Deserts. un omaggio a Mario Schifano che riporta l'opera di questo grande pittore nella sua terra natale. Schifano infatti e' nato il 20 Settembre 1934 a Homs, in Libia, dove il padre dirigeva gli scavi archeologici di Leptis Magna. In questa specie di 'ritorno a casa' ideale e postumo sono state riunite dieci grandi opere del ciclo 'Deserts', quadri di grandi dimensioni (3 per 3 metri) realizzati da Schifano nel 1984 con smalti, sabbie e terra per il Royal Cultural Center di Amman del Re Hussein di Giordania, praticamente inediti e mai visti.
DESERTS
La Regione Lazio, l' Associazione Culturale Blu Bramante e l'Archivio
Schifano, in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di
Tripoli, presentano la mostra 'Deserts', un omaggio a Mario Schifano
che riporta l'opera di questo grande pittore nella sua terra natale.
Schifano infatti è nato il 20 Settembre 1934 a Homs, in Libia, dove il
padre dirigeva gli scavi archeologici di Leptis Magna.
In questa specie di 'ritorno a casa' ideale e postumo sono state riunite
dieci grandi opere del ciclo 'Deserts', quadri di grandi dimensioni (3
per 3 metri) realizzati da Schifano nel 1984 con smalti, sabbie e terra
per il Royal Cultural Center di Amman del Re Hussein di Giordania,
praticamente inediti e mai visti.
Le tele esposte testimoniano un momento particolarmente felice del suo
lavoro e attingono al grande deposito immaginifico e multidimensionale,
disciplinato e indisciplinato, dell' artista.
Sono paesaggi dai titoli:' I was born in Leptis Magna', 'Dunes',
'Mirage', 'Sand Sculpture', 'Through the Desert' ispirati dai ricordi
dell' infanzia.
La mostra sarà corredata da un catalogo illustrato, bilingue
(italiano-inglese) con una presentazione di Monica De Bei Schifano,
moglie dell' artista e curatrice dell' evento, un testo critico di
Achille Bonito Oliva e delle testimonianze di Alberto Moravia e Giuseppe
di Branco.
Dopo Tripoli sono previste altre sei tappe.
Infatti la mostra, aggregando paesi e territori diversi attraverso la
cultura, nelle intenzioni degli organizzatori viaggerà 'nomade' per
quasi un anno raggiungendo Tunisi, Marrakesh, Il Cairo, La Valletta,
Istanbul e Dubai, anche per ricordare le parole di Schifano '...L'arte è
come la pace, fa bene a tutti...'.
NOTE BIOGRAFICHE
Mario Schifano nasce a Homs in Libia il 20 settembre 1934.
I suoi debutti sono nell'ambito della cultura informale con tele ad alto
spessore materico. Con opere di questo genere inaugura la sua prima
personale nel 1959 alla Galleria Appia Antica di Roma. E' comunque in
occasione della mostra del 1960 alla Galleria La Salita in compagnia di
Angeli, Festa, Lo Savio e Uncini, che la critica comincia a interessarsi
del suo lavoro. Abbandonata l'esperienza informale, ora dipinge quadri
monocromi, grandi carte incollate su tela e ricoperte di un solo colore,
tattile, superficiale, sgocciolante. Il dipinto diventa 'schermo', punto
di partenza, spazio di un evento negato in cui, qualche anno dopo,
affioreranno cifre, lettere, frammenti segnici della civiltÃ
consumistica, quali il marchio della Esso e della Coca-Cola.
Nel 1962 Schifano è negli Stati Uniti; conosce da vicino la Pop Art,
resta colpito dall'opera di Dine e Kline ed espone alla Sidney Janis
Gallery di New York nella mostra The New Realist. Nel 1964 viene per la
prima volta invitato alla Biennale di Venezia.
L'artista opera ora per cicli tematici: i paesaggi anemici, la
rivisitazione della storia dell'arte con i lavori dedicati al Futurismo.
E'attratto dalle immagini prelevabili dai mezzi di comunicazione di
massa e quindi
patrimoni della collettività .
Si occupano di questa fase del lavoro di Schifano tanto critici attenti,
come Maurizio Calvesi, Maurizio Fagiolo e Alberto Boatto, quanto
scrittori illustri, quali Alberto Moravia e Goffredo Parise.
Allo Studio Marconi presenta nel 1967 il lungometraggio Anna Carini
vista in agosto dalle farfalle, cui farà seguito la trilogia di film
composta da Satellite, Umano non umano, Trapianto, consunzione e morte
di Franco Brocani. Le sue prime esperienze cinematografiche, portate
avanti parallelamente a quelle pittoriche, risalgono comunque al 1964 e
da queste subito si evince l'attenzione critica che l'artista presta
all'ininterrotto flusso di immagini prodotto dalla nostra civiltÃ
tecnologica in cui il reale viene sempre sostituito dal suo 'doppio',
sia esso fotografico o televisivo o cinematografico.
Agli inizi degli anni Settanta Schifano comincia a riportare delle
isolate immagini televisive direttamente su tela emulsionata,
riproponendole con tocchi di colore alla nitro in funzione estraniante.
Dapprima attinge moltissimo dal materiale girato per un film mai
realizzato Laboratorio umano, poi dal patrimonio di immagini che
quotidianamente trasmettono le nostre stazioni televisive.
Tra gli anni Settanta e Ottanta partecipa a importanti mostre: 'VitalitÃ
del negativo nell'arte italiana 1960-70' e 'Contemporanea', entrambe a
cura di Achille Bonito Oliva; 'Europa/America, l'astrazione determinata
1960-76' alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Bologna; 'Arte e
critica 1980', a cura di Maurizio Calvesi; 'Identité italienne' a cura
di Germano Celant; 'Arte italiana nel XX secolo' organizzata dalla Royal
Academy di Londra. E' presente alle edizioni del 1982 e del 1984 della
Biennale di Venezia.
L'attenzione per il naturale caratterizza tutta l'attuale ricerca di
Schifano: paesaggi, gigli d'acqua, campi di grano, movimenti del mare,
distese di sabbia sono ricreati, reinventati, filtrati attraverso
ricordi, pulsioni, sensazioni, affioramenti del profondo, sequenze di
immagini veicolate da apparecchi televisivi, dalla pubblicità , dai
rotocalchi, e si configurano pertanto come geografie della memoria.
Nel 1990 il Palazzo delle Esposizioni di Roma, in occasione della sua
riapertura, gli dedica una rassegna intitolata 'Divulgare', con opere di
grande formato realizzate per l'occasione. Nel 1996 Schifano rende un
omaggio alla sua Musa ausiliaria, ovvero alla televisione, intesa quale
flusso continuo di immagini in grado di strutturarsi come vera e unica
realtà totalizzante della nostra epoca. Se alla fine degli anni Sessanta
si limitava a estrapolare dai programmi televisivi dei singoli
fotogrammi e a proiettarli decontestualizzati sulla tela, ora, invece,
interviene sulle immagini pittoricamente, mutandone ulteriormente il
senso.
Schifano muore a Roma il 26 gennaio 1998.
(Da: 'Mario Schifano per esempio', Ed. Charta 1998)
Inaugurazione:
Tripoli (Libia), Museo Archeologico, mercoledì 17 dicembre 200
3, ore
18,00
Si ringrazia il Ministero Affari Esteri e il Museo Archeologico di
Tripoli per la collaborazione.
Per informazioni rivolgersi all'Istituto Italiano di Cultura:
tel. 00218 21 3604069
Ufficio Stampa:
Maria Bonmassar: tel. 06-4825370
Tripoli (Libia), Museo Archeologico