Fausto Melotti
Gianni Colombo
Markus Raetz
Felice Varini
Goran Petercol
Elias Crespin
Andres Lutz
Attila Csorgo
In mostra una selezione di opere appartenenti a quegli artisti che dalla meta' del secolo scorso hanno deciso di andare oltre la superficie ed espandere il disegno nello spazio, utilizzando materiali come il filo di metallo, rami e oggetti, ma anche la luce e l'ombra per tracciare linee che definiscono forme tridimensionali.
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Il disegno, tradizionalmente, viene tracciato su un foglio di carta con matita, penna o pennello. Dalla metà del secolo scorso alcuni artisti hanno deciso di andare oltre la superfice ed espandere il disegno nello spazio, utilizzando materiali come il filo di metallo, rami e oggetti, ma anche la luce e l’ombra per tracciare linee che definiscono forme tridimensionali. Ben presto le linee vengono messe in movimento, aggiungendo così anche la quarta dimensione: il tempo. Nella mostra “Drawing in Space” presentiamo alcuni degli artisti più importanti che lavorano in questo ambito dagli anni ’50 ad oggi.
Fausto Melotti (*Rovereto 1901– Milano 1986), una delle figure di maggiore rilievo dell’arte Italiana del Novecento, già dagli anni ‘50 traccia linee nello spazio con il filo di rame e d’acciaio per comporre figure, scene e geometrie poetiche ed essenziali.
Gianni Colombo (*Milano 1937 – Melzo 1993) è tra i primi a mettere in movimento le sculture, inventando così l’ Arte Cinetica. Con linee di metallo o di filo di gomma crea degli spazi: una stanza, un cubo, dei cerchi o delle linee curve, che movimenta modificando così continuamente lo spazio e l’esperienza dello spettatore.
L’artista svizzero Markus Raetz (*1941 Berna) analizza le dinamiche della percezione visiva e sovente utilizza il disegno nello spazio per creare dei “mobiles” sospesi in continua trasformazione, rendendoci partecipi della fluidità delle immagini e dei punti di vista. La sua opera “Szene” raffigura due ballerini davanti a un trapezio: le figure volteggiano lentamente mentre il trapezio, cambiando posizione, viene percepito di volta in volta come palcoscenico, parete, specchio o finestra.
Le forme geometriche di Felice Varini (*Locarno1952, vive a Parigi) sembrano librarsi nello spazio architettonico, con il quale dialogano intensamente, ma appena ci spostiamo si dissolvono e sembrano frantumarsi in mille pezzi, per poi sorprendentemente ricomporsi. Dipinte sulle pareti, sul pavimento e sul soffitto di ambienti complessi, danno vita ad un’immagine magicamente sospesa, visibile da un unico punto di vista. Un fenomeno ottico giocoso che permette di esplorare la relatività del tempo e dello spazio.
L’artista concettuale Goran Petercol (*1949 Pula, Croazia, vive a Zagabria) nel suo lavoro fa dialogare elementi opposti come la pianificazione e il caso. Nelle opere del ciclo “Sjene” (ombre) crea immagini composte da fili di metallo e dalle loro ombre.
Le strutture sospese nell’aria dell’artista venezuelano Elias Crespin (*1965 Caracas, vive a Parigi) si muovono lentamente seguendo una coreografia simile ad una danza, attraversano diversi stadi di ordine e disordine apparente per poi tornare alla formazione iniziale. La scultura “16 cubos” si trasforma poco a poco passando da istanti di caos per ritornare a fluttuare armoniosamente. Le sue opere sono nelle collezioni di musei importanti, quali il Museum of Fine Arts Houston, il Museo de Arte Latinoamericana Buenos Aires e Museo del Barrio, New York.
Andres Lutz (*Wettingen 1969) & Anders Guggisberg (*1966 Biel), con il loro lavoro multiforme sono tra i più importanti artisti svizzeri della loro generazione. Attraverso la ricchezza e varietà di contenuti, forme e materiali riescono a reinventare continuamente il loro lavoro artistico, pur mantenendo uno stile inconfondibile. In mostra presenteranno un grande disegno nello spazio composto dai materiali più svariati, creato in loco per l’occasione.
