Per la prima volta, l'intero spazio del museo e' dedicato a un unico artista, sia con opere inedite che con creazioni degli anni passati, esposte insieme a una grande installazione site-specific. Da sempre interessato alla ridefinizione del significato di pittura e della sua percezione, Stingel fa del tappeto un elemento centrale della sua poetica.
a cura di Rudolf Stingel
con la collaborazione di Elena Geuna
La personale Rudolf Stingel si sviluppa lungo tutta la
superficie espositiva di Palazzo Grassi, più di 5.000 metri
quadri, coinvolgendo atrio, primo e secondo piano. Per
la prima volta, l’intero spazio del museo è dedicato a un
unico artista, sia con opere inedite sia con creazioni degli
anni passati, esposte insieme a una grande installazione
site-specific. L’esposizione è la più importante mostra
monografica europea dedicata all’artista. Il progetto,
concepito specificatamente da Stingel per lo spazio
architettonico di Palazzo Grassi, si articola lungo tutte le
sale del palazzo, su cui è stato steso – a ricoprire per la prima
volta l’intera superficie sia del pavimento sia delle pareti –
un tappeto stampato a motivo orientale. L’installazione si
inserisce nell’ambito della ricerca dell’artista, da sempre
indirizzata verso l’analisi del rapporto tra spazio espositivo
e intervento artistico: il tappeto è per lui uno strumento
con cui la pittura si relaziona al contesto architettonico.
Da sempre interessato alla ridefinizione del significato
di pittura e della sua percezione, Stingel fa del tappeto
un elemento centrale della sua poetica, testimone del
trascorrere del tempo e del passaggio delle persone,
ma anche fonte di ispirazione, nella varietà di tipologie
e tramature, per serie successive di quadri. La mostra
presenta una selezione di oltre trenta dipinti, alcuni di
proprietà dell’artista, altri provenienti dalla collezione
Pinault e da altre collezioni internazionali, spesso creati
appositamente per questo progetto negli studi di Merano
e New York.
Il primo piano ospita un gruppo di dipinti astratti
che offrono un’interpretazione del contesto storico,
architettonico e artistico veneziano. Il motivo del tappeto
riporta alla mente il passato della città di Venezia, ma, al
contempo, si fonde con l’immagine dello studio viennese
di Sigmund Freud, un ambiente unico, caratterizzato
da diversi tappeti orientali stesi sul pavimento, sulle
pareti, sul divano e sul tavolino. Il richiamo alla cultura
mitteleuropea, così importante nella formazione di
Stingel, è anche un omaggio all’amico Franz West, di
cui nella sala principale è presente un magnifico ritratto.
Il riferimento allo studio del padre della psicanalisi può
offrire una chiave d’accesso all’installazione: la sensazione
avvolgente e l’esperienza sensoriale che si provano
addentrandosi in questo labirinto ci accompagnano in
un viaggio nella trascendenza dell’Ego, attraverso le sue
rimozioni e i suoi fantasmi, che i dipinti appesi alle pareti
ripercorrono come mappe di una topografia dell’inconscio.
Lo spazio diventa luogo di meditazione, insieme
introiettiva e proiettiva, luogo silenzioso e accogliente.
La moquette rende il percorso espositivo un ambiente
unico, suggerisce un’atmosfera nuova, rarefatta e sospesa,
in cui si stagliano l’argento, il bianco e il nero dei quadri,
come altrettante aperture verso un’altra dimensione. In
questa chiave, il progetto espositivo si trasforma in un
viaggio interiore, che il visitatore è invitato a percorrere
liberamente: dall’autoritratto dell’artista volutamente
seminascosto dalle colonne dell’atrio alla luminosità
dell’argento dei dipinti astratti del primo piano, dalle
sale in cui il tappeto diventa dipinto al bianco e nero dei
“ritratti di sculture” del piano superiore. La mostra intende
mettere in luce il dialogo tra astrazione e figurazione,
sottolineando come il fluire continuo tra queste due polarità
contraddistingua la poetica dell’artista e invitando lo
spettatore a riflettere sull’idea di ritratto e sul concetto di
riappropriazione delle immagini. Il secondo piano ospita,
infatti, una selezione di dipinti raffiguranti sculture lignee
antiche, creati con la tecnica pittorica del foto-realismo,
partendo da fotografie e illustrazioni in bianco e nero.
Rudolf Stingel, nato nel 1956, vive e lavora tra New York
e Merano, sua città natale. La sua opera è stata al centro
di mostre personali in molte istituzioni internazionali, tra
cui la Secession a Vienna (2012), la Neue Nationalgalerie a
Berlino (2010), il Museum of Contemporary Art a Chicago,
il Whitney Museum of American Art a New York (2007),
il Museum für Moderne Kunst di Francoforte (2004) e il
Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento (2001).
Ha inoltre partecipato alla Biennale di Venezia nel 1993
e 2003. L’artista è anche stato presente nelle esposizioni
Where Are We Going? (2006), Sequence 1 (2007), Mapping the
Studio (2009-10) e Il mondo vi appartiene (2011) di Palazzo
Grassi e Punta della Dogana.
Immagine: Untitled, 2011. Olio su lino 40.6 x 33 cm (16 x 13 inches). Foto di Tom Powel. Courtesy dell'artista
Ufficio stampa
Paola C. Manfredi Studio Tel: + 39 028 7238000 Fax: + 39 028 7238014 press@paolamanfredi.com
International
Claudine Colin Communication - Constance GounodTel:+33(0)142726001 Fax:+33(0)142725023 constance@claudinecolin.com
Prorogata al 6 gennaio 2014
Palazzo Grassi / François Pinault Foundation
Campo San Samuele, 3231 30124 Venezia
Tutti i giorni dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18)
Chiuso martedì
Intero: 20€ per due musei / 15€ per un museo
Ridotto: 15€ per due musei / 10€ per un museo
scuole: 10€ per due musei / 6€ per un museo