E'un lavoro sublime e composto quello di Anna Torriero, in cui ogni cosa rimanda ad un oltre da indagare ad una svolta continua, come in un labirinto ricco di angoli dietro i quali ogni equilibrio e' sospeso,ogni respiro trattenuto.
E'un lavoro sublime e composto quello di Anna Torriero, in cui ogni cosa rimanda
ad un oltre da indagare ad una svolta continua, come in un labirinto ricco di
angoli dietro i quali ogni equilibrio è sospeso,ogni respiro trattenuto. Il suo
sguardo si volge alla spiritualità a cui arriva con un intreccio fra valori
naturali e culturali in cui il Simbolismo Esoterico iniziatico , diviene lo
strumento d'esplorazione del mondo.
In "Nascite",le uova in ceramica sono smaltate di un nero lucido e
specchiante, accostate l'una all'altra su di una mensola anch'essa nera. Si
legge in esse un rigore formale sinuoso ed elegante, un intima realizzazione
della composizione che ci conduce al mistico incontro con il nero assoluto. La
loro levigatezza astratta parla dell'eternità , dell'idea di perfezione
simbolica insita nella forma dell'uovo. Il magico mistero racchiuso nell'uovo
ha ispirato una serie di racconti mitologici tra cui quello orfico sulla nascita
di Eros, nel quale si racconta della Notte che corteggiata ed amata dal Vento
depose un uovo da cui nacque la divinità dell'amore.
La forma ovale mobile e vibrante si placa sulla stabilità ieratica della base
orizzontale, solenne nella sua compostezza e gravità . Sulla parete bianca si
formano delle aperture dei fori misteriosi in cui avvicinandosi ci si può
specchiare, apparendo deformati come nel ricordo di noi stessi in un passato
lontano.
Nella seconda stanza in "Ciò che rimane" le uova sono a frammenti, ciò appare
ambiguo e spaesante, la sua regolarità sensuale viene modificata ma non
distrutta, l'essenza esiste ancora contenuta in ciotole disposte su tavolini
bassi in vetro, nulla muore tutto si trasforma si reincarna in qualche altra
energia vivifica. Un simposio silenzioso ed orientale in cui l'anima dei
conviviali vive nella memoria frammentata dell'eternità . Parziali, ed in bianco
e nero, incollate nella parete interna dell'uovo, sono le immagini di uomini e
donne che hanno partecipato a questo antico ed eterno simposio ove tutto è giÃ
deciso, scritto, detto o forse sognato e sperato.
In "Questa notte ho sognato Venezia" i pilastri in legno sono posati su di una
base fragile, come il vetro, delicata come la seta, a rappresentare la
precarietà su cui poggia questa fantastica città che necessita di continue cure
e restauri per sopravvivere, per resistere al tempo,con le stesse premure cresce
e resiste la passione interiore che muove alla creazione.
Sara Calla
Inaugurazione 26 novembre '03 ore 21
Associazione Culturale
Machè
Via della Consolata 9/g
10122 Torino
Italy
Tel: 011/4364122