Erminio Maffioletti
Giovan Battista Moroni
Mario Sironi
Paola Silvia Ubiali
Angelo Piazzoli
Anna Maria Spreafico
Alberto Sangalli
Minerva Tramonti Maggi
Il Palazzo ospita, in parallelo, due esposizioni relative a Mario Sironi ed Erminio Maffioletti, artisti che - pur su piani diversi - hanno profondamente influito, rispettivamente, sull'arte italiana e sul contesto bergamasco del 900. In mostra dipinti provenienti da collezioni private, opere grafiche e bozzetti. Nel corso dei fine settimana sono presentati tre capolavori di Giovan Battista Moroni.
Curatori
Omaggio a Sironi
Angelo Piazzoli – Paola Silvia Ubiali
Metamorfosi – Opere di Erminio Maffioletti
Angelo Piazzoli – Anna Maria Spreafico
Grandi Restauri – Giovan Battista Moroni
Angelo Piazzoli, Alberto Sangalli, Minerva Tramonti Maggi
Il Palazzo Storico del Credito Bergamasco ospita, in parallelo, due prestigiose
esposizioni relative a Mario Sironi ed Erminio Maffioletti, due maestri che - pur su
piani diversi - sono stati significativi punti di riferimento del movimento artistico
dei loro tempi avendo profondamente influito, rispettivamente, sull'arte italiana e
sul contesto bergamasco del Novecento.
Nel corso dei fine settimana, saranno inoltre presentati al pubblico tre capolavori
di Giovan Battista Moroni, opere del territorio in corso di restauro nella Sala
Consiliare della Banca a cura della Fondazione Creberg.
La Fondazione Credito Bergamasco è da lungo tempo impegnata nella valorizzazione di
artisti bergamaschi del Novecento con l'intento di farne risaltare l'operato creativo e le
notevoli ricadute culturali sul territorio. Molti di essi sono stati attivi partecipanti del
Gruppo Bergamo, eterogeneo "cenacolo culturale" sviluppatosi negli anni '50, con la
funzione di promuovere le attività artistiche dei soci.
Nel solco di questa pluriennale attenzione, la Fondazione Creberg dedica una rassegna
monografica all'artista Erminio Maffioletti (1913-2009) – nel Centenario dalla sua
nascita – tra i fondatori del suddetto Gruppo e riconosciuto maestro per lo sviluppo
artistico della città di Bergamo.
L'esposizione – allestita al piano nobile del Palazzo Storico (balconata/loggiato al primo
piano) – presenta un ideale percorso cronologico-antologico (ventidue dipinti dagli anni
'40 agli anni '90), frutto di una selezione operata visionando l'eclettica e poliedrica
produzione artistica di Maffioletti; docente amato da un'intera generazione di allievi – a
loro volta insegnanti ed oggi artisti affermati – e stimato collega di altri importanti talenti
quali, ad esempio, Domenico Rossi, Raffaello Locatelli, Mario Cornali e Trento
Longaretti, tutti celebrati in esposizioni promosse dalla Fondazione Creberg.
Una scelta espositiva pensata per fare risaltare un'evidente consonanza stilistica:
alcune "commissioni pubbliche" di Maffioletti – il Palazzo Storico del Credito
Bergamasco ne ospita tre, eseguite negli anni '60 a decoro ed arredo del loggiato –
sono collegabili all'arte novecentista dell'illustre Mario Sironi (1885-1961), che viene
contemporaneamente celebrato dalla Fondazione in un corposo Omaggio presentando
oltre venti opere provenienti da collezioni private e due dipinti della GAMeC di Bergamo,
che saranno esposti nel Salone Principale del Palazzo Storico della Banca.
Infatti, la formazione giovanile di Maffioletti avviene studiando la grafica asciutta, le
cromie sobrie e le scelte compositive – monumentali e didascaliche – di Sironi,
fondatore con altri dello storico gruppo Novecento; oltre che in contatto diretto con il
collega ed amico Achille Funi, di cui è prima allievo e poi assistente in Accademia
Carrara di Belle Arti.
Due celebri maestri per i quali egli nutre un'ammirazione tale da considerarli
fondamentali esempi di "tecnica operativa", nel compimento di alcuni suoi incarichi
pubblici in Bergamo.
Forti di questa consapevolezza, i curatori hanno coordinato gli allestimenti di entrambe
le mostre – così come sono presentati, tra Salone Principale al piano terra e Loggiato al
primo piano – per consentire d'avvolgere con lo sguardo una panoramica delle opere
decorative di Maffioletti e pittoriche di Sironi, al fine d'individuarne le analogie stilistiche.
Con riferimento a Omaggio a Sironi, la mostra si concentra esclusivamente su opere (tra
le quali alcune inedite) provenienti da collezioni private, al fine di mettere a disposizione
del pubblico lavori altrimenti difficilmente accessibili e incoraggiando in tal modo la
diffusione della cultura in un’ottica di fattiva collaborazione – fra soggetti diversi – che
Banca e Fondazione Creberg perseguono da tempo.
Nella scelta delle opere e nella redazione del catalogo che accompagna la mostra si è
seguito un criterio cronologico, in modo da illustrare le varie fasi creative intraprese da
un artista che fu tra maggiori protagonisti della storia dell’arte italiana ed ebbe rilevante
successo a livello internazionale sia all’epoca, con le mostre itineranti organizzate dal
gruppo “Novecento” tra gli anni venti e trenta, sia in tempi a noi più vicini, attraverso le
esposizioni personali e collettive di cui i maggiori musei del mondo sono stati, negli
ultimi decenni, attenti promotori.
