"Affari di cuore" sono i diversi soggetti comuni che permettono al visitatore di seguire un fil rouge senza l'imposizione di un argomento preciso. Lavori di Elisabetta Manghi, Roberta Diazzi, Antonella Falcioni, Mauro Bordin.
A cura di Denitza Nedkova
Ci troviamo nel cuore di Bologna ad affrontare con il cuore la nuova esposizione di Wikiarte, uno tra i punti più indicati culturalmente nella capitale emiliana. Vogliamo porre l’accento sugli “affari di cuore”, perche di essi raccontano molti dei lavori esposti nelle quattro personali che ospita la galleria fino al 14 di marzo 2013. Si osservano diversi soggetti comuni negli artisti che permettono al visitatore di seguire un fil rouge senza l’imposizione di un argomento preciso e richiesto.
L’arte di Elisabetta Manghi e altre tanto concentrata sull’effigie dell’uomo e anch’essa tradisce un’impostazione fotografica ma influenzata da una visione surreale e sincera che rimanda al magico mondo di Frida Kahlo’.La realtà e attentamente osservata per estrapolarne un dettaglio, forte e cromaticamente contrastante con la figurazione bicromata, che diventa punto focale e sbilancia ogni inconsapevole simmetria classicheggiante. Le opere di Manghi dimostrano, sì, un’attenta osservazione del reale, ma soprattutto un preciso formalizzare di moti interni e intimi dell’artista dei quali, osservando, se ne appropria lo spettatore. Ritratti che tramite un viso, un corpo o un solo dettaglio di essi osservano chi osserva per osservarsi.
Il ritratto, la rappresentazione di una persona secondo le sue reali fattezze, è determinante nel lavoro di Roberta Diazzi. L’evidente inizio dall’immagine fotografica inganna l’occhio e fa crede in una vera ricerca dell’aspetto reale. Contrariamente, invece, l’effettivo studio dell’artista si rivolge verso simbologie che illustrano atteggiamenti, tentativi, prove di “sforare” il reale e tentare il fantastico. Burlesche, Cinema, Motori sono tra le tematiche più ricorrenti delle quali le tele sembrano portare le impronte, sfoggiare le icone sature di luce, abbagliata e abbagliante, di un mondo che sembra vivere e ricalcare le proprie raffigurazioni iconiche, una vita “come in un film”, esagerata e ipertrofica.
Antonella Falcioni, pittrice e ceramista, è interessata al volto umano, ma la sua interpretazione di esso e diversa. Fortemente interessata alla cultura cubana, ma formatasi come ceramista in Sassonia, Falcioni, nel suo essere artifex, ottiene il connubio tra elementi europei di carattere barocco e gli elementi caraibici e coloniali di un’arte folclorica. Come i murales di Amelia Peláez e le tele di Renè Portocarrero i risultati sia sulla superficie ceramica sia sulla tela sono in una cromia e disegno decisi, mentre la figurazione abbandona il semplice decorativismo e approda, soprattutto nei lavori a olio, in attenti esami psicosomatici del volto umano. La pennellata veloce e carica tradisce una mano sicura che affronta la tela come la superficie porcellanata senza esitazioni e ripensamenti.
Il cromatismo di stampo manierista è osservabile anche nei lavori di Mauro Bordini, pittore padovano, di un figurativismo dinamico e umorale che si esprime in forme e figure pastose, policrome e ricche di tratto nervoso e instancabile, che vive tra implosione impressionista ed esplosione espressionista, sviluppate in tonalità venete. La serie Le Stanze racconta un’interiorità confessata, un’intimità denudata che emerge dalle forme, decomposte dalla pennellata quasi informale, e ricomposte in forme vere colpite dalla realtà. La complessità della pittura di Mauro Bordin nasce dalla perfetta sintonia tra la costruzione e la contemporanea distruzione della forma, tra l’interno esternato e l’inclusione dell’aperto in un atto di fede nella valenza dell’arte contemporanea.
Questi tratti, brevi e riduttivi, devono essere considerati solo indizi dei quattro percorsi tracciati negli ambienti della Galleria. L’iter e sempre diversa e sempre diversi sono i passi, importante è avanzare e non temere se gli indizi siano scarsi perché davanti corre la strada.
Inaugurazione: Sabato 2 Marzo 2013, ore 18
Galleria Wikiarte
via San Felice, 18, Bologna
Orari: dal mercoledì al sabato dalle 10.30 alle 19.00 orario continuato
martedì e domenica dalle 15.00 alle 19.00, lunedì chiuso.
Ingresso libero