Federico D'ambrosi
Mimmo Di Laora
Salvatore Giunta
Luca Lavatori
Patrizia Molinari
Daniela Vaccher
Per il ciclo "La Via per ricominciare", opere di Federico D'ambrosi, Mimmo Di Laora, Salvatore Giunta, Luca Lavatori e Patrizia Molinari.
A cura di Daniela Vaccher
E' con piacere, mentre sto scrivendo queste
parole che accompagnano la mostra “Il Tempo per il
Pensiero”, che leggo l’anticipazione dell’intervento di
Zagrebelsky a Biennale Democrazia, nel quale si parla
della riflessione come del più grande bene della vita
che abbiamo smarrito e come siamo davvero felici
solo quando pensiamo.
Nella nostra epoca non dedichiamo sufficiente tempo
al pensiero, alla riflessione. I nostri comportamenti, i
nostri giudizi, le nostre parole sono di getto, più frutto
di una emozione che di un ragionamento. Da un lato
forse perché bombardati da notizie ed immagini,
sottoposti a ritmi di vita estremamente velocizzati,
anche a causa o grazie alle nuove tecnologie.
Dall’altro lato coesiste un atteggiamento teso a
rinnegare o misconoscere la storia, la tradizione.
Emerge una esasperata contrapposizione tra
categorie giovani- vecchi.
Eppure è evidente che non può esservi futuro o
presente senza continuità con il passato.
Proprio la valorizzazione del tempo, quello trascorso,
quale apporto di elementi e di basi, ci permette di
costruire il nostro pensiero.
Per Mimmo Di Laora le parole costituiscono per ogni
essere il mezzo per la formazione del pensiero e allo
stesso tempo la possibilità di condividerlo e comuni-
carlo all’altro. I segni, la scrittura si sedimentano nel
tempo ed il pensiero si fa storia.
Nelle sculture di Salvatore Giunta la sfera rappresenta
la mente in una geometria di perfezione che può
muoversi liberamente all’infinito.
Il potere del pensiero è visto nella possibilità di
trascendere confini spaziali e temporali che
consentono unicità all’uomo.
L’orologio di Federico D’Ambrosi, con le numerose
corde che ricadono a terra, richiama come dice
l’artista, la figura mitologica della Medusa.
La voglia di sconfiggere il simbolo e l’oggetto
misuratore del tempo strutturato che condiziona un
pensiero costretto.
E Federico ci spiega che nell’opera sono 24 i
capelli/serpenti della Medusa come le ore, il quarzo è
la vernice stesa sull’opera, i cristalli al quarzo sono
quelli utilizzati negli orologi, ed il quarzo rappresenta
la pietrificazione della perversione intellettuale.
Le opere di Luca Lavatori sono concepite come una
piazza dove si rappresentano i contrasti interiori, le
contraddizioni dei rapporti interpersonali, agiti sotto
una cappa opprimente e condizionante.
Il pensiero così si materializza in aggressività e
malessere. Condizione opposta alla possibilità del pen-
siero di formarsi liberamente e serenamente. Unica
condizione che ci permette, grazie alla dimensione
tempo, di elaborare sensazioni.
Illuminazione s’intitola l’opera di Patrizia Molinari, una
luce diffusa e intensa circonda un uomo nella posizione
yoga. Il suo è un preciso riferimento al pensiero orien-
tale, che esalta la meditazione e per il quale il tempo
assume una dimensione particolare.
Per la filosofia orientale il pensiero diventa centrale, con
una connotazione fortemente mistica. Ricordiamo
come lo zen si concentra quasi interamente
sull’esperienza di illuminazione, sulla coscienza del sé.
Lo yogi poggia la sua testa sull’acqua, origine di tutte le
cose, traendo così da essa linfa vitale per la mente.
Attorno il vuoto che si riempie di luce, il vuoto che
consente la meditazione.
Daniela Vaccher
Vernissage: Sabato 20 aprile 2013, ore 18 - 20.30
Il Tempo Ritrovato
Lungotevere degli Altoviti 4, Roma
Orari: da martedì a venerdì dalle 16.30 alle 19.30, sabato dalle 17 alle 20
Ingresso libero