Infinity paper accoglie opere recenti concepite utilizzando come elemento generativo la carta che i fotografi impiegano in studio per creare gli sfondi nei ritratti o negli still life, nonche' un'installazione realizzata con il medesimo materiale.
Paolo Maria Deanesi è lieto di ospitare Infinty Paper, seconda personale dell’artista Igor Eškinja presso i propri spazi. La mostra raccoglie le opere concepite negli ultimi due anni dall’artista utilizzando come elemento generativo la carta che i fotografi impiegano in studio per creare gli sfondi nei ritratti o negli still life, nonché un’installazione site specific realizzata con il medesimo materiale.
La carta seamless viene utilizzata per decontestualizzare e camuffare lo spazio, per renderlo artificialmente neutro, in maniera non dissimile da quanto accade con lo strumento del white cube. Tanto la carta nello studio, quanto la galleria allestita nel bianco candido, servono per minimizzare gli elementi caratterizzanti dei luoghi, per programmarne ideologicamente la marginalizzazione e la non-interazione con il contenuto principale. Il processo serve a costruire una percezione di preziosità del soggetto (a renderlo cioè centro), ottenuta portando al grado zero tutto ciò che vi è attorno, in maniera non dissimile a quanto accada nelle chiese protestanti, in cui il senso di vuoto delle pareti sostantifica l’importanza dell’elemento spirituale.
Igor Eškinja utilizza invece quello stesso materiale per sottolineare la condizione di discontinuità, ribaltando la sua funzione – quella cioè di annullare l’identità – e trasformando la semplice carta in surreale generatrice di immagini. In un contesto già neutro (la galleria in cui l’artista realizza gli scatti) lo strumento programmato per l’omogeneità si trasforma in questo modo nell’elemento perturbante. L’artista così dimostra come il white cube non sia tanto il suo artificiale amplificatore e moltiplicatore di interesse, ma semplicemente un ingrediente per la creazione di un’immagine.
Quelle immagini con ritagli di carta che raffigurano oggetti tridimensionali o persone, stampate ed esposte all’interno della galleria per la mostra, finiscono quindi ad essere meta-rappresentazione, teatro nel teatro in cui paradossalmente realtà e rappresentazione non smettono di scambiarsi i costumi di scena.
Igor Eškinja (Rijeka, HR, 1975) ha analizzato con particolare attenzione i rapporti tra immagine e struttura tridimensionale dell’ambiente servendosi di materiali di uso comune come il nastro adesivo, la carta o cavi elettrici. I suoi scatti fotografici si caratterizzano per essere dei prelievi di realtà in grado di mettere in discussione la percezione visiva dell’osservatore.
Sue mostre personali sono state ospitate al MAC / VAL Musee D'Art Contemporain Du Val-De-Marne (Fr), al Museum of Contemporary Art di Zagrabia e Rijeka (HR), al Kunstforum di Vienna (A), al Casino Luxembourg, Forum d’Art Contemporain di Luxembourg (L), al Centro de Arte Caja di Burgos (E), al Centro Cultural Chacao di Caracas (YV).
Tra le collettive ha esposto al Kunsthalle Project Space di Vienna (A), al Royal Museum di Alberta (CDN), al Museum of Arts and Design di New York (USA), alla Wellcome Foundation di Londra (UK), al Mart a Rovereto (tn), al Centraal di Brugge (B), a Manifesta 7 a Rovereto.
Inaugurazione 12 aprile ore 18.00
Paolo Maria Deanesi Gallery
via San Giovanni Bosco, 9 38068 Rovereto (TN)
Orari:gio-sab 16-20
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