cristiano invece cosa fa? Prima svuota il pacchetto, e poi ne fa un ex voto dipingendoci su, con la tecnica aurea della pittura, la pittura ad olio, i volti degli amici, di altri artisti, di personaggi presi in prestito dalla storia dell'arte, recente o più antica, e di individui di tutte le latitudini e di tutte le razze, volti rubati dall'agorà mediatica in cui siamo immersi, realizzando un melting pot da girone dantesco nell'epoca della globalità. E completa l'operazione, che altrimenti correrebbe il rischio di esser letta ed apprezzata come la bizzarria di un artista perdigiorno ed in vena di scherzi da prete, dipingendo, sempre in modo accurato, un bel po' di teschi dando, così, chiarezza e profondità all'intero lavoro.

De Gaetano, infatti, sviluppa, con l'ironia e l'impertinenza dell'artista contemporaneo, un tema classico, quello della Vanitas che dalla fine del 1500 fino ad oggi, nei modi e con simbologie diverse (teschi, candele, libri, fiori recisi, frutta che si decompone, denaro e gioielli, pipe spente e polvere accumulatasi sugli strumenti musicali) non ha mai smesso di interessare e stimolare gli artisti. "Vanitas vanitatum, vanità delle vanità.. tutto è vanità e un inseguire il vento" dalle parole di Qohelet, altrimenti conosciuto come l'Ecclesiaste, in uno dei libri dell'Antico Testamento più belli e sconvolgenti per la sua inaudita ed intatta profondità, ha origine il tema della Vanitas di cui il genere della nature morte non è che una parte. Infatti esso coinvolge ed impregna di sé tutta l'arte contemporanea, se sono da ritenersi originanti da questo autentico pozzo di San Patrizio anche parecchie opere, tanto per fare qualche nome, di Domenico Gnoli, (i letti con le impronte dei corpi) di Piero Manzoni (si pensi solo al suo fiato d'artista) di Joseph Beuys ( ci basti il suo cappello-icona) di Lucien Freud (i ritratti degli amici e del corpo materno) e di Damien Hirst, per venire più vicino a noi, con la sua Farmacia e le sue pillolette dipinte.

Questi volti, duecento, della dimensione del pacchetto, sarebbero piaciuti di certo a Cesare Zavattini, e ci fanno venire alla mente situazioni estreme a metà strada fra Spoon River, i ritratti ad encausto su legno del II sec. D.C. ritrovati nell'oasi di El Fayyum e i ritratti stuporosi dei candidati alle elezioni che ci guardano dai giornali e dai tabelloni in cerca del loro quarto d'ora di insensata celebrità. Vanitas vanitatum, appunto.

Che cosa significano questi pacchetti?

Dio ci liberi per sempre dall'analisi testuale dell'opera d'arte, sia essa letteraria che visiva! Meglio l'approccio ingenuo del contadino che si inginocchia davanti al San Francesco che parla agli uccelli, e magari gli chiede di risparmiare gli acini della sua vigna, di tutte queste, veramente in-significanti, letture astigmatiche che cadaverizzano le opere e trasformano musei e gallerie in noiosi obitori per scolaresche vocianti e coppie stuporose in preda al calo del desiderio.

Diciamo che il pathos del Thanatos risveglia l'Eros e ci fa vivere meglio e di più, in questo bailamme di mondo.

Agostino, e dopo di lui, con molto meno spessore, tanti altri, contrappone la Vanitas alla Veritas. Non ci metteremo certo a questionare, in questa sede, con sant'Agostino poi! Solo una cosa: dopo Wilde la Vanitas è diventata tutt'uno con la Bellezza. Noi amiamo la Veritas, amiamo la Bellezza, a volte terribile, della Verità. Non c'è quindi contrapposizione, anzi, aumentiamo il carico: la bellezza è condizione della verità, così come la verità, alla fine della fiera, si dissolve e si risolve in un vano inseguire il vento.

Per cui benvenuta o Vanitas se ci apri le porte della Verità. Cristiano ha talento, è giovane, ha profondità e consapevolezza. E non sta mai fermo.

E a noi piace ciò che non è mai fermo, piacciono i fermenti, i rivolgimenti, le insurrezioni, soprattutto quelle più intime e nascoste, che non spargono sangue e non mirano a dominare nulla e nessuno.

Inaugurazione sabato 21 giugno 2003 dalle ore 19
Sarà presente l'artista.

Orario: feriali 18-20 (luglio solo su appuntamento)

KunstHalle
Associazione culturale Arti Visive onlus
Via Sant'Agostino 63 b(dietro la chiesa matrice) 70015 Noci (BA)
tel. 080 4055504

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