Galleria Artericambi
Verona
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Nana Onishi
dal 26/9/2003 al 18/11/2003
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Segnalato da

Daniela Vartolo



approfondimenti

Nana Onishi



 
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26/9/2003

Nana Onishi

Galleria Artericambi, Verona

Nelle sue opere rivisita alcuni dei temi piu' tradizionali legati alla creazione artistico-letteraria giapponese, come lo scorrere inesorabile del tempo, la memoria, la morte, elaborati con dei mezzi espressivi tipicamente contemporanei, come la fotografia, la pittura astratta e installazioni multimediali.


comunicato stampa

Natura morta


Nata a Tokio, ha studiato pittura presso il prestigioso College of Art di Kanazawa, perfezionandosi poi in fotografia, arte contemporanea e installazioni presso il Pratt Institute di New York, dove attualmente risiede. La Onishi ha partecipato sia a mostre personali (''Body/Liquid'', Language, New York, 2001) che a diverse collettive come ''Artists in the Marketplace'' (1997, The Bronx Museum of the Arts, New York), ''Reactions'' (2002, Exit Art, New York) e alla Biennale di Venezia nel 2001 nell'esposizione collettiva ''Markers''.
La mostra veronese è il frutto di un particolare attaccamento all'Italia da parte di questa giovane artista che nel 1993 soggiorna per motivi di studio alcuni mesi a Venezia.


Nelle sue opere rivisita alcuni dei temi più tradizionali legati alla creazione artistico-letteraria giapponese, come lo scorrere inesorabile del tempo, la memoria, la morte, elaborati con dei mezzi espressivi tipicamente contemporanei, come la fotografia, la pittura astratta e installazioni multimediali.

''Il mio scopo'' afferma ''è quello di sondare il fluido confine tra bellezza e decadimento fisico, tra vita e morte, utilizzando materiali organici - fiori, carne macellata - in diverse combinazioni e configurazioni cromatiche''. La ricca tradizione artistica giapponese, che da sempre celebra tutto ciò che è prezioso ma di breve durata, influenza il suo lavoro, che associa sempre bellezza a fragilità. Tutti i sensi devono cooperare al godimento dell'opera e perciò anche l'olfatto viene stimolato dalle sue installazioni: il profumo dei fiori freschi imbriglia la memoria, fa irrompere immagini ed emozioni dimenticate o latenti, entra empaticamente nel profondo offrendo queste opere come metafore del dolore per la perdita del passato o della gioia per la sua inaspettata e gradita ricomparsa.



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