Spaziando dalla grafica all’illustrazione e alla satira politica, dalla pittura su tela, ai
bozzetti e ai cartoni per importanti palazzi pubblici a Roma che Sironi era stato chiamato
a realizzare dagli architetti di grido del ventennio, l’esposizione ha potuto coprire un arco
temporale di quasi mezzo secolo. In questo lungo periodo l’artista ha sempre trovato
posto tra gli esponenti di spicco dei maggiori movimenti che si sono succeduti dagli anni
‘10 agli anni ‘50 contribuendo al dibattito artistico con eccezionale vigore e straordinaria
coerenza. La fede incrollabile per l’arte e la politica gli costò aspre critiche da parte dei
suoi contemporanei nonché l’emarginazione nel dopoguerra, ma non poté scalfire
l’importanza del suo contributo alla storia dell’arte del XX secolo.
Come si diceva, le due esposizioni sono connesse al fine di correlare alcune opere
decorative di Maffioletti e pittoriche di Sironi, con l’intento di individuarne le analogie
stilistiche.
Peraltro, in relazione a Metamorfosi, al visitatore si presenterà invece molto diversa la
scelta stilistica – operata da Maffioletti nella maturità – nell'ambito dei dipinti da
cavalletto. In questo settore esordisce, ancora giovane – negli anni '30 e '40 – con tele
dalla grafica figurativa e narrativa (di cui la famiglia dell'artista conserva significativi
esemplari), che mostrano la sua formazione "tradizionale" avvenuta presso la Scuola
Fantoni ed i corsi serali di nudo dell'Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo;
storiche Istituzioni didattiche cittadine in cui Maffioletti è poi docente di Decorazione
Pittorica e Figura (1946-59 / 1963-79).
In gioventù approfondisce la sua formazione culturale ed artistica vivendo per qualche
anno a Parigi e Roma (1936-42), in contatto con le Avanguardie Storiche che più lo
influenzeranno in seguito, soprattutto nel disegno e nelle scelte cromatiche: cubismo
picassiano, espressionismo, gruppo fauve, Corrente e Fronte Nuovo delle Arti. Nella
prima maturità espone alla storica XXIV Biennale di Venezia del 1948 (La Chiromante,
1947 – presente in mostra), alla IX Triennale di Milano del 1951 ed alla VII Quadriennale
di Roma del 1955: presenta soggetti ancora "descrittivi", ma già testimoni di uno stile
indirizzato verso un marcato antinaturalismo, sia per grafica sintetica che cromie a
campiture piatte (Quattro Uomini, metà anni '40, presente in mostra).
La svolta avviene già negli anni '50, quando un soggetto a lui molto caro, memore della
sua infanzia – la Cascina (presente in mostra) – è analizzato nelle sue forme modulari
fino ad essere scomposto in linee intrecciate sempre più libere, per giungere
all'evoluzione espressa nelle Sintesi (presenti in mostra), punto d'arrivo ormai pseudo-
astratto di quel mutamento personale meditato su un oggetto reale.
Dagli anni '60 in poi, sperimenta lo stile informale declinato nelle tre versioni segnico,
materico e gestuale e si aprono infinite opportunità espressive. Maffioletti si appropria in
modo autonomo di tale modello, perché nel suo lungo iter artistico egli non ha mai inteso
abbandonare uno spunto "iconico" – spesso evocato nei titoli dei suoi dipinti – per
giungere ad effetti aniconici, grazie alla trasfigurazione percettiva delle "forme che
affiorano dalle cose" – in un processo di "metamorfosi" visionaria e surreale della
semplice quotidianità.
Affermando che si può "ricercare l’incognita" nella realtà e che "un dipinto è riuscito
quando il soggetto reale è appena riconoscibile", egli manifesta il percorso
d'elaborazione – mentale ed emotivo – realizzato sui soggetti osservati: paesaggi,
oggetti, figure umane. Di conseguenza emergono sulla tela, "composizioni" che l'artista
definisce in modo evocativo: Ombre, Immagini, Variazioni antropomorfe, Insediamenti e
– appunto – Metamorfosi.
In contemporanea con le due esposizioni sopra illustrate, nel corso dei fine settimana
(5/6, 12/13, 19/20 ottobre 2013), la Fondazione Credito Bergamasco presenterà al
pubblico due capolavori di Giovan Battista Moroni (Polittico di Ranica e Resurrezione di
Sovere) restaurati negli scorsi mesi a cura e spese della Fondazione stessa, presso la
Sala Consiliare Palazzo Storico; nel contempo, sarà visibile un’opera del Moroni
(Polittico della Parrocchia di San Bernardo in Roncola) il cui restauro è agli inizi e
terminerà nella primavera del 2014.
Saranno presenti i Maestri restauratori, i quali illustreranno ai visitatori le tecniche e gli
esiti degli interventi di ripristino, rispondendo direttamente ai quesiti del pubblico
Immagine: Mario Sironi
Evento inaugurale Giovedì 3 ottobre ore 18.00
Palazzo Storico del Credito Bergamasco
largo Porta Nuova, 2 Bergamo
Da lunedì a venerdì (8.20 – 13.20 / 14.50 – 15.50) (escluso Moroni, solo week end)
Sabato 5, 12 e 19 ottobre (14.30 – 20.30)
con visite guidate gratuite (ogni ora, a partire dalle 14.30)
Domenica 6, 13 e 20 ottobre (10.30 – 19.30)
con visite guidate gratuite (ogni ora, a partire dalle 10.30)
Ingresso libero
Cataloghi in distribuzione gratuita