Models & Simulation. Sculture e videoinstallazioni sul tema della luce. I suoi lavori piu' recenti sono incentrati sulla ricerca di un'area che si trova tra il virtuale e la rappresentazione dell'attualita'.
a cura di Claudio Libero Pisano
La galleria Il segno apre la stagione con una mostra personale dell’artista olandese, Femke Schaap, curata da Claudio Libero Pisano. Lei è una scultrice che lavora con la luce, è conosciuta per le sue sculture a grandezza naturale, video - istallazioni, in cui lei proietta parti selezionate da film su pezzi di polistirolo, come se fossero schermi costruiti sulla realtà, dove lo spettatore può entrare dentro. Più che lo sviluppo di una storia cinematografica, per lei è importante il rapporto fisico con lo spazio e il rapporto che lo spettatore può avere con l’opera.
Il rapporto tra la seconda dimensione e la tridimensionalità prodotta dalle proiezioni di luce, crea un'inquietante e quasi tangibile interiorizzazione delle immagini. Questi aspetti cinematografici, come la sincronicità, la coincidenza e il loop (la ripetizione) del video, vengono utilizzati per migliorare questo scambio spaziale delle posizioni.
I suoi lavori più recenti sono incentrati sulla ricerca di un’area che si trova tra il virtuale e la rappresentazione dell’attualità. Le immagini, estrapolate da filmati e parchi di divertimento , immagini riprese dal computer e dai tg , sono proiettate sull'arredamento (scenografie) come composizioni di plastica, per ricostruire e materializzare queste sculture virtuali nella percezione dell’esistenza quotidiana.
L'uso di elementi grafici e di testo nelle opere non figurative potrebbe essere fatta risalire al titolo - progetto, doppia esposizione e film-collage (al doppio uso del film collage), dove la luce è usata sia per rivelare (mettere in evidenza) che per eliminare. Le opere istallate su dei tavoli, sono realizzate da materiali fragili e attualmente solo dalla proiezione di luce bianca; le opere spesso mostrano testi che mettono in discussione i (parametri) dell’esistenza o negano l’opera in se stessa. Così a Femke piace sfidare la soglia di che cosa possa essere percepito come scultura.
Galleria Il Segno
via Capo le Case, 4 - Roma