Today-Tomorrow. Una serie di dittici fotografici si apre davanti lo spettatore come narrazioni in cui all'oggi si affianca il domani. Ogni dittico racconta una trasformazione, una causa-effetto che ha nell'assenza il proprio cardine.
“Domani saremo ciò che stiamo pensando oggi” [F.M.]
Nell’ambito della XII edizione di FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma, in collaborazione con Legambiente e Il Frantoio di Capalbio, si apre nello spazio espositivo di Officine Fotografiche la mostra personale di Francesco Minuci, Today-Tomorrow.
In linea con il tema del Festival di quest’anno, “vacatio” - sospensione, assenza - Francesco Minucci mette in scena dei viaggi immaginari nel tempo, dal presente verso un futuro in cui è simbolicamente rappresentato ciò che vivremo come conseguenza di un’assenza che oggi viviamo.
Una serie di dittici fotografici si apriranno davanti lo spettatore come narrazioni in cui all’ “oggi” si affianca il “domani”. Ogni dittico racconta una trasformazione, una causa-effetto che ha nell’assenza il cardine. In composizioni scenografiche, dove ogni dettaglio è minuziosamente curato dall’autore stesso, Minucci pone una serie di ipotetiche situazioni in cui uomo e ambiente vivono in un dato equilibrio, soggetto ad una trasformazione che per certi versi potrebbe trattarsi di una sopraffazione di uno dei due elementi sull’altro, ma allo stesso modo si potrebbe trattare di un incontro, una sorta di abbraccio reciproco che si manifesta nell’ “oggi” come nel “domani”.
Il tema della “vacatio”, della mancanza, in Today-Tomorrow viene accostato al tema attuale della modificazione dell’ambiente a causa dell’assenza d’attenzione, sensibilità e precauzione che oggi abbiamo verso l’ambiente a noi circostante. L’assenza nel presente è il filo conduttore di tutti i dittici, reale protagonista degli scatti in cui oggetti e dettagli diventano contorno, le quinte di una scena il cui fatto scatenante si posiziona nella linea di confine tra i due momenti.
Mettere a fuoco quest’attuale invisibile assenza è dunque lo scopo ultimo dell’autore e chiave di lettura di ogni dittico in cui si vedranno uomini dai volti trasformati in una maschera a gas, o mutati in una sorta di ibridi burattini dal volto d’elefante, elementi naturali che avvolgono esseri umani, manager fieri davanti ad un mucchio di spazzatura.
Francesco Minucci (Grosseto, 1974) vive a lavora a Grosseto. Frequenta la Fondazione Studio Marangoni a Firenze e consegue il diploma di fotografia still-life presso il C.F.P. di San Colombano (FI). Negli anni ha ottenuto vari riconoscimenti ed ha esposto in mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, tra le quali: Premio Arte, Palazzo della Permanente, Milano; Videominuto, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato; Premio Arte Laguna, Arsenale, Venezia; Festarte Video Art Festival, MACRO Testaccio La Pelanda, Roma; Melodie Discontinue: variazioni sulla superficie del tempo, Galleria Il Frantoio, Capalbio (GR); Expectations, The Invisible Dog Art Center, New York; Tuscany/California Crossroads, Stinson Beach Gallery, California.
Inaugurazione giovedì 14 novembre alle 19
Officine Fotografiche
via Giuseppe Libetta 1, Roma
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 19.30
Ingresso libero