Mind your head. Un pittore pop relazionale che vuole porre l'accento sul difficile rapporto tra Cultura e Pubblico basato sul bisogno di finte certezze e di fallaci sicurezze dietro cui nascondersi
Mind your head è una mostra personale di Giorgio Cassone, pittore pop relazionale che vuole
porre l’accento sul difcile rapporto tra Cultura e Pubblico. A prima vista la distanza sembra nascere
dal linguaggio criptico e complicato con cui l’Arte si pone e dalla pigrizia mentale dello Spettatore. In
realtà lo svolgersi dell’esposizione ci porta via via a scoperchiare la nuda verità, ovvero il bisogno di
fnte certezze e di fallaci sicurezze dietro cui l’Uomo si trincea per non porsi di fronte alla grandezza
del dubbio e alla dolorosa quanto necessaria crescita umana e intellettuale.
Scrive l’autore:
“Alle pareti laterali, a rappresentare il mondo dell’arte, sono appesi quadri ricchi di citazioni di artisti
famosi facilmente riconoscibili. Sono tele piene di colori a dimostrare che la frequentazione della cultura e
dell’arte in particolare, ti permette di scoprire i colori della vita, le sue sfumature più complesse... La parete
di fondo accoglie invece il mondo degli esclusi e degli emarginati (disoccupati, anziani, e perché negarlo
persone ignoranti, poco informate, poco o per nulla “curiose“). Sono opere in bianco e nero, colori
afascinanti nella fnzione del cinema e della fotografa, ma nella vita reale simbolo di assenze importanti,
di solitudine, di vuoto, di possibilità negate.
Questi quadri sono incellofanati come i prodotti di un
supermercato sui quali il gestore, in questo caso il potere, è pronto ad apporre, in base alle contingenze,
l’etichetta che più gli fa comodo. Ecco che l’emarginato diventa “cittadino elettore” per salvare l’occidente
dall’aggressione comunista; potere di una nuova etichetta, si trasforma in “cittadino consumatore” a
puntellare le scricchiolanti (vogliamo dire marce...) fondamenta del capitalismo; e che dire del “cittadino
risparmiatore” carne da macello per banche e compagnie di assicurazioni. La mia personalissima
opinione è presente nell’ultima immagine, che rappresenta due profli di uno stesso volto, il mio, parimenti
attratti da due frasi apparentemente semplici e innocue, e il cartello che indica l’uscita.
È proprio la
presenza di quest’ultima tela che conferma come l’uomo sia più disponibile alla garbata ma perentoria
richiesta di non usare l’asciugamano (certamente simbolo di un diritto negato, come tanti altri) e
preferisca quindi farsi guidare verso l’uscita, l’uscita da sé, dalla vita, dalle proprie responsabilità, per la
paura di afrontare l’afascinante mondo dei dubbi, delle incertezze, ma anche delle consapevolezze, della
libertà (che parola ubriacante!) del proprio pensiero che invece propone la poesia di Ungaretti ed in
generale ogni forma di cultura e di arte... Pazienza, abbiamo perso ancora! Ciao”.
Opening: giovedì 3 gennaio, ore 18.30
scatolabianca project room - Galleria delle Cornici
via Sandro Gallo, 49, Lido di Venezia
Orari: tutti i giorni 10.30 - 13.00 \ 18.00 – 20.00
Ingresso libero