E'untuodiritto. Gli alfabeti che l'artista usa per comporre le opere sono essi stessi struttura e forma, trama di una potenza espressiva muta: la scrittura.
“La trama e l’ordito di tutto il pensiero e di tutta la ricerca sono i simboli, e la vita del pensiero e della scienza è la vita insita nei simboli; quindi è sbagliato dire che un linguaggio è importante per il pensiero: è la sua essenza.”
Charles Sanders Peirce
Se la confusione linguistica scaturita dall’ira divina nell’episodio biblico voleva essere una punizione, è stata invece uno dei più preziosi doni che si potesse ricevere. Come nell’evoluzionismo biologico la ricchezza e la salvezza dell’uomo sta nella diversità, così dalla babelica confusione glottologica si sono formati quei succulenti morfemi linguistici, generati e modellati nel cuore delle civiltà cui appartengono.
Gli alfabeti che Rudy Pulcinelli usa per comporre le sue opere sono essi stessi struttura e forma, trama e ordito d’una infinita potenza espressiva muta: la scrittura. Queste intersecazioni di simboli che si abbracciano, si respingono e si sostengono per formare un insieme omogeneo, caotico e indistinguibile, rivelano, a una contemplazione ravvicinata, quell’armonica sintesi di vertiginosi significati culturali, storici e sociali, che gli alfabeti hanno avuto in ogni popolo. Così, in questi intricati lavori che l’artista propone nella due piccole stanze di MOO c’è la volontà di elevare il valore della cultura e delle culture attraverso il loro prodotto più importante e immediatamente distinguibile, che grazie alla sua capacità di condizionare il pensiero, ha profondamente ristrutturato la mente umana.
Sono proprio questi segni semiotici, ognuno con le proprie trasformazioni tecnologiche, accatastati l’uno sull’altro nella prima stanza, che hanno Il compito di considerare, interpretare e comprendere la natura e le cose; che non essendo mai presenti all’intelletto, è necessario che qualcos’altro, come un segno o una rappresentazione della cosa considerata, sia afferrabile e immediatamente comprensibile dalla ragione.
Il convivio che ci attende nella seconda stanza, lontano da quella platonica conversazione sull’eros, offre in scodelle da riso, ancora alfabeti - metafore di saperi universali, anelli di catene culturali che tutto rivelano. Come a dire che saziarsi di solo cibo non basta. In questa ristretta e intima porzione geometrica di spazio, immerso in un luminoso bianco plotiniano, chi è affamato e vuole sapere e conoscere può riflettere sull’opportunità di alcuni e le difficoltà di altri nel disporre di ciotole piene di simboli e di segni.
Filippo Gori
CV
Rudy Pulcinelli spazia dalla pittura estremamente materica degli inizi fino ad arrivare alla terza dimensione, sperimentando vari materiali come l’acciaio cor-ten, cemento, pietra leccese, vetroresina, camere d’aria e polistirolo.
Nato a Prato nel 1970, Rudy Pulcinelli dagli anni novanta inizia un percorso internazionale che lo porterà ad esporre in Francia, Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti, Germania, Paesi Bassi, Uruguay, Thailandia, Marocco, Argentina e Cina. Le sue opere figurano in importanti collezioni pubbliche e private, italiane ed estere. “…Sono testimonianze, le sue, di questa nostra epoca, create a volte per urlare un messaggio, a volte per lasciare un’impronta del nostro passaggio su questo pianeta.”
Vernissage sabato 11 gennaio dalle ore 18.30
Moo
Via San Giorgio 9A Prato
Orari: dal lunedì al venerdì 15_19:00
Ingresso libero