Personale dal titolo "Tra Biancaneve e l'ultima fidanzata". I due lavori "disegnati" ma di impronta concettuale hanno come comune denominatore il tema della donna.
La mostra coniuga due distinte ed autonome opere "Biancaneve" e "L'Ultima fidanzata".
I due lavori "disegnati" ma di impronta concettuale, si legano tra loro in quanto perno centrale di congiunzione è essere la DONNA.
La DONNA vista ìn alcune delle sue infinite sfaccettature/ruoli.
DONNA, che la realtà di oggi la vede sempre più frequentemente al centro di attacchi che ne minano tragicamente l'individualità stessa.
E quindi il rapporto con l'altro sesso.
Tale esposizione è dunque il pretesto per porsi a confronto, a dialogo su due mondi spesso lontani, apparentemente inconciliabili.
Entità che ora si attraggono, ora si respingono, ma "incastrati" e catalizzati dalla forza di un sentimento unico ed universale chiamato spesso (anche a torto) amore.
Pozione magica con cui la natura governa i suoi disegni.
Da qui la necessita dì un confronto iniziale "riconciliante" anche espositivo.
1) BIANCANEVE
Il lavoro d'arte visiva dal titolo Biancaneve, è racconto di un'arte basata sul "non disegno”. Pretesto è appunto la favola suddetta attraverso la composizione di tavole "autonome". Ossia disegni indipendenti dalla necessità e costrizione di "rappresentare".
Dove in un qualche modo, si vuole dichiarare la volontà di liberarsi concettualmente e fattivamente, dalla dittatura di dover mostrare un racconto, di raffigurare un testo. Il disegno quindi, in tale contesto non è più pensato come strumento, come "comparsa" al servizio di.
E. anche se la favola verrà comunque "mostrata", i diversi disegni realizzati, proprio allo scopo di accentuare tale volontà anarchica, verranno così ad essere dei "non disegni" dei "non bei disegni".
In definitiva dei "brutti disegni".
Cercando dì essere "ALTRO".
Quasi una negazione di se stessi.
E tale obiettivo verrà così sancito, raggiunto andando ad inquinare proprio quel buonismo presente (eticamente bello) che è proprio della stragrande maggioranza delle favole.
2) L'ULTIMA FIDANZATA
Il lavoro d'arte visiva dal titolo L'Ultima Fidanzata, è racconto di un'arte quella concettuale funzione del pensiero.
A dispetto del titolo apparentemente inequivocabile, l'opera realizzata sfiora l'universale rapporto che si genera tra madre e figlio.
Legame in cui L'Ultima Fidanzata è in realtà la prima'.
Ossia la propria madre.
Chi da piccolo non ha dichiarato di voler sposare il proprio genitore, in un gioco dolce fatto di stupore, innocenza ed amore ?
Iniziale enunciazione di un legame universale, che si svilupperà in maniera esponenziale ed onnipresente durante tutto l'arco di una vita.
Ma sarà con l'avvento della morte del genitore, evento naturale, tragico. doloroso che si compierà una "nuova primavera".
Nuova stagione fatta di ricordi indelebili, che renderanno ancora più saldo, "vivo'' ed immortale, quell'amore infinito tra madre e figlio.
L'opera d'arte visiva si compie ponendo l'accento sul tema del distacco fisico tra i due soggetti, con l'avvento della morte.
Il lavoro quindi si sviluppa sull'icona/fotografia di una persona anziana (la madre del l'artista).
Partendo da una stessa immagine ripetuta in multipli, verranno meno di volta in volta particolari conosciuti del viso.
Gli occhi, la bocca, il naso, le orecchie i capelli.
Metafora visiva del tempo che passa. che trascorre "sottrae/toglie".
E' in definitiva la rappresentazione segnica del distacco fisico, e sarà evidenziato attraverso la ritmica fotografica successione della persona nel viso.
Il viso riferimento tangibile, nella sua unicità che ci rappresenta per riconoscibilità ed immediatezza.
E questo fino alla totale perdita dell'immagine della persona, rappresentazione segnica e quindi fisica dell'avvento morte.
Azzeramento iconico, che riserverà comunque un colpo d'ala finale.
Una rivincita, con un richiamo/urlo liberatorio LIFE presente sull'ultima foto/opera dell'anziana persona.
Richiamo alla VITA che tenterà di esorcizzare, "vincere/ sopraffare" il potere della morte. Ricomponendo così seppur idealmente in eterno, quell'amore unico filiale di due persone legate da un cordone ombelicale mai realmente reciso.
Marggio 2013
Alfredo Daino
Dal 1980 ad oggi innumerevoli sono le esperienze di Alfredo Saino in collettive e personali avvenute in città italiane ed estere: Ancona; Ascoli Piceno; Milano; Palermo; Rimini; Roma; Senigallia; Sassoferrato; Trevi; Kranj (Slovenia); Bengasi (Libia) ed altre.
All'interno di spazi, eventi in gallerie d'arte pubbliche e private: Galleria Il Falconiere; Galleria Xante Battaglia; Stamperia dell'Arancio; Galleria d'Arte Puccini; Galleria L'Idioma; Galleria Antichi Forni; Galleria Van Seni ed altre.
All'interno di spazi Museali: Trevi Flash Museum - Trevi; Accademia di Belle Arti - Macerata; Premio Salvi - Sassoferrato; Museo Diocesano - Jesi ed altri.
Autori recensioni critiche/saggi sull'opera a cura di: Vitaliano Angelini; Maurizio Lullo; Chiara Familiari; Aldo Severini; Antonio Benemia; Armando Ginesi; Franco Falaschini; Giovanni Prosperi:
Articoli e segnalazioni su pubblicazioni: Juliet; Art-Leader; Corriere Adriatico; Corriere della Sera; La Repubblica; Premio Flash-Art Museum.
Inaugurazione 9 giugno ore 18
L'Idioma
via delle Torri, 23 - Ascoli Piceno
lun-sab 18.00-20.00
Ingresso libero