Il lavoro dell’artista ungherese Attila Csörgö (*1965, Budapest) esplora il rapporto tra arte e scienza. L’artista conduce approfonditi esperimenti con macchinari precisi da lui progettati, ma con un approccio ironico e giocoso. Studia e rende visibile la traiettoria di un dado che cade, o la scia luminosa creata da una lampadina posta sulla ruota di una bicicletta. In mostra vedremo la scultura “Spherical Vortex”, che tramite una lampadina mossa vorticosamente crea un disegno luminoso nello spazio. Nel 1999 Attila Csörgö ha rappresentato l’Ungheria alla Biennale di Venezia. Ha partecipato alla Biennale di Istanbul nel 2003, a quella di Sydney nel 2008 e a Documenta nel 2012. Nel 2008 gli viene conferito il Nam June Paik Award, il più importante premio europeo per media art.
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We are pleased to announce the exhibition "Drawing in Space", in which we will show sculptures and installations by eight artists who have expanded drawing into real space since the 1950ies until today.
Drawing is traditionally held on a surface: it is traced with pencil, pen or brush on paper. Since the mid-twentieth century some artists began to go beyond the limits of the medium, pushing lines away from the surface and into real space. Soon after they had given autonomy to the lines, using materials such as metal wire, thread, sticks, as well as light and shadow, they began to make them move, thus adding the fourth dimension: time. In the exhibition "Drawing in Space" we will show works by some of the most important artists researching in this field since the 1950ies until today.
Fausto Melotti (*1901 Rovereto - 1986 Milan), a leading figure of 20th Century art in Italy, began to create essential poetic sculptures made of copper wire and steel, thus drawing figures and geometric forms in space since the Fifties.
Gianni Colombo (Milan * 1937 - 1993) was one of the first artists to bring motion into play, thus pioneering kinetic art. With lines made of metal wire or rubber thread he created geometric spaces that are constantly moving, thus giving life to new experiences.
The Swiss artist Markus Raetz (* Bern 1941) analyses visual perception with poetic images and often creates mobiles that move gently transforming themselves as the perspective changes. His sculpture "Szene" displays two dancers and a trapeze: the figures circle slowly and gracefully, while the trapeze changes his position, thus appearing first as a stage, then as a wall, a mirror or a window.
The abstract shapes created by Felice Varini (*Locarno1952, lives in Paris) seem to float in the architectural space. Once they are viewed from a different angle however, they dissolve into distorted fragments. The shapes are painted on walls, floors and ceilings, forming an almost magical floating image that can be seen only from a single point of view, thus creating a playful optical illusion that addresses the relativity of space and time.
The conceptual artist Goran Petercol (*1949 Pula, lives in Zagreb) in his work juxtaposes opposites such as planning and chance. In the series of sculptures "Sjene" (shadow) he creates images made of metal wires and shadows.
The geometric structures of the Venezuelan artist Elias Crespin (*1965 Caracas, lives in Paris) hover and move slowly in the air following a precise choreography, in sequences that are reminiscent of a dance. The constellations change slowly, going through different stages of order and disorder. His works are to be found in major museums, including Museum of Fine Arts in Houston; the Museum of Latin American Art in Buenos Aires and the Museo del Barrio in New York.
Andres Lutz (*1968 Wettingen ) and Anders Guggisberg (*1966 Biel) thanks to their multifaceted work are among the most important Swiss artists of their generation. Through the richness and variety of the content, media and techniques they use, they are able to constantly reinvent their art, while their style remains totally recognizable. They tackle their motifs with freshness, nonchalance and a keen sensitivity, that allows their works to balance in the space between seriousness and laconic humor. In the exhibition they will build a large drawing in space composed of different materials and objects.
The work of Hungarian artist Attila Csörgö (*1965 Budapest) revolves around the relationships between art, science and research. The artist carries out scientific experiments and builds complex machines. The results are unexpected, playful, ironic, poetic and yet technically accurate. In the exhibition he shows the sculpture "Spherical Vortex": a machine that puts a tiny lamp in spinning circular motion, so that it shapes lines of light creating spirals, a dome and finally a full sphere. Csörgö in 1999 represented his country at the Venice Biennale; he also took part in the Istanbul Biennial in 2003, the Sydney Biennial in 2008 and Documenta in Kassel in 2012. In 2008 he was awarded with the Nam June Paik Award for media art.
Inaugurazione 15 febbraio ore 18
Galleria Monica De Cardenas
Chesa Albertini - Via Maistra 41
Orario: da martedì a sabato ore 15 - 19
Ingresso libero