Magic. Un elemento tipico dei lavori dell'artista sono le vetrine, veri e propri contenitori di vetro e lamiera, che contengono oggetti, mondi e fiori. La magia rivela il bisogno di tutti a credere nell'impossibile...
a cura di Valerio Dehò
L’aspetto magico dell’arte fa parte della sua capacità di rendere vero ciò che non lo è, ma anche
nel saper rappresentare l’invisibile e l’immateriale. Forse non c’è più spazio per un'Estetica della
forma, ma artisti come Francesco Bocchini sanno ancora trovare le idee giuste da rendere
attraverso delle opere, degli universi nascosti, strani, magici. Questi lavori recenti sono dedicati ai
maghi e agli illusionisti, categorie spesso confinate nel calderone dell’esoterico e dei sotto
prodotti culturali. Ma vi sono anche delle situazioni in cui la magia ha saputo creare qualcosa di
cui l’uomo ha profondamente bisogno, l’idea che esista una realtà parallela a quella solita,
ordinaria, banale. Scoprire il futuro, saper guardare oltre la realtà, scoprire legami tra il visibile e
l’invisibile dà la forza a non arrendersi alla routine della vita o alle illusioni mediatiche. I lavori
recenti di Bocchini sui maghi, i prestidigitatori e gli illusionisti suscitano l’interesse dell’artista
verso gli elenchi, i cataloghi, gli inventari e nello stesso tempo si crea un contrasto con i soggetti e
con le loro arti della magia della trasformazione della realtà in qualcos’altro.
Anche le macchine celibi di Bocchini hanno subito un cambiamento: in questo caso, i meccanismi
sono sempre più visibili e sono portati in primo piano. La struttura di ferro rumorosa, resta
classica, ma certamente abbiamo a che fare con organi meccanici che si muovono non solo
creando un'opera cinetica, ma anche alimentando lo sguardo di forme e di illusioni. I maghi sono
evocati, oltre che dai loro nomi scritti sulle lamiere colorate, dai gesti e dai movimenti delle
macchine celibi che riprendono l'arte della prestidigitazione delle mani che sono più veloci degli
occhi come dei simboli (colombe, bacchette, strisce colorate,...) e che fanno parte del bagaglio di
un mestiere antico. La magia in questi lavori è qualcosa che ha a che vedere con il non
rassegnarsi alla banalità del quotidiano e dell'illusione, spesso semplice e diretta, che rivela il
bisogno di tutti a credere nell’impossibile.
Altro elemento tipico dei lavori di Francesco Bocchini sono le vetrine, veri e propri contenitori di
vetro e lamiera, che contengono oggetti, mondi e fiori. Anche in questo caso l’attenzione alla
classificazione e all’inventariazione viene fuori. In questo caso l’installazione diventa una sorta di
museo dei mappamondi perduti, un magazzino di globi abbandonati. La grandezza del lavoro e
l’accumulo dei globi simili, ma mai esattamente identici, danno l’idea dei mondi possibili e
considerano la terra qualcosa di unico ma anche replicabile. Bocchini accumula, come i
“Nouveau realiste”, ma offre un senso a questa accumulazione e la fa diventare l’immagine del
mondo attuale, sempre troppo pieno di oggetti uguali e moltiplicati, ma che a ben guardarli sono
diversi e, forse, unici.
Inaugurazione sabato 15 dicembre, ore 18
GalleriaMichelaRizzo - Palazzo Palumbo Fossati
Fondamenta della Malvasia Vecchia
San Marco 2597 Venezia
mar-sab/Tue-Sat 10.00-13.00/15.00-18.00
Ingresso libero