Sculture, ceramiche, disegni, acquarelli e tempere dal 1938 al 1993. Le sculture in mostra sono soprattutto nudi di donna, in legno, cemento e ceramica, in piedi o coricati, scolpiti negli anni '70.
Sabato 1 giugno 2013 alle ore 18,30, il MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera,
inaugura la mostra dedicata a “Carlo Mattioli. Scultore”. Nelle Sale della Caccia e nella Biblioteca
Vanni Sheiwiller verranno esposte sculture, ceramiche, disegni, acquarelli e tempere dell’artista
nato a Modena nel 1911 e scomparso a Parma nel 1994.
Le sculture in mostra saranno soprattutto nudi di donna, in legno, cemento e ceramica, in piedi o
coricati, scolpiti negli anni ’70. L’artista interviene il meno possibile sui materiali scelti, toglie lo stretto
indispensabile, in modo da liberare tutta la bellezza insita nella natura. Sono così intensamente carichi di
significato che ci si può domandare se siano nudi o colline disabitate, oppure figure di antichi romani
distesi sui loro triclini o ancora rilievi funerari pronti per un banchetto ormai finito. E in ogni nudo, che sia
inciso nella ceramica morbida, ricavato da un tronco di legno o creato dal cemento fresco, c’è l’amatissima
moglie Lina, sposata nel 1936. La nipote dell’artista, Anna Zaniboni Mattioli, scrive nel volumetto edito per
l’occasione: «Si tratta di toccarlo, quel legno, “violarlo” il meno possibile, perché la storia e il suo calore
bruciante è essa stessa arte. O forse la materia imprigiona la bellezza e quindi si tratta appena di scostare,
togliere, piallare, incidere quel poco che impedisce anche agli altri di vedere».
I ritratti in gesso (Pier Carlo Santini, Giorgio Torelli, il pittore Bandieri, Ubaldo Bertoli), scolpiti a partire dal
1966, rappresentano amici letterati, scrittori e storici dell’arte, “volti terrigni e umorali”, colmi di materia e di
vita.
Le ceramiche, risalenti agli anni ’50-’60, sono vasi, brocche e piatti, dipinti spesso con personaggi di
romanzi e racconti stendhaliani (La Certosa di Parma, Vanina Vanini e la Badessa di Castro). Mattioli
rinnova così, in un nuovo medium, il grande interesse per la letteratura che lo accompagnò per tutta la
vita. Tra il 1960 e il 1968, infatti, si dedica a studi, incisioni, litografie per illustrare i Ragionamenti di Pietro
Aretino (1960-1964), Vanina Vanini di Stendhal (1961), i Sonetti del Cavalcanti (1963), gli Epigrammi erotici
(1963), le Novelle del Sermini (1963), il Belfagor di Machiavelli (1967), il Canzoniere del Petrarca (1968), il
Decameron del Boccaccio, la Divina Commedia e la Venexiana (1968).
Non a caso, dunque, i poeti a lui contemporanei saranno i veri interpreti della sua opera.
Le opere su carta (disegni, tempere e acquarelli), consentiranno di osservare l’evoluzione del suo lavoro:
dagli studi di figura degli anni Quaranta alle illustrazioni per i libri, ai nudi, ai delicati ritratti della figlia
Marcella, della moglie Lina e della nipote Anna, degli amici De Chirico e Manzù, fino ad arrivare ai diversi cicli
di paesaggi che caratterizzeranno la sua opera dagli anni Settanta in poi: i Notturni, i Cieli, le Spiagge, i
Campi di papaveri, i Campi di lavanda, le Ginestre, i Boschi verdi con gli intrichi di vegetazione e i
ponti rovinati, le Nature morte.
La mostra è completata, nella Biblioteca Scheiwiller, da fotografie, volumi e documenti che
contribuiranno a ricostruire la figura di un artista dalla cultura figurativa vastissima (il Romanico padano,
il manierismo, Rembrandt, Goya, l’Espressionismo tedesco, Fautrier), raffinato e sensibile e pur tuttavia
schivo e riservato.
Un volume, pubblicato dalle Edizioni della Cometa Roma, con introduzione di Anna Zaniboni Mattioli,
raccoglierà l’intera esperienza plastica di Mattioli che, in occasione dell’inaugurazione, dopo i saluti del
Presidente della Fondazione Zetema, avv. Raffaello De Ruggieri, verrà analizzata dal Direttore del
MUSMA Giuseppe Appella e dalla stessa nipote dell’artista.
