Nuvole e metallo. "Artefici di opere aperte o chiuse. Oscillando come acrobati tra la ruggine e la luce. Filosofi e artigiani" (Virgilio Patarini).
A cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini
Di nuvole e metallo è fatta questa mostra. E di ruggine e di luce: di ruggine che corrode i metalli e di luce sprigionata dalle fiamme. Non solo in senso metaforico. Ci sono opere che gridano la loro presenza fisica, materiale e sono presentate accanto a quadri che sussurrano il loro anelito alla trascendenza. L’hard ware dei bassorilievi, delle sculture e delle installazioni di Carrera, Panozzo, Patarini e Profeta convive con il soft ware dei quadri di Accorsi, Boldrini, Boscolo, Facchinetti e Zelenkevich. E Fabio Cuman così hard nelle sculture e soft nei dipinti…
Nel 1915 Heinrich Wolfflin ricostruiva la storia dell’arte moderna seguendo le oscillazioni dei secoli tra forme chiuse e forme aperte, tra lineare e pittorico, tra chiarezza e oscurità: tra hard ware e soft ware (appunto) diremmo noi oggi.
Oggi, quasi un secolo dopo, artisti della stessa generazione, ovvero la generazione post-moderna, quella delle post-avanguardie, possono essere, indifferentemente, o addirittura al tempo stesso, campioni dell’uno e dell’altro polo. Artefici di opere aperte o chiuse. Oscillando come acrobati tra la ruggine e la luce. Filosofi e artigiani. (Virgilio Patarini)
Sabato 2 marzo 2013 ore 18,30 inaugurazione
Galleria Zamenhof
via Zamenhof, 11, Milano
mer-do 15.00-19.00
Ingresso libero