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27/11/2003

Arte a Bergamo, 1970 - 1981

Palazzo della Ragione, Bergamo

Anni Settanta. Ovvero anni di piombo, anni di contestazione in tutti gli ambiti: nella politica, nel sociale, nelle arti e nei costumi. Ma com'erano veramente gli anni '70 e cosa rimane di quegli anni? I campi espressivi presi in esame dalla rassegna spaziano dalla pittura, alla scultura, all'architettura, al design, alla moda, alla fotografia, all'editoria d'arte, al teatro, alla musica secondo una visione a 360 gradi dalla quale un'analisi aggiornata non puo' prescindere. Progetto e direzione della mostra M. Cristina Rodeschini Galati


comunicato stampa

Anni Settanta. Ovvero anni di piombo, anni di contestazione in tutti gli ambiti: nella politica, nel sociale, nelle arti e nei costumi. Ma com'erano veramente gli anni '70 e cosa rimane di quegli anni?
La mostra ''Arte a Bergamo, 1970 - 1981'' fa parte di un progetto articolato in tre fasi che pone in evidenza l'arte espressa dalla città di Bergamo nella seconda metà del XX secolo ed il suo contributo alla definizione del panorama artistico nazionale.
I campi espressivi presi in esame dalla rassegna spaziano dalla pittura, alla scultura, all'architettura, al design, alla moda, alla fotografia, all'editoria d'arte, al teatro, alla musica secondo una visione a trecentosessanta gradi dalla quale un'analisi aggiornata non può prescindere: questo punto di vista viene oggi confermato dalle contaminazioni che in modo sempre più evidente si manifestano nella cultura artistica della contemporaneità. Se la prime due fasi del progetto hanno rispettivamente scandagliato con questa chiave di lettura la realtà artistica di Bergamo nei periodi 1945 - 1959 e 1960 - 1969, questa terza e conclusiva affronterà i temi salienti dell'arco di tempo compreso tra il 1970 e il 1981.
Si tratta di un decennio caratterizzato dal compimento della radicale trasformazione avviata nel decennio precedente, nel campo dei comportamenti, della mentalità, dei rapporti sociali, con l'affermazione di un protagonismo di massa senza precedenti. I giovani e le donne rivendicano ruolo, si organizzano in movimenti, partecipando attivamente alle dinamiche politiche e sociali. Importanti leggi promulgate in questi anni raccolgono il fervente dibattito del periodo: tra loro lo Statuto dei lavoratori, la legge sul divorzio, la legge Basaglia. Si fa spazio una forte attenzione per nuove problematiche culturali, come quelle ecologiche, che rapidamente divengono patrimonio di tutti. Lo scorcio del decennio però viene drammaticamente segnato da una ''angoscia sociale'' senza precedenti, a determinare la quale concorre un assetto istituzionale che non riesce a dare risposte adeguate alla complessità della trasformazione in atto, angoscia sociale che con l'assassinio di Aldo Moro raggiunge il suo culmine.

Le arti visive interpretano la necessità di cambiamento, aprendosi a nuove prospettive di ricerca alla definizione delle quali partecipa la stessa Bergamo che in questo periodo trae nutrimento dal ruolo di catalizzatore esercitato dal Liceo Artistico e dalla presenza di artisti che si stabiliscono in città dopo aver compiuto fondamentali esperienze internazionali, come Nino Calos, Mario Benedetti, Gianriccardo Piccoli che coltivano interessanti dialoghi con artisti di Bergamo come Enrico Prometti e Gianfranco Bonetti. Giungono a una compiuta e personale maturità espressiva artisti già operanti con notevole autonomia nel decennio precedente (Dietelmo Pievani, Alberto Zilocchi, Paolo Ghilardi), Rino Carrara abbraccia la poetica del filo e guadagna un preciso spazio un gruppo di artiste formatesi all'Accademia Carrara (Maria Clara Quarenghi, Sonia Ciscato, Alfa Pietta).
Anche in questo decennio fondamentale è il ruolo delle gallerie d'arte che avvicinano il pubblico bergamasco al più vivo contesto internazionale del dibattito contemporaneo. Un omaggio viene riservato, così come lo scorso anno, alla Galleria Lorenzelli e all'attività della Galleria dei Mille diretta da Cesare Fioretti che fa conoscere a Bergamo artisti di profilo internazionale, come Daniel Buren, Arman, Ben Vautier, Raymond Hais, Julio Le Parc, Daniel Spoerri e gli italiani Getulio Alviani, Emilio Isgrò, autori dei quali si danno significativi esempi in mostra.

Gli anni '70 sono il decennio della riconciliazione di Giacomo Manzù con Bergamo, sancita dalla realizzazione del Monumento al Partigiano nel centro cittadino e dall'assegnazione all'Accademia Carrara di un significativo gruppo di opere, mentre lo scultore Francesco Somaini realizza un imponente intervento sulla facciata incompiuta della chiesa di Santo Spirito. La città esprime nelle arti plastiche una nuova generazione capace di intraprendere percorsi innovativi all'insegna del cambiamento (emblematiche sono le personalità di Giancarlo Defendi e Letizia Minotti) ed è il periodo in cui Bergamo diviene un importante centro per il teatro sperimentale, che in città vive un'intensa stagione di scambi internazionali nutriti dal Teatro Tascabile (Atelier Internazionale di teatro, 1977). E nel teatro trova il suo cuore poetico anche la fotografia di un esordiente Maurizio Buscarino.

