City Art
Milano
via Dolomiti, 11
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Kim Sung Heun
dal 12/3/2013 al 22/3/2013
mer-sab 15-19 o su appuntamento

Segnalato da

Viola Caruso



approfondimenti

Kim Sung Heun
Tommaso Trini



 
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12/3/2013

Kim Sung Heun

City Art, Milano

Imprint. La forte impronta plastica del suo lavoro ha radici nella tradizione coreana, mentre i disegni e le installazioni pittoriche vivono nell'attualita' delle reti di comunicazione.


comunicato stampa

a cura di Tommaso Trini

L’acqua che consente la vita,

quella che disegna, scolpisce e modifica il territorio e il paesaggio,

quella che allaga, quella che violenta,

ma che anche spesso violentata,

quella governata e quella libera di scegliere il suo percorso.

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Scolpire la propria umanità / Self Made Human

L’arte di Sung Heun mi piace moltissimo. E’ un’opera che mostra la formazione e il divenire della identità. L’identità sia delle figure umane sia dei linguaggi. Sung Heun è un gran lavoratore, io non conosco tutte le sculture che produce. Sung Heun lavora oggi nel suo paese natale, dove insegna, e io non posso vedere le sue nuove opere, se non in fotografia; non posso toccarle. Dunque, non mi riferisco solo alle figure che lui scolpisce nel legno, ai simboli che disegna sulla tela, o ai volti che modella nella creta. Mi riferisco all’artista. Kim Sung Heun sta scolpendo la sua propria identità.

Così lui cominciò alcuni anni fa all’Accademia di Brera, dove insegno io. Era venuto in Italia per studiare scultura e mise in scena la sua condizione di allievo. Costruì il volume del suo corpo con assi di legno variamente colorati e in cima vi inserì l’autoritratto della propria testa in terracotta.

Ma quella scultura non era sola. Nelle mie lezioni di storia dell’arte circolò presto la voce che in un’aula di scultura c’era una statua che mi somigliava tanto. Una cosa strana, antica, quasi egizia. Andai a vedere e conobbi Sung Heun, che frequentava il mio corso, ma non solo il mio. Tuttavia, dovendo raffigurare il «maestro», aveva scelto la mia testa in stile romano. Fui colpito ancora più dalla riservatezza, dolcemente sorridente e silenziosa, di quello scultore non più giovanissimo; e subito ne invidiai il fascino che aveva sulle donne. Comprai Tom e Kim, il vecchio e il giovane.

Sung Heun lavora a identificare la sua personale evoluzione umana, e il suo proprio linguaggio figurale, salendo l’arte con una fune che ha un capo nella tradizione lontana e un altro capo nella innovazione prossima. E’ un pensatore solido che non ha pregiudizi nè fretta né furberie. La forte impronta plastica del suo lavoro ha radici in Corea, nella millenaria cultura di questo Paese così ricco di genialità; così a me pare. Diversamente, la brillante energia dei suoi segni, disegni, tratti fisiognomici, che strutturano sia le narrazioni in terracotta sia le installazioni più pittoriche, vive nell’attualità delle reti di comunicazione. Quando riguardo la doppia statuaria «allievo e maestro» (ora salita a tre statue), ricordo la forte emozione che provai (a Seul nel 1994) davanti alla tomba coreana più antica: un monumento funebre come uovo, insieme nascita e morte, fatta solo di terra.

Kim Sung Heun è un raro esempio di artista che, nel pieno delle sue forze, con radici antiche e la mobilità più avanzata, raffigura le gesta quotidiane di individui diversi e tuttavia globalizzati, ben lontano dai rituali cosmopoliti dell’arte fatta solo per i musei. Ai musei piace quel che più li sfida.
Tommaso Trini

Opening mercoledì 13 marzo h 18.00

Spazio City Art
Via Dolomiti 11 Milano (MM1 fermata Turro)
Aperto da mercoledì a sabato dalle ore 15,00 alle 19,00

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