Collettiva ispirata al Piccolo Principe di Antoine-Marie-Roger de Saint-Exupery. Gli artisti sono, idealmente, tanti piccoli principi che vivono delle loro passioni intrappolati in un iter alchemico e geniale.
Il progetto espositivo prende spunto dal libro ‘Il piccolo principe’ di Antoine-Marie-Roger de Saint-Exupéry. L’autore aveva dedicato il libro a tutti i grandi che sono stati bambini e non lo ricordano più: l’esposizione è dedicata alla spontaneità artistica, quella che ti fa creare con la genialità di una mano e la follia della fantasia, a chi si dedica alla pittura con passione incondizionata, con l’inconscio infantile e la consapevolezza di questo, quasi a metà tra genialità e fantasia. L’proprio l’incontro del protagonista nei diversi capitoli del libro con bizzarri personaggi lascia il piccolo principe stupito e sconcertato dalla stranezza delle persone adulte: gli artisti sono, idealmente, tanti piccoli principi che vivono delle loro passioni intrappolati in un iter alchimico e geniale e il mondo intorno rappresenta gli adulti che osservano le opere d’arte con l’ambiguità di chi osserva apprezzandone le genialità di chi crea o criticandone l’ingenuità passionale.
Un’esposizione dedicata alle forme d’arte più eccelse, astrazione e figurazione, in cui genialità e fantasia sanno ben mescolarsi dando vita a creazioni fervide ed intense. Claudio Bandini non si avvale di temi già costituiti poichè crea come la mente detta; le emozioni continue sono la costante di opere d’arte dai toni che ondeggiano tra blu e verde, oro e bianco: un primo tratto, qualche linea comincia a delinearsi e poi, lentamente, la natura e la spontaneità prendono il sopravvento e lasciano che la mano si liberi in quel che sarà, svincolata ad assistere a ciò che verrà fuori. Alessandro Cinardo lega e intrappola per sempre tronchi ritorti e intrisi di spessore con enfasi e grinta rara. Una materia che è addensamento di colore ispessisce i suoi alberi rendendoli quasi umani per le venature evidenti e la robustezza emergente. Feofeo si avvale dell’astrazione perché ama librarsi e liberarsi in quella magia in cui toni e gestualità intrappolano l’artista; evitando la figurazione poiché tende a rappresentare quanto di grandioso già esiste, l’arte emancipata di Feofeo è un inno agli stati d’animo espressi da chi dipinge e da chi osserva. Fulvio Dot parte da studi di architettura personali e si affianca alla pittura astratta inculcatagli in lezioni di arte. Due mondi diversi: l’architettura e l’astrazione, incomparabili, lontani come rette parallele senza un incontro mai possibile; non fu così, non è così perché Dot valica i confini del possibile e affianca architettura e disegno alla concettualità dell’arte.
Inaugurazione 15 aprile ore 18
Centro Culturale Zerouno
via Indipendenza, 27 - Barletta
orario: lun-ven 17-20.30, dom chiuso
Ingresso libero