Alessandro Aldrovandi
Pietro Capogrosso
Roberto Coda Zabetta
Marco Cornini
Giuliano Guatta
Riccardo Gusmaroli
Davide Nido
Lucio Perone
Dany Vescovi
Luca Zampetti
Maurizio Sciaccaluga
La Generazione Carosello. Dieci artisti della Generazione Carosello, nati cioe' in quell'arco di tempo in cui la pubblicità era concentrata a un dato orario ed era molto piu' ben fatta di quasi tutti i programmi di oggi, ricordano quegli anni e rimettono in scena quei ricordi. Lo fanno pero' alla loro maniera, senza citazioni e forzature, semplicemente mettendo in scena le fantasie, le idee e la creativita' che mostrano da sempre, e che, da sempre, deve qualcosa a Carosello, agli spot recitati, ai primi cartoni animati in televisione.
La Generazione Carosello
A cura di Maurizio Sciaccaluga
Artisti: Alessandro Aldrovandi, Pietro Capogrosso, Roberto Coda Zabetta, Marco Cornini, Giuliano Guatta, Riccardo Gusmaroli, Davide Nido, Lucio Perone, Dany Vescovi, Luca Zampetti
C'è una generazione italiana di ragazzi, cresciuta tra la seconda metà degli anni Sessanta e la fine del decennio seguente, che conserva nel proprio Dna un patrimonio comune inequivocabile: Carosello.
Questa generazione - disomogenea, frammentata, disorganizzata, tradita, privata d'ogni ideale creduto eterno da quelle che l'hanno preceduta - è tenuta insieme dai ricordi d'infanzia e adolescenza, da attimi, identici per tutti, condivisi davanti al televisore subito prima di andare a letto, anzi, di essere mandati a letto a dormire.
Sogni e ricordi che, a qualunque latitudine e longitudine si sia nati e formati, sono sempre gli stessi: lo strillo di JoeCondor, il ciuffo di Pappagone, la vocina di Calimero, le atmosfere surreali del Pianeta Palla e di Carmencita e il Caballero.
Se per chi ora ha meno di trent'anni non significano niente frasi come 'Con quel sorriso può dire ciò che vuole', 'Capitano, lo posso torturare?', 'Ce l'hanno tutti con me perché sono piccolo e nero'; per quelli che di primavere ne collezionano qualcuna in più un tormentone tipo 'Chiamami Peroni...' non può che ricordare i primi pruriti sessuali, mentre al 'Brrr' del tremore da freddo seguirà sempre, senza meno, un... Brancamenta.
Alla Galleria Spazia dieci artisti della Generazione Carosello, nati cioè in quell'arco di tempo in cui la pubblicità era concentrata a un dato orario ed era molto più ben fatta di quasi tutti i programmi di oggi, ricordano quegli anni e rimettono in scena quei ricordi.
Lo fanno però alla loro maniera, senza citazioni e forzature, semplicemente mettendo in scena le fantasie, le idee e la creatività che mostrano da sempre, e che, da sempre, deve qualcosa a Carosello, agli spot recitati, ai primi cartoni animati in televisione.
Aldrovandi, Capogrosso, Coda Zabetta, Cornini, Guatta, Gusmaroli, Nido, Perone, Vescovi e Zampetti non riprendono niente di Carosello, del sorriso Durban's, della birra bionda più bella d'Italia, ma nelle loro opere qualcosa che li ricollega a quella generazione c'è sempre. Qualcosa nella costruzione dell'immagine, nel senso del racconto, nella sovversione della logica narrativa, nella surreale inventiva, riporta sempre a quella musica indimenticabile, a quelle prime donne sensuali e bellissime, a quelle scenette gustose ed improbabili.
Se l'informale bianco e nero irruente e spontaneo di Aldrovandi e le puntinature optical di Nido ricordano le icone e gli stili astratti tipo Punt e Mes, la splendida modella desiderabilissima e idealizzata di Cornini è la traduzione in scultura della bionda Peroni; se il segno volutamente ingenuo di Guatta è la trasposizione ipotetica del mondo di Pappagone & Co., l'immagine scomposta e sincopata di Vescovi rammenta le invenzioni grafiche di Testa o Pascali, tutte spigoli e scatti. Zampetti riproduce le scenette senza connessioni dirette coi prodotti che imperavano negli spot e collezionavano testimonial, mentre l'iconografia ossessiva ed accattivante, sempre in primissimo piano, di Coda Zabetta sposa alla perfezione le modalità della pubblicità del tempo. Capogrosso, Gusmaroli e Perone hanno nel gesto e nel lavoro quella follia creativa, slegata dai rigori della logica, sempre in bilico tra fantasia e realtà , evidenza e invenzione, tipica del Carosello.
... Non è vero che tutto fa brodo..., mostra dal titolo rubato appunto a una pubblicità per dadi di quegli anni, rimane aperta da 29 novembre al 7 febbraio, ed è accompagnata da un catalogo SilvanaEditoriale con presentazione di Maurizio Sciaccaluga.
Inaugurazione: Sabato 29 novembre 2003 ore 18.00
Durata: dal 29 novembre 2003 al 7 febbraio 2004
Orario: dal martedì al sabato, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso lunedì e festivi.
Ingresso gratuito.
Catalogo: SilvanaEditoriale
Immagine: Davide Nido, Fuoriorbita
Luogo:
Galleria Spazia
Via dell'Inferno, 5
40126 Bologna
Tel. 051 22 01 84
Fax. 051 22 23 33