Il design sia sul versante sempre particolarmente vivace della moda che del complemento d'arredo si distingue per il livello innovativo delle proposte che riscuotono successi nazionali.
La stilista Mariuccia Mandelli, in arte Krizia, crea linee d'abbigliamento che interpretano temi d'attualità, come quelli del nuovo ruolo della donna nella società e di una nuova attenzione da dedicare al mondo della natura. Il marchio Legler si afferma internazionalmente con la produzione del denim, tessuto con il quale si confeziona il jeans, il capo d'abbigliamento preferito dai giovani e non solo. Nicola Trussardi, il primo ''imprenditore del gusto'' nella produzione di accessori di lusso coordinati, parte dall'azienda familiare, la ''Dante Trussardi Guanti'' per sperimentare lavorazioni della pelle che la rendono competitiva con il tessuto.
L'area dell'industrial design prende le mosse da Pio Manzù: dal successo della FIAT 127 nell'area del car design degli anni '60, ai successi del product design, tra cui ricordiamo la famosissima lampada Parentesi, frutto della collaborazione con Achille Castiglioni.
E' ricordata in mostra la presenza a Bergamo di Bruno Munari il cui lavoro viene presentato dallo Studio 2B Centro internazionale ricerche plastiche, fondato da Lorenzo Boggi e da Elio Cenci, che darà vita anche ad una rivista dedicata al design. Accanto ai riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti dal designer bergamasco Bruno RotaBruno Rota, Bergamo nell'ambito del design può contare anche sulle iniziative di alcune realtà imprenditoriali significative come Acerbis International e Società di Mobili Alias, che coinvolgono architetti e designer di fama internazionale come Vico Magistretti, Giotto Stoppino, Philip Stark, Hans Hollein.

Nel campo dell'architettura questi sono soprattutto anni di dibattito teorico, guidato in città da un gruppo di giovani architetti tra cui Piercarlo Ferrari, Gian Elia Luzzardi e Attilio Pizzigoni. Nell'attività edificatoria si registra una sensibile diminuzione della qualità diffusa e una sostanziale reiterazione di modelli edilizi già ampiamente collaudati. Alla maggior parte degli architetti più impegnati (tra cui Gambirasio, Zenoni, Ciagà, Barbero, Crotti, Ginoulhiac, Arslan) è sostanzialmente negata l'opportunità di misurarsi con l'universo delle opere pubbliche ma trovano interessanti riscontri nella committenza privata. In questo contesto si distinguono tuttavia per qualità progettuale l'intervento ''Bergamo-Sole'' di via Carducci di Gambirasio e Zenoni e la residenza a schiera realizzata a Mozzo dall'architetto milanese Aldo Rossi.

Dal punto di vista musicale gli anni Settanta sono caratterizzati dall'esplosione del jazz: Bergamo, che già conta su un gruppo di intenditori, diviene per un decennio la sede di uno dei più importanti festival d'Europa, ideato da Paolo Arzano.

Ad alcuni protagonisti degli anni Settanta è affidato il ruolo di testimoni del decennio: un video dedicato darà loro voce e accompagnerà i visitatori spaziando dalla politica (Lucio Magri, Severino Citaristi) al costume, dalla musica alla più generale tessitura dei fatti dell'arte, tra cui il cinema, attraverso la forte presenza di Ermanno Olmi, che vince nel 1978 la Palma d'Oro al festival di Cannes con il film ''L'Albero degli Zoccoli''.

Per dare conto dal vivo della trasformazione cui va soggetta la città, vengono anche in questa edizione studiati degli itinerari cittadini che consentono al pubblico di accostarsi ai luoghi urbani coinvolti con una nuova consapevolezza, segnalando anche tutte le occasioni di interazione dell'architettura con altre forme d'arte, come la pittura e le arti plastiche.

Anteprima Stampa venerdì 28 novembre 2003 ore 17.00
Palazzo della Ragione - Sala delle Capriate, Piazza Vecchia, Bergamo Alta

Inaugurazione venerdì 28 novembre 2003 ore 18.00
Palazzo della Ragione - Sala Giuristi, Piazza Vecchia, Bergamo Alta

Sede Palazzo della Ragione - Sala delle Capriate - Bergamo Alta, Piazza Vecchia
Orari:
dal martedì al venerdì 10.00-13.00/16.00-19.00; sabato, domenica e festivi 10.00-19.00
chiuso lunedì, 24-25 e 31 dicembre
Ingresso gratuito

Promotori
Comune di Bergamo, Assessorato alla Cultura
Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea, Associazione onlus, soci fondatori: Comune di Bergamo, Dalmine

Patrocinio
Regione Lombardia; Provincia di Bergamo

Progetto e direzione della mostra
M. Cristina Rodeschini Galati
Direzione tecnica
Mirella Maretti

Progetto di allestimento
Attilio Gobbi - Studio Gobbi Roscini Associati

Comunicazione e promozione
COSMO - Comunicazione, Servizi e Marketing

Promozione Culturale
Bonaldi S.p.A. - Audi
Banca Popolare di Bergamo
Prefabbricati Cividini

Collaborazioni

ATB
Fidelitas
MegaItalia

Catalogo
Lubrina Editore, EURO 35, in mostra EURO 27

Per informazioni e materiale fotografico: Ufficio Stampa Cosmo, 035239807
Veronica Tuzii, 3389559670 Barbara Mazzoleni 3357223386

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Mario Consoli
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