Pane pane pane vino canale di scolo. Da una relazione diretta, uno-a-uno, con la natura, a un'impercettibile distanza tra produzione e consumo, il campo della mostra e' la terra stessa, in cui coltivare un insieme specifico e "autoctono" di oggetti, introducendoli come termini medesimi.
a cura di Jason Hwang
Gli animali riposano
quieti come sculture.
Poi io ho fame
Li mangio
come parole
Siamo due contadini in un campo
Organizziamo e ordiniamo
Fattoria
&
Forma
aspettando pazientemente
per riscontro.
Questa è la nostra campania felix.
Più in là c'è un mare, ed è pieno di pesci
è pieno di pesci.
Ce n'è uno per te e uno per me e..
domani ce ne sarà un altro per te e un altro per me
Siamo cacciatori
e vediamo ogni realtà con gli stessi occhi.
Il sole fa una breve comparsa e la stanza è riempita di colore.
Anche se poi
è ancora là
oltre il mio orizzonte,
oltre la mia vicinanza.
"Pane pane pane vino canale di scolo" è una mostra che si presenta come un campo. Un campo agricolo che può essere meglio descritto se inserito in un sistema produttivo, incorporato nel ciclo della natura. Un campo che si estende al punto da includere ogni scontato punto di vista sulla realtà, e così facendo, dare nuova luce ad una storia cominciata quando l'uomo ha iniziato a coltivare direttamente ciò che lo sostiene, rendendolo parte stessa del potenziale dell'agricoltura, attraverso l'abilità di adoperare ogni fase del proprio ciclo.
Da una relazione diretta, “uno ad uno”, con la natura ad un'impercettibile distanza tra produzione e consumo, questo campo è idealmente la terra stessa, in cui coltivare un insieme specifico e “autoctono” di oggetti, introducendoli come termini medesimi. Un ente materiale, un oggetto o una scultura esiste proprio come una patata, un pesce morto o una figura umana. Essi sono posti in una stanza che è anche un meccanismo, un fiume e ancora una volta, un campo. Questo campo (semantico) si espande ulteriormente per includere termini che devono ancora dare corpo al proprio significato, ed è qui, in questo margine di forme comprensibili, che altro terreno fertile potrebbe essere trovato.
Luca Francesconi è un artista, nato a Mantova nel 1979. Vive e lavora a Mantova (IT) e Parigi (FR). Ha partecipato
a numerose mostre in spazi pubblici e privati quali: Fondazione Ratti (2000), Biennale di Tirana (2001),
Fuori Uso (2004), Galleria Civica di Trento (2004), Cristina Guerra Gallery - Lisbona (2006), Maison Populaire - Montreuil (2007), Palais de Tokyo (2009), Galleria Umberto di Marino (2006, 2009), Fondazione Sandretto,
Crac Alsace, Magasin - Grenoble, Fluxia (2010), Mot - Bruxelles, Chez Valentin - Parigi (2011), Musées de Montbéliard, Arte Nova-Art Basel Miami (2012), Man - Nuoro e il Museo Marino Marini (2013).
Tra il 2008 e il 2010 ha co-diretto Brown project space a Milano.
Nel 2009 ha vinto il premio "Illy Present / Future" insieme alla galleria Umberto Di Marino, con una giuria composta da Alexis Vaillant, Hans-Ulrich Obrist e Jens Hoffman, durante Artissima a Torino.
Nel 2011 è stato invitato da Bice Curiger a "Illumination", 54a Biennale di Venezia.
Per il prossimo marzo l’artista è stato invitato da Giovanni Carmine, direttore della Kunsthalle Sant Gallen, e da Alexis Vaillant, capo curatore del CAPC-Bordeaux per prendere parte a “THENnow” - Miart, un lavoro realizzato in collaborazione con Jimmie Durham.
Jason Hwang, (nato nel 1978 a Seoul, Korea, vive e lavora a Parigi, Francia) è co-fondatore e co-direttore di Shanaynay, un project space curatoriale collocato al piano terra di un co-housing nel 20me arrondissement di Parigi, Francia. Dal 2008 ha sviluppato una poliedrica pratica che ha l’obiettivo di rigenerare i termini che si riferiscono a ciò che rimane del progetto delle avanguardie di ambire ad includere le arti nella prassi quotidiana. Tra le mostre più recenti “Upcoming Exhibitions" per art berlin contemporary 2013, “Dommage qu'elle doive mourir, mais c'est notre lot a tous!" alla Galerie Kamm di Berlin, "You Won't Hear From Me Again" presso Sciences Po a Parigi, "Keeping is Not Collecting" presso Works-Sited in Los Angeles, "Artist Pension Trust” all'Institute of Social Hypocrisy di Parigi.
Inaugurazione 13 marzo ore 19
Galleria Umberto Di Marino
Via Alabardieri 1, Napoli
Orario: lunedì – sabato ore 15:00 / 20:00 – mattina su appuntamento
Ingresso libero