Camoni crea sculture e opere su carta per sovrapposizioni e stratificazioni: la forma e' il risultato di un procedere nel tempo. Irma Blank pratica invece la scrittura come strumento di conoscenza intuitiva e prelogica.
Irma Blank
Frammenti
pazioA ha il piacere di presentare, sabato 1 febbraio, 2014, alle ore 18, "Frammenti", una mostra dell'artista tedesca Irma Blank nel project space della galleria, con una serie di opere del progetto "Horizont". Irma Blank pratica la scrittura come strumento di conoscenza intuitiva, prelogica, riducendo i segni linguistici a segni primitivi - primordiali, colti in uno stadio pre-linguistico e pre-semantico, equivalente a un ritorno dell’artista alle sue origini. La scrittura di Blank è in genere composta da segni che non rimandano ad altro da sé ma solo a se stessi, simili ai segni di una qualsiasi altra composizione grafica e astratta. In contrapposizione a questa sorta di scrittura, l’Avant-testo celebra invece una forma di scrittura delle origini. Attraverso un movimento rotatorio a due mani, il corpo si iscrive nel testo conferendo alla scrittura un senso del ritmo e una vibrazione tale da trasformarla in una fitta trama di segni illeggibili.
«Il progetto spaziale di "Horizont" è basato sull’estrema tensione della fascia luminosa come rivelazione di un percorso interiore, concentrato non solo sulla sequenza delle diverse lunghezze dei dittici, ma soprattutto sulle possibilità immaginative che vanno oltre la traiettoria accertabile. Nella calibrata costruzione di "Horizont" contano diversi fattori, la misura di ogni dittico in relazione al tutto, il sopra o il sotto come genesi dell’orozzonte stesso, la distanza regolare tra i perimetri di ogni singola superficie, la quantità dei vuoti rispetto alla qualità dei segni. Ogni dittico è inseparabile dalla continuità linguistico-strutturale che accompagna l’intera composizione, i tragitti del segno stabiliscono fin dall’inizio il peso luminoso del colore nel suo disporsi verso l’infinito, sospeso e sospinto da gradazioni interne alla sequenza prestabilita. Come avviene sempre nel’arte di Irma Blank, il progressivo insinuarsi della texture scritturale nel vuoto deriva dal ritmo del gesto che invade la superficie favorendo l’estensione illimitata della zona di luce. Questa dinamica funziona anche all’interno di ogni singolo dittico, è una parte circoscritta che vale per il tutto, senza gerarchie, in quanto nel breve segmento di orizzonte è già in essere la tensione essenziale dello spazio che sconfina dal suo stesso reticolo di scrittura». (Claudio Cerritelli, 2009)
Irma Blank, tedesca di nascita (Celle, 1934) si trasferisce giovanissima in Italia, dove tutt’ora vive e risiede. Matura in un clima di sperimentazione linguistica tipico della seconda metà degli anni Sessanta, in cui esponenti delle avanguardie di matrice minimal-concettuale registrano il tempo del proprio vissuto, l’esserci, l’esistere qui e ora. Ha esposto alla GAM di Bologna (1977), Documenta 6, Kassel (1977), Westfälischer Kunstverein, Münster (1979), Fondation Nationale des Arts Graphiques et Plastiques, Parigi (1980), Bibliothèque Nationale de France, Parigi (1981, 1996), Bonner Kunstverein e Stadtische Galerie Regensburg (1981), Musée des Beaux Arts Rouen (1982), Centre Pompidou Parigi (1985, 2009, 2010 e 2013), Quadriennale Roma (1986, 2005), Heidelberger Kunstverein (1990), PAC di Milano (1992), Folkwangmuseum Essen (1992), MOMA New York (1992), Museo della Fondazione Querini Stampalia, Venezia (1996), Kunstmuseum Düsseldorf (1997), Museion Bolzano (2002, 2009), Museo della Permanente, Milano (2002), Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Roma (2007), MART Rovereto (2007), Palazzo Reale Milano (2010). Si ringrazia per la collaborazione P420, Bologna.
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Chiara Camoni
La Pazienza e' virtu' dei Manufatti
SpazioA ha il piacere di presentare, sabato 1 febbraio, 2014, alle ore 18, "La Pazienza è virtù dei Manufatti", terza mostra personale di Chiara Camoni negli spazi di via Amati 13, Pistoia.
Il titolo della mostra allude non solo alla dedizione e alla costanza con cui si realizzano manualmente certe opere, ma anche alla capacità di tali opere di perdurare nel tempo, mute e immobili. I manufatti attraversano i secoli, rimangono al loro posto, ci osservano silenziosi, stanno.
Il “simulacro” non rinvia ad una realtà sotto-giacente, o ad un altro soggetto, ma pretende di valere esso stesso come realtà. Anticamente indicava la divinità, l'oggetto di culto posto nelle celle dei templi. Non quindi una statua che raffigura qualcosa, ma una statua che è qualcosa.
"Il Bidestro" trova la sua identità nel processo di realizzazione, nel farsi: un errore reiterato ha determinato il suo essere.
La tecnica con cui è stato realizzato è la stessa con cui si modellano i vasi: la statua, il vaso, il mantello ("Il Bidestro", "Scultura #18" e "Senza Titolo#15") si allineano sullo stesso piano, sono cose del mondo tra altri oggetti del mondo. Con gli scarti di lavorazione prende forma "Senza Titolo#09", il lupo, o forse il cane. Come in tante sue opere, Chiara Camoni lavora per sovrapposizioni e stratificazioni: la forma è il risultato di un procedere nel tempo.
La mostra, essenzialmente costituita da sculture, è punteggiata da alcune opere su carta, gli "Acquarelli", che sollevandosi dalla parete e muovendosi in una dimensione oggettuale, diventano il luogo in cui si raccoglie il colore.
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Chiara Camoni (Piacenza, 1974) frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si laurea nel 1999. L’anno successivo è direttore artistico dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali di Napoli e tra il 2002 e il 2006 è stata invitata a tenere cicli di conferenze presso la sezione didattica del Museo Archeologico Nazionale. Insieme ad altri artisti fonda il MAGra, il Museo d’Arte Contemporanea di Granara e il gruppo Vladivostok. Vive e lavora a Seravezza.
Tra le mostre recenti segnaliamo: "Autoritratti", MAMbo, Bologna; "Fig. 2: Natura Morta", GNAM, Roma; "Un'idea di bellezza", CCC Strozzina, Firenze; "Punti di vista. Identità, conflitti, mutamenti", Galleria Nazionale, Cosenza; "Archéologies Contemporaines", Musée de Wurtemberg, Montbéliard; "Certe Cose", Galleria SpazioA, Pistoia; "Nell’ordine del discorso", Museo Marino Marini, Firenze; "Vedere un Oggetto, Vedere la Luce", Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene, Cuneo; "Somiglianze non sensibili", Galerie Opdahl, Stavanger, Norvegia.
Inaugurazione sabato 1 febbraio alle ore 18
SpazioA
via Amati 13 a Pistoia
Orari: martedì - sabato 11.00 – 14.00 e 15.00 – 19.00
o su appuntamento