Cenni biografici:
Carlo Mattioli nasce a Modena l’8 maggio 1911, figlio di un insegnante di disegno e nipote di un
decoratore.
Sviluppa fin da giovane, a contatto con l’imponenza romanica del Duomo di Modena, la passione per la
scultura, dedicandosi, però, negli anni della sua formazione, soprattutto alla pittura.
Nel 1925 si trasferisce con la famiglia a Parma dove studia all’Istituto d’Arte. Dopo il diploma insegna
disegno, prima in Istria e in Toscana, poi a Parma e a Bologna.
Risalgono al 1938 le prime testimonianze significative della sua opera, in particolare il Ritratto della moglie
Lina. Successivamente si dedica soprattutto a nature morte, paesaggi e a opere grafiche con
prevalente raffigurazione di nudi femminili. Dal 1950 espone regolarmente alla Biennale di Venezia
vincendo nel 1956 il premio speciale Comune di Venezia per il disegno con giuria presieduta da
Roberto Longhi.
Negli anni Cinquanta e Sessanta e con lunghi intervalli fino al 1990, si cimenta con l’Arte Sacra, con la
scultura in scala monumentale. Rispondendo con generosità alle richieste delle Diocesi di Parma,
Modena e Ascoli Piceno realizza pareti di mosaici (Cattedrale di Ascoli e San Pio X a Modena), vetrate e
altari, dipinge grandi croci (San Miniato al Monte e San Giovanni Evangelista a Parma), scolpisce il grande
fonte battesimale di Santa Maria della Pace a Parma.
Nel 1970 viene allestita da Roberto Tassi, nelle Scuderie delle Pilotta a Parma, la prima mostra
antologica dell’opera di Mattioli.
Gli anni 1969-‘70 sono gli anni dei Notturni: un cielo con nubi o illuminato dalla presenza della luna, la notte
che avvolge la spiaggia o la cattedrale di Parma.
Dal 1972 Mattioli si concentra quasi esclusivamente sul paesaggio già praticato fin dagli anni
Quaranta ma con un’esplosione cromatica a lui prima sconosciuta: l’artista dipinge le Spiagge
assolate della Versilia, i Campi di papaveri, le Lavande, i Paesaggi in collina, le Ginestre del Conero, i Boschi,
Le Aigues Mortes.
Nel 1984 viene allestita nel Palazzo Reale di Milano una grande retrospettiva a cura di Pier Carlo
Santini. Intanto compaiono nuovi cicli: i Pineti del 1983 e i Fiori del Male nel 1985.
Nel 1986, per i suoi settantacinque anni, vengono realizzate una mostra antologica di paesaggi a Ferrara, nel
Palazzo dei Diamanti, e una raccolta di inediti degli anni Sessanta e Settanta a Palazzo Te a Mantova.
Nell’inverno del 1993 Mattioli dipinge i suoi ultimi quadri ad olio, dopo un lungo periodo in cui le precarie
condizioni di salute gli avevano impedito di lavorare al cavalletto.
Scompare a Parma il 12 luglio 1994.
Nel decennale della morte, nel 2004, Parma lo ricorda con una nuova antologica alla Galleria Nazionale. Nel
2011, per il centenario della nascita, Maurizio Calvesi, Giovanni Morello e Anna Zaniboni Mattioli curano la
retrospettiva ordinata nel Braccio di Carlo Magno in Vaticano; nel 2012 Simona Tosini Pizzetti raccoglie 42
Nature Morte nelle due sale centrali del Museo Morandi a Bologna.
Comunicazione e pubbliche relazioni MUSMA:
Marcella Bruno
Tel. + 39 3283292235
Email: ufficiostampa@musma.it
Inaugurazione sabato 1 giugno 2013, ore 18.30
MUSMA Museo della Scultura Contemporanea. Matera
Palazzo Pomarici - Via San Giacomo (Sasso Caveoso)
Biglietto: visita alla mostra temporanea e alla collezione: € 5.00 (intero) € 3,50 (ridotto)
Apertura: dal martedì alla domenica, ore 10 – 14 (sino al 29 marzo); ore 10 -14 / 16 - 20 da 30 marzo al 30
settembre 2013. Giornata di chiusura: lunedì (eccetto festivi).