Stampe italiane della prima meta' del '900, da Boccioni a Vespignani. 106 stampe, di cui la maggior parte dell'Istituto e il resto proveniente da collezioni esterne prevalentemente pubbliche. L'idea nasce dalla presenza in Calcografia di un cospicuo fondo di stampe (oltre tremila) di incisori italiani del Novecento, oggi in corso di catalogazione, e di una serie non meno rilevante di documenti inediti riguardanti la gestione di Carlo Alberto Petrucci (1881-1963), il suo rapporto con gli artisti, con le grandi istituzioni del periodo, con il mondo accademico, con il mercato.
Stampe italiane della prima metà del '900, da Boccioni a Vespignani
La mostra, a cura di Alida Moltedo Mapelli, prevede l'esposizione di 106 stampe,
di cui la maggior parte dell'Istituto e il resto proveniente da collezioni
esterne prevalentemente pubbliche. L'idea nasce dalla presenza in Calcografia di
un cospicuo fondo di stampe (oltre tremila) di incisori italiani del Novecento,
oggi in corso di catalogazione, e di una serie non meno rilevante di documenti
inediti riguardanti la gestione di Carlo Alberto Petrucci (1881-1963), il suo
rapporto con gli artisti, con le grandi istituzioni del periodo, con il mondo
accademico, con il mercato.
L'inizio della sua collaborazione con l'allora Regia Calcografia si puo' far
risalire intorno al '30, anche se soltanto nel '33 assunse l'incarico di
direttore ed entro' in ruolo nel '35. Nel 1929 Petrucci fu nominato Fiduciario
della Sezione Bianco e Nero del Sindacato Nazionale Belle Arti, su proposta
dell'allora segretario Cipriano Efisio Oppo. Come illustrano chiaramente le sue
stesse relazioni, tale incarico presupponeva che egli inquadrasse nella sezione
del sindacato tutti gli artisti che praticavano l'incisione, l'illustrazione, la
decorazione del libro e il disegno in genere, in nome della necessità di dare
un'organizzazione speciale al Bianco e Nero per regolarne le manifestazioni,
seguire e assistere gli artisti nella loro attività . Ogni incisore era, quindi,
invitato a depositare in Calcografia una cartella dei suoi migliori lavori e di
qui la formazione di una raccolta aperta alla consultazione e alla vendita, in
rappresentanza di quanto di meglio si produceva in Italia. A questo fondo la
Sezione poteva accedere liberamente per l'organizzazione delle mostre; a
rotazione, inoltre, queste opere venivano esposte nelle vetrine della
Calcografia che aveva anche messo a disposizione degli artisti un torchio
calcografico da utilizzare con l'assistenza di stampatori interni. In cambio la
Calcografia si riservava di trattenere il 15% degli incassi. L'adesione degli
artisti fu massiccia e Petrucci riuscì a coinvolgere, nonostante le iniziali
resistenze, anche personaggi della statura di Morandi, Bartolini, Carrà ,
Maccari e ancora Cambellotti, Viviani, Dal Molin Ferenzona, Ziveri. In capo a
cinque anni si iscrissero oltre 350 artisti. Venne attivato un programma, dal
ritmo quasi sistematico, di esposizioni in Italia e all'Estero organizzate in un
rapporto di costante confronto e di collaborazione con i responsabili delle
grandi mostre periodiche e del mondo accademico. La prima esposizione si tenne
nel '31 nelle sale della Calcografia. Riflessi di questa attività , che in
maniera più 'informale' continuo' anche dopo la caduta del Regime e con i
primi successori di Petrucci, si ebbero ancora negli anni Sessanta fino ad
interrompersi all'inizio dei Settanta. Le stampe rimaste invendute costituiscono
l'odierna raccolta.
Immagine: Antonio Carbonati Impianti di disistallazione della Raffineria Aquila
- Trieste, 1939 Acquaforte Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, Calcografia
Promosso da: Istituto Nazionale per la Grafica in collaborazione
con Civita
Costo
del biglietto: 5,00 Euro Riduzioni: 4,00 Euro Prenotazione:
Facoltativa
Inaugurazione: Giovedì 25 sett. ore 11.30
dal 26 sett. Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 19.00
Calcografia, via della Stamperia, 6 - Roma
Telefono: 06/699801
Fax: 06/69921454