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Tauromachia
dal 3/10/2003 al 17/11/2003
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Antonio De Santis



 
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3/10/2003

Tauromachia

Architetture e Sistemi, Bergamo

Artista profondo che tra i suoi temi prediletti ha trovato nella tauromachia gli estremi non solo pittorici, ma anche del suo pensiero. Autore che non lascia nulla al caso, De Santis, trova nel simbolo argomenti che vanno oltre al semplice racconto espressivo. La pittura per lui e' un modo non solo di sentire, ma anche di dire ed il colore piu' che la forma divengono infrastrutture di una grafia simbolica appartenente ad un pensiero esistenziale e non solo estetico.


comunicato stampa

Mostra personale di Antonio De Santis

Scrive Defuy nella presentazione della mostra 'Il toro, il matador, il picador sono alcuni dei personaggi che compongono la corrida divenendo nell'immaginario estremi di un racconto unico nel suo genere. Il tempo e la storia hanno tramandato questa forma di sfida tra la forza della natura, il toro, e l'uomo, il matador come un confronto mitico, nella forma estrema di un'arte dove la morte diventa l'emblema ultimo della sfida. Appare evidente a chi non vive in Spagna, la corrida sia un semplice e pittoresco spettacolo, un elemento folkloristico il quale designa appunto la terra di iberica. In realtà molti sono i fattori che compongono questa sfida, questo confronto tra vita e morte, cantato in poesia in musica, in teatro in pittura ed è proprio in quest'ultima forma che appare l'espressione di De Santis. Artista profondo che tra i suoi temi prediletti ha trovato nella tauromachia gli estremi non solo pittorici, ma anche del suo pensiero. Autore che non lascia nulla al caso, De Santis, trova nel simbolo argomenti che vanno oltre al semplice racconto espressivo. La pittura per lui è un modo non solo di sentire, ma anche di dire ed il colore più che la forma divengono infrastrutture di una grafia simbolica appartenente ad un pensiero esistenziale e non solo estetico. Egli è ben conscio che l'arte appartiene al mondo dell'apparenza e che il senso della vista è quello che in pittura va prima appagato ed ecco quindi che affronta il racconto della tauromachia sottoforma espressiva trovando negli argomenti prima elencati della corrida un riferimento immaginativo inteso ad incontrare l'osservatore. L'apparenza narrativa diventa in tale contesto l'azione fondamentale per incontrare nel racconto del dipinto l'osservatore e di poi con sapiente suggestione trasportarlo nel contesto più profondo del significato stesso dell'idea proposta nel quadro.
E' notorio che la pittura di De Santis viaggia nell'ambito del 'realismo/astratto' una formazione estetica dove la realtà viene sintetizzata attraverso il processo dell'astrazione in cui viene eliminato ogni gioco figurativo a favore di un 'realismo' che possiamo definire senza mezzi termini nuovo. La ricerca di questo artista è stata lunga e dalla figurazione è giunto agli estremi dell'astrazione fino a superare l'ultimo baluardo dell'assurdo artistico ricuperando il segno ed il racconto. Un atto coraggioso, e non ancora del tutto compreso, lungimirante di fronte ad un'arte che ha abbandonato la storia a favore di un irrazionale effimero nel quale l'espressione artistica ha perduto il suo discorso profondo per diventare uno semplice slogan. Le scelte del De Santis sono state coraggiose e controcorrente, già la figura dell'artista dedito all'arte come estremo unico non fa parte del suo bagaglio e lo troviamo insegnante, scrittore, giornalista ed impiegato tutte forme lavorative che hanno fatto in modo che la sua pittura potesse vivere agiatamente di vita propria alienando qualsiasi compromesso a favore di una purezza di intenti unica nel suo genere.'

NOTA BIOGRAFICA
Antonio De Santis nasce a Venezia nel 1950. Si trasferisce nella bergamasca negli anni Sessanta. Conseguita la Maturità Scientifica a Faenza si iscrive alla Facoltà di Filosofia alla Cattolica di Milano.
Inizia dipingere giovanissimo frequentando studio del pittore Ermenegildo Rondina a Mestre. Dopo un periodo figurativo inizia una lunga parentesi di ricerca nell'ambito della pittura astratta che sfocerà nel Manifesto del Realismo/Astratto del 1979. Coniuga al lavoro pittorico la collaborazione a riviste e quotidiani curando rubriche dedicate all' arte. Fonda e dirige la rivista Terzapagina. Tra le sue pubblicazioni il Catalogo degli artisti operanti nel Bergamasco (1978), Bergamo e l'Arte - Un popolo e la sua cultura, Pietro Fassi, Pittura Orobica del 1° Novecento, Estetica 1, Estetica 2, Estetica 3.
Inizia ad esporre nel 1965 partecipando ad importanti rassegne ed allestendo mostre personali in Italia ed all'estero. Le sue opere sono collocate presso collezioni pubbliche e museali in Italia ed all'estero tra cui la Biblioteca di Alzano Lombardo (Bg), Provincia di Bergamo,Comune di Verteva (Bg), Comune di Faenza, Archivio Storico Arte Contemporanea Biennale di Venezia, Raccolte Vaticane, Pinacoteca Accademia Tadini di Lovere (Bg), Museo d'Arte Historico Pedagogico di S. Paolo del Brasile.
Documentazione sull'attività artistica di De Santis sono raccolti presso l'Archivio della Biennale di Venezia, Archivio Storico Arte Contemporanea Museo Bandera

Architetture e Sistemi
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Antonio De Santis
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