Memento. Davrinche espone i suoi lavori in tutto il mondo rivendicando l'appartenenza ad una tradizione pittorica figurativa dalle radici profonde.
Artista di spicco nel panorama dell’arte contemporanea francese e internazionale, Gaël Davrinche espone oggi i suoi lavori in tutto il mondo rivendicando l’appartenenza ad una tradizione pittorica figurativa dalle radici profonde. In occasione della mostra Memento, che aprirà le porte al pubblico venerdì 26 aprile a partire dalle 17:30, ego gallery è lieta di presentare le sue opere per la prima volta in Svizzera.
Avanza veloce, assorbe e trascina, la quotidianità delle “cose da fare”. Il ritmo incalzante della società contemporanea non sembra lasciare più spazio all’introspezione o alla contemplazione. Anche per questo oggi dipingere significa viaggiare contro corrente; serve tempo per ritrovare la lucidità, per fare un passo indietro e rivedere il mondo con occhi nuovi. Fermarsi un istante per prendere coscienza, è questo che si prefiggono le opere di Gaël Davrinche.
Nei suoi “memento mori”, una serie di fiori che sembrano lottare contro il tempo, l’artista riesce a cogliere il movimento di un attimo riflettendo così sull’intero ciclo della natura e sul rapporto che l’uomo intrattiene con esso. Ma Gaël Davrinche sembra ballare il tango anche con la storia dell’arte: in particolare i suoi ritratti ci spingono indietro nel tempo, ci fanno pensare ai grandi maestri della pittura come Rembrandt, Velasquez o Vermeer. Poi però, velocemente, ci riportano alla realtà del mondo contemporaneo, all’individuo, alle sue aspirazioni, al suo ruolo nella società e soprattutto alle sue contraddizioni. Questo tango si colora poi di grande umorismo: l’artista gioca con le referenze desacralizzando sia i protagonisti dei suoi ritratti che i grandi pittori della storia a cui fa riferimento. Se come spesso accade nella tradizione, i ritratti sono accompagnati da un attributo, un accessorio, che può avere la funzione simbolica di svelare l’identità del personaggio o il suo status sociale, nei ritratti di Davrinche gli accessori acquistano anche una funzione giocosa: essi ridicolizzano il protagonista facendolo scivolare nell’incomprensibile o nel curioso. Unendo austerità e umorismo, tra essere e sembrare, i suoi ritratti esprimono una divertente ambiguità che fa emergere l’essenza dell’uomo contemporaneo e il rapporto che intrattiene con la natura delle cose.
Inaugurazione 26 aprile 2013, ore 17:30
Ego Gallery
via Canonica, 9 - Lugano
ma-ve 14 - 19, sab 10-17