'' (...) la memoria visiva del proprio abbandono a Dio, il codice a barre della fede in Allah. Ha un altro tipo di livido. Il livido di una donna coinvolta dall’oriente che si e' per tanto tempo incontrata-scontrata con il pensiero islamico. (...).'' Mostra personale.
Adriana Torregrossa torna a Bologna dopo un anno trascorso ad Alessandria d’Egitto con un chiodo fisso. Ha una macchia indelebile impressa sulla fronte. Ma la sua zibibba non si vede; non è come quella dei tanti musulmani che quotidamente pregano rivolti alla mecca battendo ritmicamente il capo sulla sabbia (o sul loro tappeto).
Averne una è un onore per i ferventi. Un segno che condensa un universo politico. E’ la memoria visiva del proprio abbandono a Dio, il codice a barre della fede in Allah.
Ha un altro tipo di livido. Il livido di una donna coinvolta dall’oriente che si è per tanto tempo incontrata-scontrata con il pensiero islamico.
La zibibba di Adriana Torregrossa è la sua meraviglia di fronte a questi body-artisti della religione.
Sesto Senso
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